mercoledì 18 dicembre 2019

Elenchi birichini


Cosa può stimolare un libro, come il GGG?

Ecco gli #elenchibirichini fatti con Andrea
Sciroppio sonnellino (fa sbadigliare)
Sciroppio birichino (fa diventare monellli)
Sciroppio chiacchierino (fa chiacchierare)
Sciroppio stai zittino (fa stare zitto)
Sciroppio felicino (manda i bacini)
Sciroppio arrabbino (fa arrabbiare dopo che si è guardata la tecnologia)

Ultima seduta del 2019



Il cielo piovorno è pallido e color lattice. 

Tu mi appari con il tuo tronco maestoso con i tre grossi rami che si biforcano.
E in questo avvallamento dove i tre rami si dipartono spicca il muschio oggi lucente. Osservo il tuo aspetto elegante e mi chiedo quando cascheranno i tuoi frutti e le ultime foglie rimaste. Oggi tutto sembra della stessa tonalità calda. 

Mi accolgono i versi dei fringuelli a destra insieme alle voci dei bambini della scuola d'infanzia, 
a sinistra il verso delle macchine quando affondano con la ruota in una pozzanghera.

Prima di appoggiarmi al tuo tronco mi guardo intorno e per la prima volta sono più consapevole del perché ti ho scelta o ti sei fatta scegliere. Il grande tronco invita ad abbracciarlo forse anche per quel senso di morbidezza invitante del muschio. 
I tuoi rami che si articolano e intrecciano fino a mostrare il più lieve spessore che si inarca in alto, con fierezza. Solo dove appaiono i frutti i rami tendono verso il basso. Nonostante la loro leggerezza sarà il loro peso a farli rivolgere a terra? Cosa succederà ai rami quando i frutti saranno caduti? 

È una domanda che non mi sono mai posta.

E ancora. 
Percepisci il freddo? 
Se si come?

La mia mano si appoggia grata sul tuo tronco umido. 
Il muschio è nuovamente rigoglioso e a cuscinetti. Sembra rinato.
Intanto sento il gracchiare di una cornacchia grigia di passaggio e il melodioso canto del pettirosso. Sembra quasi che mi inviti a iniziare la seduta.
Il terreno è appiccicoso sotto le scarpe e appaiono numerose le tracce dei lombrichi. Riuscirò a trovarli? Detto fatto. Con un rametto sollevo lievemente un "bitorzolo" e mi trovo il signor anellide rosato con una parte infilata in uno dei due buchi. Sta immobile. Allo stesso tempo fa resistenza. Sarà dunque vivo?
Ora l'ho spostato tutto e lui/lei inizia lentamente a muovere i fluidi nel corpo rosato e si infila nuovamente sotto un grumo. Poi sembra ripensarci e cambia posizione.
Mentre sono presa dall'osservazione sono circondata dai canti degli uccelli: quello melodioso del pettirosso prima alla mia destra poi sopra di me, il passaggio veloce di un merlo con il suo canto di allarme da sinistra a destra. Alzo la testa e vedo una sagoma di merlo maschio passarmi accanto in volo, fugacemente, da destra a sinistra per atterrare su un ramo di olmo. Più in alto nel cielo un gruppo di piccioni. Nel frattempo il lombrico è già scomparso.
Alzo gli occhi giusto per vedere una cincia fare un pit stop sui tuoi rami. È già sparita mentre il cielo sembra un areoporto dove le cornacchie grigie passano e gracchiano.
Il prato è bruno, color pelle, avvolto da un mantello di foglie anche se sotto l'erba sembra rigogliosa.
Gli alberi si presentano più o meno come la settimana scorsa. Ci sono due querce in fondo (non una come sembrava la volta passata) che sono ancora cariche di foglie.
Il pettirosso cattura la mia attenzione sonora anche se il gracchiare di fondo delle cornacchie rovina l'atmosfera. Poi ci si mettono i merli ma giustamente cantano in allerta perché sta passando un cane. Oggi si avvertono i passi sul sentiero umido.
È inutile oggi sono interessata ai lombrichi forse perché so che posso trovarli. Infatti sollevo un altro mucchietto e da uno dei due buchi compare un altro corpo lattiginoso roseo con il suo anello e si muove il più velocemente che può, traslando il corpo per cercare un altro nascondiglio. Ora capisco il picchiettio dei merli che smuovono fugacemente il becco nel terreno sollevando foglie e quant'altro. Però oggi non sono ancora a caccia.
Lascio in pace i lombrichi e cerco sul tuo tronco le cimici rosse. Eccole una accanto all'altra. Chissà come passano la giornata?
Alzo gli occhi più in alto sulla corteccia e ne trovo una solitaria. Sono immobili.
Una goccia cade e sento io rumore sui miei capelli. Poi un'altra e un'altra ancora. Il cielo piange. E io continuo a sentire le gocce la cui caduta è amplificata dal mio giaccone.
Mi volto e vedo nel prato quattro merli zampettare. Si muovono con scioltezza. Zampettano poi smuovono una foglia con il becco, la sollevano e proseguono la caccia la lombrico. Chi di loro mangerà di più?

Provo ad annusare la tua corteccia ma è inodore. 
Affondando il naso nel muschio non sento quel profumo di bosco "che sa di muschio". 
Dunque in città il muschio è inodore? 
Chi glielo ha portato via? 
O chi dona il profumo al muschio dei boschi?

Una macchina risuona con il suo allarme. Poco prima qualcuno aveva buttato delle bottiglie e ho avvertito il passaggio delle auto. Mi rendo conto che ho passato l'ultima mezz'ora concentrata sui versi della natura ignorando quelli umani. 

Oggi mi sento strana. So che per un po' di tempo non ci vedremo. Cosa vivrai? Come ti troverò al mio ritorno? Quanti uccelli e insetti ti faranno compagnia?
È una strana sensazione perché ci siamo incontrate abbastanza da settembre e ho visto progressivi cambiamenti intorno a te e in te.
Solo ora mi accorgo che ha già smesso di piovere. Un fringuello canta.
Le mie mani ora sono gelate, il naso meno del solito. I piedi caldi che strano!
Un'ultima occhiata in alto là dove spiccano i frutti già pronti e quelli ancora piccoli. Dove i tuoi rami si protendono verso il cielo come tante braccia.
Ti saluto amica mia. Ci vedremo nel 2020.

lunedì 16 dicembre 2019

Christmas is coming



"Con questo albero di Natale così bello Babbo Natale sarà molto felice. Poi dobbiamo preparare il latte e i biscotti e poi le carote per le renne. I miei amici dicono che Babbo Natale non esiste.
Ma allora come fa a mangiare tutte quelle carote?
"






mercoledì 4 dicembre 2019

Freddo, storni e cambiamenti



Sono tornata e, a solo una settimana di distanza, ti trovo cambiata.
Ora hai perso quasi tutte le foglie, anche se quelle ancora sugli alberi sono verdi pur tuttavia presentano all'interno della macchie marroni, dei buchi e si stanno rinsecchendo. Appaiono più evidenti i tuoi frutti legnosi, soprattutto sui ramo già spogli.

Anche il muschio sul tuo tronco oggi mi appare "smarrito". Le parti verdi sono diminuite, lasciando spazio alla vista a quelle che sono secche. Il muschio è fresco al tatto, ma anche fragile, e alcune parti sono pronte a staccarsi. Sul lato dove il muschio è secco appare color mattone e si sente tutta la rugosità della corteccia.

Sulla tua corteccia priva di muschio rintraccio alcune cimici rosse strette strette una all'altra e nascoste ben bene nelle incisioni. Bisogna proprio volerle cercare per rintracciarle. Sapere che potrebbero esserci.
Ai tuoi piedi, anzi vicino alla base del tronco, molte tue foglie cadute.
Tante sono verdi e fresche, con la pagina inferiore ancora vellutata. È strano però sentire una differenza tra il tocco con le mani, che mi fa pensare al velluto, e quello sulla pelle della faccia, dove questa morbidezza scompare. Il sentore di velluto appare solo sfregando il dito sulla pagina inferiore, mentre se pongo la foglia sulla mano questa morbidezza non traspare. Una diversa sensibilità della pelle e i polpastrelli sono in questo al massimo delle potenzialità.
Sulle foglie cadute da più tempo sento il fresco e l'umido del terreno dove erano appoggiate. Però, visto che oggi non piove, non si avverte quel senso di "schiacciamento tra i denti" della terra sulla foglia. Oggi è mascherata.
Appaiono nuovamente i cumuli dei lombrichi mentre loro se ne staranno al calduccio nel terreno.
Nessuna lumaca all'orizzonte.
I carpini alla tua sinistra sono pressoché definitivamente spogli, eccezion fatta per alcuni rami dove le foglie sono ancora attaccate, ma secche e marroni, tutte accartocciate. Sotto, un tappeto altrettanto marrone.

Anche le querce appaiono più spoglie anche se in alto resistono le fronde: anche le loro foglie, di un colore più caldo, color cachi, appaiono altrettanto secche. Stranamente altre due querce più in là sono ancora piene di fronde e quella più lontana è ancora verde. È come una progressione: dal tuo lato gli alberi sono spogli e sempre più lontani appaiono ancora lussureggianti. 
Cosa ci sarà di diverso? 
Sarebbe bello chiederlo a loro. Avrei voglia di aver tempo per parlare con loro.

Oggi sento meno i canti della natura. Sarà per il rumore a destra di un tagliaerba che lavora ininterrotto nella scuola d'infanzia e maschera i richiami di allarme di merli e il canto di
qualche storno (ho appena udito un lungo fischio).
Appena alzo lo sguardo vedo due sagome nere attraversare il mio orizzonte visivo, da sinistra a destra, verso la scuola d'infanzia, dove la protezione è migliore.
Guardo ancora più in alto, verso il cielo che oggi appare azzurro scuro tendente al viola con una punta di marrone e molte nuvole che lo nascondono e da cui traspaiono deboli bagliori di sole. Alcune infatti sono più luminose di altre. 

Mi volto a destra e su un albero spoglio in alto vedo tante piccole sagome e dal canto intuisco che potrebbero essere storni. Sono proprio in cima in cima. Si confondono quasi con le poche foglie rimaste che però appaiono dai contorni frastagliati. Sono così immobili che mi chiedo se sto sognando.
E mentre penso, ecco volteggiare un merlo con la sua andatura ondulata. Sembra disegnare davvero delle onde nell'aria. Riesco a visualizzare la linea che ha dipinto nel cielo.

Dove gli alberi sono assenti, il prato è ancora verde e rigoglioso. Al di sotto di ognuno mucchietti di foglie accartocciate e marroni. Più o meno sparse. 

Le sagome degli alberi completamente spogli si stagliano controluce mettendo in evidenza anche i rami più piccoli e mostrando tutti i dettagli. Chissà se sono già pronte delle gemme o siano solo piccole protuberanze? Bisognerebbe arrivare in alto, trasportati da una scala invisibile.
Oggi il freddo è tenace, ma congela solo la punta del naso. Mi sono coperta bene e avverto solo una lieve frescura anche ai piedi.
Eccezion fatta per i merli che ogni tanto volteggiano ed emettono il richiamo di allarme non sento alcun altro canto. Sarà coperto dal tagliaerba? Non avverto quasi i rumori delle auto che passano, solo quelli delle moto e dei motorini più forti e fastidiosi.

Non appena il rumore cessa si avverte il fischio degli storni: un "fiuuuu" prolungato.
La luce del sole tra le nuvole è quasi abbagliante e fa strizzare gli occhi.
Ecco in lontananza una cornacchia grigia. Oggi mancava. Le risponde dall'altro lato un altro animale. Cosa si racconteranno? Si staranno cercando?
Ora il vento solleva dolcemente parte delle foglie da terra, solo da un lato quello più leggero. Vagamente si muovono le foglie sugli alberi e i rami dove stanno appese.
Piccoli movimenti quasi invisibili.
Si mostrano fugacemente e scompaiono.
Intanto avverto il freddo anche sulle mani scoperte. È quasi da un'ora che sono qui ferma.
È tempo di andare. Anche se vorrei stare qui ancora un po'. Ora che il suono del tagliaerba è cessato e si sente quasi il silenzio. Almeno tutto appare più tranquillo. Vorrei ma non posso.
Abbraccio la tua corteccia rugosa per salutarti. Spero mi racconterai qualcosa la prossima settimana.

lunedì 2 dicembre 2019

Poesie per gioco


Squame o scaglie
quali il pesce indosserà?
Chiedetelo al serpente
lui, di sicuro, lo sa.

Non è solo un nome a far la differenza
ma un gioco di forme e consistenza.

Le squame creano una pelle stranamente dura
che come una corazza imprigionan la creatura,
costretta a mutare in più di una stagione
per crescere ogni volta senza particolare afflizione.

Lo sanno bene i crotali che non la sfilano:
in fondo la lasciano come un calzino.

Le scaglie delle ossa son invece parenti
e crescono pian piano come i denti.
Se l'età del pesce vuoi cercare
gli anelli delle scaglie dovrai contare.


Chi scambia chiocciole per lumache?
Tante persone, ahimé, e non son poche.
Chi non sa che la lumaca bavosa
anche limaccia è chiamata a iosa.
Chi non vede che la lumaca un guscio non ha
mentre la chiocciola una bella casa si fa.
Sarà il francese ad aver creato confusione?
A qualcun altro lascio la conclusione.


I balani fanno compagnia alla salsedine
sopra i massi dove l'acqua del mare si infrange.
Sembrano croste, cavità, piccole rocce consumate dal mare:
eppure sono solo crostacei che han scelto di non camminare.
Trascinati in giro dalle navi, dalle tartarughe o da una balena
come se fossero in crociera,
viaggiano per oceani e mari del Mondo più di me.
Chissà essere un balano com'è.

Ad Andrea


Sei dolce, tenero e affettuoso,
ma a volte anche un po' scontroso.
Mi fai spesso arrabbiare,
ma il danno riesci sempre a riparare.
Mi riempi di baci, coccole e carezze
e io mi sciolgo per le tue tenerezze.

Anche se grande diventi sempre più
il mio cucciolo vuoi essere ancora tu.
In braccio a leggere albi e storie illustrate
a immaginare insieme storie strampalate
il treno dei sogni, la macchina dei bacini
ti basta solo che stiamo vicini.

Per ora mi godo questo magico momento
e finché dura il mio cuor non può non esser contento.


Lapilli di rabbia e livore
scagli se di cattivo umore
parole infocate
rendono ardue le mie giornate.

Eppure, basta un tuo sorriso
per far tornare il paradiso.


28 novembre
Vederti così spensierato, preparato e "sbruffoncello" sul palco mi ha fatto effetto. Ho pensato quanto tu sia cresciuto e diventato grande: tu e i tuoi meravigliosi compagni. Ci avete emozionato tanto.
Poi questa sera, quando ci siamo concessi la lettura dei Rinofanti e coccopotami, e delle rime "A fior di pelle" della Carminati, con la formichina che saliva su su per il tuo braccio ho sentito quanto ancora vuoi sentirti piccolo e lo sei. Crescere è un processo lungo: ci sono momenti in cui sembri fare balzi in avanti e poi chiedi ancora le coccole. Per quelle ci sarò sempre finché ne avrai bisogno. Il treno dei sogni, con Clara e tutti i tuoi amici ti ha accompagnato tra le braccia di Morfeo e ora riposi sereno.
Grata

mercoledì 27 novembre 2019

Paulonia, la regina del cuore




Caro alberotana,

è passato diverso tempo da quando ho fatto questa foto e ancora non sapevo che ti avrei scelto per le mie osservazioni. La forma dei tuoi rami mi aveva sempre attratta, specie in inverno, con quel cuore che si intravede o che intravedo solo io. Mi avevi colpito per i tuoi frutti che fanno un suono delicato che si affievolisce pian piano quando i semini si staccano all'interno del "guscio". Non sapevo ancora che ti chiamassi anche "albero della principessa". Ora sto scoprendo molte cose di te e di quello che ti circonda. Chissà quanti anni hai e quante ne hai viste. Sicuramente tantissimi uccelli e ultimamente almeno uno scoiattolo grigio che bazzica nei dintorni.
Ringrazio Christian e Raffaella per avermi consigliato di trovare un rifugio dove sostare. Un luogo dove prendermi del tempo per respirare, osservare, ascoltare, toccare e scrivere. Apprezzare il qui e ora. Provare con mano il "carpe diem", cogliendo la bellezza sfuggente della Natura.

lunedì 25 novembre 2019

Alla Feltrinelli, "Alex e le scarpe argentate" di Jane Godwin e Anna Walker, La Margherita Edizioni


Domenica, alla Libreria Feltrinelli di piazza Piemonte di Milano abbiamo letto Alex e le scarpe argentate di Jane Godwin e Anna Walker, pubblicato da La Margherita edizioni (che fa parte de Il Castello Editore, qui la scheda). Questo albo ha conquistato sia i bambini di due anni - e non erano pochi - sia quelli più grandi di 4-5-6-7 anni.


La protagonista è Alex, una bambina che ha tre fratelli più grandi alle spalle e con una vita piena, libera (l'albo inizia con una pagina in cui è tra gli alberi e all'aperto) e serena, (infatti, non si cura di chi la prende in giro per gli abiti usati, anche se "rivisitati").


Alex adora le scarpe (perché le può acquistare nuove) e un giorno rimane affascinata da un paio color argento e, dal momento in cui diventano sue, non le toglie più. Così le indossa ovunque (anche nella vasca da bagno) e non pensa di levarsele neanche quando va a fare un picnic tra i boschi e il fiume. Così, mentre salta felice da un sasso all'altro, una scarpa finisce nell'acqua e viene trascinata lontana dalla corrente.


Dopo la delusione e la rabbia, la bambina decide di indossare la sola scarpa rimasta combinata a un'altra diversa. Ma a dare una svolta alla storia, sarà l'incontro con la nuova compagna Elena.

Nonostante l'apparente semplicità, questa storia arriva in profondità, aiutando a riflettere su tanti temi, in cui i bambini possono riconoscersi facilmente. A chi infatti non è capitato di essere preso in giro per qualcosa? Alex è un buon esempio di come lasciar correre, senza dare troppa importanza (quanto è preziosa l'autostima). Inoltre è lasciata libera di fare ed esprimersi (non è da tutti indossare due scarpe diverse... sia per un bambino, sia per un adulto che glielo lascia fare). Infine, questo albo è un inno all'amicizia che capita all'improvviso, come un tesoro inaspettato, soprattutto quando avviene nel rispetto dell'altro. 


Come sempre, dopo aver letto il libro, siamo passati al laboratorio espressivo. Mi ha sorpreso molto l'atmosfera di concentrazione e rispetto degli altri che si respirava nella sala. Molta creatività da parte dei bambini, collaborazione da parte degli adulti (che piacere vedere tante famiglie riunite!). Nessun bambino si è sorpreso a lavorare su scarpe argentate, che ha addobbato con colori vari. Questo per me ha un valore molto alto: poter usare qualsiasi colore e qualsiasi cosa, senza pregiudizio (che si tratti di fiori o di fiocchi rosa). 

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Lasciatemi ringraziare:

  • tutti i papà (ed erano tanti!) e le mamme per essersi messi a disposizione dei loro figli e per essersi appassionati insieme a loro nel creare una scarpa speciale;
  • tutte le bambine e i bambini, in particolare Giulio, 4 anni, per avermi spiegato che accanto alla sua scarpa c'era una pentola magica e anche un fiore speciale;
  • il gruppo consueto di mamme e figlie, che tornano ogni volta colme di allegria e creatività e originalità.
  • chi è venuto per la prima volta ed è rimasto conquistato.
  • i genitori di Leonardo, due anni, che stanno diventando degli affezionati ai nostri laboratori, perché sono la dimostrazione che con la cura, la pazienza, l'attenzione, l'amore e la voglia di sostare, anche un bambino piccolo può rimanere concentrato un'ora e più divertendosi.

Infine, grazie anche al personale Feltrinelli che fa sempre trovare tutto a posto e aiuta a diffondere l'evento. Oggi eravamo 21 (bambini, più mamme e papà e la sottoscritta)!.

Cristina vi aspetta domenica prossima sempre alle 11.30 sempre alla Feltrinelli. Info qui.

sabato 23 novembre 2019

Festeggiando la Luna alla Hoepli



Oggi alla Hoepli - La Grande Libreria Online abbiamo festeggiato il cinquantesimo anniversario della Luna con due albi di Babalibri

"Papà sulla Luna" di Adrien Albert (ne ho parlato qui

e "Gita sulla Luna" di John Hare, il nuovo albo senza parole, che racconta una bellissima storia di amicizia e di amore e passione per il disegno, oltre alla curiosità per quello che ci circonda. Infatti, il bambino protagonista che va in gita sulla Luna rimane indietro rispetto ai compagni proprio perché incantato dalla vista della Terra che vuole assolutamente disegnare. 


Stanco, si addormenta e, quando si accorge che l'astronave è partita, si sente solo e sconsolato. Ma il disappunto dura poco perché la voglia di disegnare prevale e gli capiterà una bellissima avventura. Fino al rientro a casa.

Le due storie hanno interessato e divertito tutti i bambini (quanti vorrebbero andare sulla Luna anche solo per un giorno!) di età compresa tra i 2 e gli 11 anni e mezzo, che mi hanno aiutato a raccontare e animare il libro senza parole. 


Dopodiché ognuno, con l'aiuto dei propri genitori, si è messo a creare un alieno. Ognuno è un piccola opera di fantasia. Ringrazio tutti per l'entusiasmo e la concentrazione. 


Ringrazio molto anche Lisa Ceccarelli e Stefania Ciocca per il supporto e l'accoglienza e tutto lo staff Hoepli - La Grande Libreria Online. Grazie anche a Babalibri che ha reso possibile che noi di ABC fossimo ancora una volta qui ospiti di questa storica libreria.

mercoledì 20 novembre 2019

La magia delle gocce sulle foglie


Avrei potuto passare ore oggi a osservare le gocce deposte sulle foglie. Sembrano quadri.
La Natura crea opere d'arte a portata di chi volge il suo sguardo posandolo anche su cose all'apparenza normali. E qui scatta la straordinarietà tanto da incuriosire anche i passanti che mi hanno vista china nel prato. A far cosa?
A raccogliere tesori - come il topolino Federico di Leo Lionni - pantoni di colori ,facendo scorte di bellezza per l'anima e il cuore. 

Per gratificare i miei occhi e quelli di chi vorrà sorprendersi come la sottoscritta.


sabato 16 novembre 2019

Per Bookcity 2019... È tornata la felicità


Nell'ambito delle iniziative di Bookcitymilano dedicate ai bambini oggi lo spazio dell'associazione Baby360 (qui il link) è diventato un luogo di lettura e laboratori per piccolissimi e non.

La proposta è una delle numerose che si può trovare tra le attività di promozione e animazione del libro che come ABC (qui pagina facebook) realizziamo in giro per la casa editrice Babalibri (qui il link), con cui collaboriamo da tanto tempo.

In questo caso abbiamo proposto "È tornata la felicità" un incontro, in cui si inizia a parlare di emozioni attraverso la lettura di due albi: "Che rabbia!" di Mireille d’Allancé (qui la scheda) e "Lacrime che volano via" di Sabine De Greef (qui la scheda). Un modo per indagare (nessuno ha una ricetta magica!) insieme a genitori e bambini due stati dell'animo che fanno parte della nostra vita e che spesso vengono solo considerati in modo negativo, ma che sono preziosi per la crescita.
Il primo era abbastanza conosciuto dalla nostra platea di piccoli lettori di 2/3 anni (tranne uno di 6) mentre il secondo solo da uno.




Dopo la lettura ci siamo divertiti a creare un contenitore della rabbia, trovando un momento per scrivere le parole o gli atteggiamenti delle persone che ci fanno arrabbiare (e sono venute fuori molte frasi interessanti... es. "mi arrabbio quando non mi ascoltano" oppure "quando mi dicono le bugie", "quando mi portano via i giochi", "quando i miei genitori mi sgridano"). 


Dopodiché, abbiamo creato il sacchetto per le lacrime (attenzione a non considerarle solo come qualcosa di brutto, si può anche piangere di gioia!), che poi, grazie alle suggestioni di questo albo abbiamo scaldato, cullato, fino a far loro il solletico, i grattini e poi le abbiamo fatte danzare e volare insieme a noi.

 


Grazie a tutti i bambini, le bambine, i papà e le mamme che hanno partecipato. Grazie a Laura Tramontano e a Baby360 che con Babalibri mi hanno consentito di fare questo incontro.

sabato 9 novembre 2019

"Federico" al Libraccio di Monza





La felicità è fatta da piccole cose. Oggi è arrivata a Monza, grazie al topolino Federico, di Leo Lionni, edito da Babalibri (qui la scheda), che con le sue illustrazioni e le sue parole aiuta sempre a far riemergere le proprie emozioni. Un grande capolavoro che andrebbe sempre letto e riletto, specie quando bisogna far tesoro dei doni, piccoli o grandi, che si ricevono giorno per giorno.

Ecco il laboratorio al Libraccio di Monza, una libreria che ci ospita da un po' di tempo e dove ci sentiamo come ABC a casa.





Ogni laboratorio è diverso perché c'è un gruppo che emana una sua energia, uno spazio che se accogliente favorisce l'incontro e una magia che si sparge nell'aria. Oggi abbiamo provato a raccogliere profumi, tesori della natura e parole che ci hanno donato i materiali e la storia del topolino Federico. Poi mamme e papà si sono messi in gioco per costruire un ricordo insieme ai figli. Nonostante l'età - alcuni bambini erano di due anni- l'attenzione era viva e la fantasia non è mancata. Grazie a tutti per questa giornata diversa. Grazie al Libraccio per averci ancora ospitate