Il cielo piovorno è pallido e color lattice.
Tu mi appari con il tuo tronco maestoso con i tre grossi rami che si biforcano.
E in questo avvallamento dove i tre rami si dipartono spicca il muschio oggi lucente. Osservo il tuo aspetto elegante e mi chiedo quando cascheranno i tuoi frutti e le ultime foglie rimaste. Oggi tutto sembra della stessa tonalità calda.
Mi accolgono i versi dei fringuelli a destra insieme alle voci dei bambini della scuola d'infanzia,
a sinistra il verso delle macchine quando affondano con la ruota in una pozzanghera.
Prima di appoggiarmi al tuo tronco mi guardo intorno e per la prima volta sono più consapevole del perché ti ho scelta o ti sei fatta scegliere. Il grande tronco invita ad abbracciarlo forse anche per quel senso di morbidezza invitante del muschio.
I tuoi rami che si articolano e intrecciano fino a mostrare il più lieve spessore che si inarca in alto, con fierezza. Solo dove appaiono i frutti i rami tendono verso il basso. Nonostante la loro leggerezza sarà il loro peso a farli rivolgere a terra? Cosa succederà ai rami quando i frutti saranno caduti?
È una domanda che non mi sono mai posta.
E ancora.
Percepisci il freddo?
Se si come?
La mia mano si appoggia grata sul tuo tronco umido.
Il muschio è nuovamente rigoglioso e a cuscinetti. Sembra rinato.
Intanto sento il gracchiare di una cornacchia grigia di passaggio e il melodioso canto del pettirosso. Sembra quasi che mi inviti a iniziare la seduta.
Il terreno è appiccicoso sotto le scarpe e appaiono numerose le tracce dei lombrichi. Riuscirò a trovarli? Detto fatto. Con un rametto sollevo lievemente un "bitorzolo" e mi trovo il signor anellide rosato con una parte infilata in uno dei due buchi. Sta immobile. Allo stesso tempo fa resistenza. Sarà dunque vivo?
Ora l'ho spostato tutto e lui/lei inizia lentamente a muovere i fluidi nel corpo rosato e si infila nuovamente sotto un grumo. Poi sembra ripensarci e cambia posizione.
Mentre sono presa dall'osservazione sono circondata dai canti degli uccelli: quello melodioso del pettirosso prima alla mia destra poi sopra di me, il passaggio veloce di un merlo con il suo canto di allarme da sinistra a destra. Alzo la testa e vedo una sagoma di merlo maschio passarmi accanto in volo, fugacemente, da destra a sinistra per atterrare su un ramo di olmo. Più in alto nel cielo un gruppo di piccioni. Nel frattempo il lombrico è già scomparso.
Alzo gli occhi giusto per vedere una cincia fare un pit stop sui tuoi rami. È già sparita mentre il cielo sembra un areoporto dove le cornacchie grigie passano e gracchiano.
Il prato è bruno, color pelle, avvolto da un mantello di foglie anche se sotto l'erba sembra rigogliosa.
Gli alberi si presentano più o meno come la settimana scorsa. Ci sono due querce in fondo (non una come sembrava la volta passata) che sono ancora cariche di foglie.
Il pettirosso cattura la mia attenzione sonora anche se il gracchiare di fondo delle cornacchie rovina l'atmosfera. Poi ci si mettono i merli ma giustamente cantano in allerta perché sta passando un cane. Oggi si avvertono i passi sul sentiero umido.
È inutile oggi sono interessata ai lombrichi forse perché so che posso trovarli. Infatti sollevo un altro mucchietto e da uno dei due buchi compare un altro corpo lattiginoso roseo con il suo anello e si muove il più velocemente che può, traslando il corpo per cercare un altro nascondiglio. Ora capisco il picchiettio dei merli che smuovono fugacemente il becco nel terreno sollevando foglie e quant'altro. Però oggi non sono ancora a caccia.
Lascio in pace i lombrichi e cerco sul tuo tronco le cimici rosse. Eccole una accanto all'altra. Chissà come passano la giornata?
Alzo gli occhi più in alto sulla corteccia e ne trovo una solitaria. Sono immobili.
Una goccia cade e sento io rumore sui miei capelli. Poi un'altra e un'altra ancora. Il cielo piange. E io continuo a sentire le gocce la cui caduta è amplificata dal mio giaccone.
Mi volto e vedo nel prato quattro merli zampettare. Si muovono con scioltezza. Zampettano poi smuovono una foglia con il becco, la sollevano e proseguono la caccia la lombrico. Chi di loro mangerà di più?
Intanto sento il gracchiare di una cornacchia grigia di passaggio e il melodioso canto del pettirosso. Sembra quasi che mi inviti a iniziare la seduta.
Il terreno è appiccicoso sotto le scarpe e appaiono numerose le tracce dei lombrichi. Riuscirò a trovarli? Detto fatto. Con un rametto sollevo lievemente un "bitorzolo" e mi trovo il signor anellide rosato con una parte infilata in uno dei due buchi. Sta immobile. Allo stesso tempo fa resistenza. Sarà dunque vivo?
Ora l'ho spostato tutto e lui/lei inizia lentamente a muovere i fluidi nel corpo rosato e si infila nuovamente sotto un grumo. Poi sembra ripensarci e cambia posizione.
Mentre sono presa dall'osservazione sono circondata dai canti degli uccelli: quello melodioso del pettirosso prima alla mia destra poi sopra di me, il passaggio veloce di un merlo con il suo canto di allarme da sinistra a destra. Alzo la testa e vedo una sagoma di merlo maschio passarmi accanto in volo, fugacemente, da destra a sinistra per atterrare su un ramo di olmo. Più in alto nel cielo un gruppo di piccioni. Nel frattempo il lombrico è già scomparso.
Alzo gli occhi giusto per vedere una cincia fare un pit stop sui tuoi rami. È già sparita mentre il cielo sembra un areoporto dove le cornacchie grigie passano e gracchiano.
Il prato è bruno, color pelle, avvolto da un mantello di foglie anche se sotto l'erba sembra rigogliosa.
Gli alberi si presentano più o meno come la settimana scorsa. Ci sono due querce in fondo (non una come sembrava la volta passata) che sono ancora cariche di foglie.
Il pettirosso cattura la mia attenzione sonora anche se il gracchiare di fondo delle cornacchie rovina l'atmosfera. Poi ci si mettono i merli ma giustamente cantano in allerta perché sta passando un cane. Oggi si avvertono i passi sul sentiero umido.
È inutile oggi sono interessata ai lombrichi forse perché so che posso trovarli. Infatti sollevo un altro mucchietto e da uno dei due buchi compare un altro corpo lattiginoso roseo con il suo anello e si muove il più velocemente che può, traslando il corpo per cercare un altro nascondiglio. Ora capisco il picchiettio dei merli che smuovono fugacemente il becco nel terreno sollevando foglie e quant'altro. Però oggi non sono ancora a caccia.
Lascio in pace i lombrichi e cerco sul tuo tronco le cimici rosse. Eccole una accanto all'altra. Chissà come passano la giornata?
Alzo gli occhi più in alto sulla corteccia e ne trovo una solitaria. Sono immobili.
Una goccia cade e sento io rumore sui miei capelli. Poi un'altra e un'altra ancora. Il cielo piange. E io continuo a sentire le gocce la cui caduta è amplificata dal mio giaccone.
Mi volto e vedo nel prato quattro merli zampettare. Si muovono con scioltezza. Zampettano poi smuovono una foglia con il becco, la sollevano e proseguono la caccia la lombrico. Chi di loro mangerà di più?
Provo ad annusare la tua corteccia ma è inodore.
Affondando il naso nel muschio non sento quel profumo di bosco "che sa di muschio".
Dunque in città il muschio è inodore?
Chi glielo ha portato via?
O chi dona il profumo al muschio dei boschi?
Una macchina risuona con il suo allarme. Poco prima qualcuno aveva buttato delle bottiglie e ho avvertito il passaggio delle auto. Mi rendo conto che ho passato l'ultima mezz'ora concentrata sui versi della natura ignorando quelli umani.
Oggi mi sento strana. So che per un po' di tempo non ci vedremo. Cosa vivrai? Come ti troverò al mio ritorno? Quanti uccelli e insetti ti faranno compagnia?
È una strana sensazione perché ci siamo incontrate abbastanza da settembre e ho visto progressivi cambiamenti intorno a te e in te.
Solo ora mi accorgo che ha già smesso di piovere. Un fringuello canta.
Le mie mani ora sono gelate, il naso meno del solito. I piedi caldi che strano!
Un'ultima occhiata in alto là dove spiccano i frutti già pronti e quelli ancora piccoli. Dove i tuoi rami si protendono verso il cielo come tante braccia.
Ti saluto amica mia. Ci vedremo nel 2020.
Una macchina risuona con il suo allarme. Poco prima qualcuno aveva buttato delle bottiglie e ho avvertito il passaggio delle auto. Mi rendo conto che ho passato l'ultima mezz'ora concentrata sui versi della natura ignorando quelli umani.
Oggi mi sento strana. So che per un po' di tempo non ci vedremo. Cosa vivrai? Come ti troverò al mio ritorno? Quanti uccelli e insetti ti faranno compagnia?
È una strana sensazione perché ci siamo incontrate abbastanza da settembre e ho visto progressivi cambiamenti intorno a te e in te.
Solo ora mi accorgo che ha già smesso di piovere. Un fringuello canta.
Le mie mani ora sono gelate, il naso meno del solito. I piedi caldi che strano!
Un'ultima occhiata in alto là dove spiccano i frutti già pronti e quelli ancora piccoli. Dove i tuoi rami si protendono verso il cielo come tante braccia.
Ti saluto amica mia. Ci vedremo nel 2020.
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