mercoledì 31 maggio 2017

La voce dei colori di Jimmy Liao, edizioni Gruppo Abele


Come si può affrontare la perdita di qualcosa di così prezioso come la vista? Io sinceramente non saprei come potrei reagire, ma la chiave per essere felici, nonostante tutto, potrebbe essere quella di vivere questa esperienza traendone tutto il buono che può dare. Forse è questo il messaggio più bello che ci regala "La voce dei colori" dell'artista di Taipei Jimmy Liao, edito da Gruppo Abele nella collana "I Bulbi dei piccoli" (qui), un libro poetico e intenso che "da voce" ai sentimenti di una ragazzina di quindici anni che perde progressivamente la vista.


Una ragazzina che affronta in solitaria un emozionante tragitto in metropolitana, un percorso a tappe quasi infinite che sembrano essere la metafora del "Viaggio", di quel viaggio di formazione compiuto nel Settecento dove il viaggio era sì esperienza conoscitiva dei luoghi, ma anche esperienza di scoperta interiore, o di quel viaggio che porta l'eroe e l'eroina a un percorso di cambiamento riuscendo ad affrontare le diverse sfide che la vita ci presenta.

In questo percorso onirico, in cui - come scrive Silvana Sola nella bellissima postfazione - ci sono molti richiami ad artisti come Escher o Matisse, il lettore si immerge lui stesso e scopre che la fantasia può accompagnarci e regalare una visione del mondo completamente diversa dalla realtà. Mi viene in mente - a questo proposito - il film "The big fish" di Tim Burton (qui) in cui realtà e fantasia si mescolano nel racconto di una vita che prende senso soprattutto se vista con certi occhi e con un certo sguardo.


Non a caso questo albo si chiama "La voce dei colori", perché i colori ci regalano emozioni e ognuno di essi è collegato a uno stato d'animo preciso.


Questa ragazzina - di cui non sappiamo il nome - affronta un percorso lunghissimo, accompagnata da alcune mascotte (un cagnolino e... di tanto in tanto un coniglio o altri animaletti) a volte quasi nascoste nel paesaggio a volte più evidenti e a ogni fermata di metropolitana si ritrova in mondi fantastici, a nuotare con i delfini, a librarsi nell'aria come un volatile in mezzo a case coloratissime, ad attraversare labirinti verdi dove troneggiano uccelli giganteschi. Non tutto il viaggio è piacevole e affascinante, si trova anche immersa in "una palude nebbiosa" sprofondando nel fango, ma come racconta "c'è sempre qualcuno che si prende cura di me". Un viaggio che affonda anche nei ricordi d'infanzia, un viaggio "alla ricerca della speranza" dove le immagini di tante boccette luminose fa ricordare il GGG di Roal Dahl (ne ho parlato qui) che racchiudeva in barattoli i sogni belli per regalarli ai bambini.
E di tanto in tanto la fantasia cede il passo alla speranza e ai desideri: che qualcuno sia accanto nelle difficoltà, che qualcuno reciti per lei una poesia al tramonto (una bellissima immagine specie se si pensa che in effetti questa ragazzina ha perso la vista ma ha dentro di sé l'immagine del tramonto e le emozioni che in lei suscita questo ricordo), che qualcuno le faccia compagnia...


Insomma, un albo molto denso e ricco, da sfogliare e assaporare, che aiuta a riflettere sulle bellissime possibilità che ci dà una visione positiva, piena di colori e sfumature.

domenica 21 maggio 2017

Al #SalTo30 le "Storie bestiali" di Papik Genovesi e Sandro Natalini, Editoriale Scienza



Ieri 20 maggio, alla trentesima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino (#SalTo30), presso il Bookstok Village si è tenuto “Storie bestiali”, un incontro con Papik Genovesi e Sandro Natalini che hanno presentato alcune curiosità sugli animali a partire dal libro (qui) pubblicato con Editoriale Scienza.


L’illustratore Sandro Natalini (qui) ha fatto da "Cicerone" e presentatore invitando Papik Genovesi, zoologo e ricercatore Ispra (qui) a raccontare ai bambini alcune delle storie più belle, curiose o inconsuete legate al mondo naturale. Filo conduttore è stato l’indice del libro che è suddiviso in dodici parti e che è un'affascinante introduzione al mondo animale.



Cacca. Si è dunque parlato sia di animali noti, come l’orso (di cui Papik Genovesi è uno dei massimi esperti), che in Italia è in difficoltà quanto al suo status di conservazione, sia di animali molto più piccoli e poco noti e amati, come alcuni ragni.

A differenza di quello che possono pensare in molti, la vita di chi studia gli animali non è sempre "rose e fiori" e per capire ad esempio molte cose sulla dieta dei carnivori (come lupi, orsi, lontre) i ricercatori scoprono tutto attraverso le cacche (in gergo tecnico chiamate “fatte”) e scherzosamente Papik Genovesi ha invitato i bambini a non raccoglierle (senza il permesso degli adulti), ricordando un episodio curioso che gli è capitato - dato che che per anni se ne è occupato - trovandosi nelle tasche sacchetti con questi “preziosi” reperti dopo molto tempo dalla raccolta.


La “Cacca” degli animali, è dunque un elemento fondamentale per conoscere le loro abitudini e da alcuni - come gli ippopotami, animali molto territoriali, che fanno grandi battaglie tra loro e se disturbati possono essere pericolosi - è un mezzo di comunicazione molto efficace. Per altri può diventare addirittura un’abitazione calda dove trovare cibo.
Una curiosità: la balena quando mangia i gamberi rossi fa una cacca rosa, lasciando una "nuvola ro

Cibo. L’incontro è partito parlando anche di un animale che alla sottoscritta sta molto a cuore (qui potete trovare un articolo che ho scritto anni orsono... e non è l'unico), lo scoiattolo rosso, che si trova in buona parte dell’Europa, e vive nei boschi dove trova noci, nocciole e altro nutrimento. Poiché non va in letargo, ha un “trucco” di creare piccole riserve nel terreno che è capace di ritrovare in inverno (quando il cibo scarseggia). Purtropppo, da quando è arrivato in Italia lo scoiattolo grigio, questi è in grande pericolo, anche perché il suo cugino americano riesce a trovare le sue riserve e gliele ruba (la competizione è anche indiretta perché lo scoiattolo grigio è molto più grosso, prolifico e meno diffidente dello scoiattolo nostrano). Per spiegare ai bambini questo fenomeno di competizione, Sandro Natalini ha parlato di una sorta di “bullismo”. Parola decisamente efficace di questi tempi.

Ma come è arrivato questo roditore nel nostro Paese? Tutta colpa di noi uomini: un ambasciatore se ne è “innamorato” e ha portato una coppia in Piemonte, senza sapere a cosa saremmo andati incontro. La storia è lunga e complessa. Aggiungo a quanto raccontato da Papik ieri (naturalmente non poteva soffermarsi troppo su ogni animale) che Secondo la IUCN, l’organo di conservazione della natura che si occupa di stilare le liste rosse degli animali in pericolo, lo scoiattolo americano, a dispetto del suo aspetto carino che affascina grandi e piccini, è una delle specie esotiche più pericolose al mondo!

Sonno. Ci sono animali che dormono pochissimo, come le giraffe, che fanno una “penichella” di mezz’ora nel corso dell’intera giornata (la vita non è certo facile per questi giganti erbivori dal lungo collo), altri che passano quasi l’intera giornata a farlo, come i pipistrelli (dormono diciannove o venti ore, a testa in giù) o i leoni, che sono grandi dormiglioni.

I Sensi per gli animali sono importantissimi per muoversi nell’ambiente in cui vivono anche per individuare il cibo, Un esempio in tal senso è il kiwi un uccello che vive in Nuova Zelanda; in effetti per essere un uccello è un po’ strano, infatti non vola e si muove come i mammiferi, e ha un becco dotato di alcuni peli sensoriali che gli permettono di scoprire se ci sono insetti, dato che si muove nel fitto del bosco di notte, come una sorta di piccolo fantasma. Questo animale, che viveva un tempo indisturbato in quest’isola, dove non c’era nessun predatore, ora è a rischio da quando l’uomo ne ha introdotti diversi, tanto che si trova soprattutto nelle aree protette, essendo diventato il simbolo di questo Paese.

Un altro animale davvero particolare e affascinante è l’ornitorinco, che per molto tempo è stato ritenuto un vero rompicapo zoologico (e all’inizio ritenuto un “falso” costruito con pezzi di altri animali, come il becco “a papera” di un uccello, la coda piatta di un castoro). Questo mammifero australiano è dotato di sensori nel becco che gli permettono di scovare nel fango il suo nutrimento quando si aggira di notte in cerca delle sue prede. Inoltre il maschio è dotato di uno sperone con il veleno.

Un altro animale che impiega i sensi è la vipera, dotata di una lingua biforcuta, “non perché dicono bugie” come ha spiegato Genovesi, con la quale riesce a percepire gli odori che vengono poi “decodificati” nella bocca, per comprendere da che direzione (sinistra o destra) arrivino; alcuni serpenti - come il crotalo o serpente a sonagli -sono invece in grado di percepire il “calore” delle prede anche quando sono immobili. Una delle specie più velenose al mondo è invece una medusa australiana (ma esistono anche conchiglie di mare che lanciano dardi velenosi).

Comunicazione. Come comunicano gli animali? In tanti modi. Abbiamo visto che l’Ippopotamo lo fa anche con la cacca. E noi? Oltre alla parola, con gesti, mimica facciale, il ballo, o anche scegliendo i vestiti. Queste cose le ritroviamo anche nel mondo animale.

Per esempio, il serpente corallo è velenoso, ha dei colori vivi (in gergo si chiamano "aposematici" ossia di avvertimento") e non ha problemi a farsi vedere, essendo velenoso, perché manda un apposito segnale a chi lo vede: sono velenoso, stammi lontano. Questa peculiarità è sfruttata dal falso serpente corallo, che non è velenoso ma ha una colorazione simile per cui, per sicurezza di solito i possibili predatori lo evitano.

Il calamaro dei coralli è invece fosforescente e usa la luce per comunicare, quando si muove sui fondali dei Caraibi (Oceano Atlantico).

Il pesce cadetto produce invece un ronzio fastidiosissimo, che può sembrare l'allarme di una sirena, per cui è davvero fastidioso per chi si trova vicino al suo branco di notte e vorrebbe dormire.


Il Corteggiamento negli animali è molto vario. Ci sono specie che danzano, come alcuni ragni. Un ragno australiano saltatore, detto ragno pavone, riprende il re dei corteggiatori che è il pavone e si esibisce in una danza straordinaria per corteggiare la femmina, con la differenza che se la femmina non è convinta se lo mangia (quindi bisogna imparare a ballare molto bene, il maschio le si avvicina con cautela).

Papik Genovesi ha ricordato come i ragni, che non piacciono a tutti, abbiano invece un ruolo straordinario nel mondo naturale perché sono abili predatori, che controllano il numero di insetti nei boschi. Dobbiamo quindi ringraziarli se non ci sono invasioni di insetti!

Gli Amori bestiali si manifestano in mille modi: l'abbraccio tra i lumaconi acrobati è forse quello più singolare; questi molluschi sono infatti dotati contemporaneamente di organi maschili e femminili e devono sfruttare l'occasione quando incontrano un partner (potrebbe essere anche l'unica!)

Anche la rana notturna di Bombay è un'altra specie acrobata, con il maschio che si appoggia alla foglia con le zampe anteriori (quelle davanti) per avvicinarsi alla femmina per accoppiarsi.

Il comune grillo campestre si può dire che abbia - come ha ben espresso Sandro Natalini - "mille grilli per la testa": infatti i ricercatori anglosassoni hanno scoperto attraverso l'uso di tante telecamere che ogni maschio sceglie molte femmine... e viceversa.


In dolce attesa... Maternità. Ci sono gestazioni che durano molto (come quelle delle balene o delle orche) e altre che durano pochissimo, come nel caso degli opossum (dodici giorni). Le orche mamme passano anche molto tempo con il piccolo, che nelle prime settimane di vita non sa respirare bene, per cui lo sostengono letteralmente per portarlo in superficie in modo che respiri l'aria (essendo un mammifero dotato di polmoni). In compenso, mamma opossum ha gravidanza di dodici giorni - è un marsupiale, quindi il piccolo partorito è una sorta di feto che poi si sviluppa in una speciale sacca e grazie a un latte portentoso - poi accudisce i suoi piccoli, tanto che gliene possono "salire addosso" anche dodici!!
Una curiosità: noi donne abbiamo la stessa gestazione delle mucche!

In altri casi, il compito di allevare i piccoli è delegato ai maschi, come succede al cavalluccio marino, le cui uova fecondate sono tenute in una tasca nella pancia del maschio, che se le cura e alla fine "partorisce" da mille a milleottocento piccoli!

Cure parentali. Ci sono tante curiosità e anche dei rimpianti: è il caso di una rana che viveva in stagni australiani e possedeva succhi gastrici portentosi, avendo un principio attivo che se studiato avrebbe potuto aiutare l'uomo a creare delle medicine per la gastrite. purtroppo queste rane si sono estinte e con loro abbiamo perso possibilità di scoprire questa specie affascinante e al tempo stesso di trovare dei principi attivi per guarire le persone.
Il casuario è uno strano uccello vive in Australia e ha un artiglio, con cui è capace di aprire la pancia con un taglio. Nonostante tutto, con i suoi piccoli è molto amorevole e li protegge dai pericoli. E la mamma casuario cosa fa? Si riposa un po’...

Curarsi."Aiutati che il ciel ti aiuta": è il caso di alcuni anfibi, in grado di rigenerare la zampa dopo averla danneggiata o persa. Lo stesso succede anche alle stelle marine.
I pesci zebra hanno, invece, la capacità straordinaria di rigenerare le cellule del cuore quando è danneggiato.
Una specie di lemure nero, primate che vive solo nell'isola del Madagascar, si sparge sulla pelliccia il veleno dei millepiedi per allontanare i parassiti.

Tema della morte viene affrontato anche con storie relative al mondo animale. Caso emblematico è quello del salmone: un pesce che vive la sua vita adulta in mare, ma nasce nei torrenti per poi tornarci per deporre le uova, compiendo un viaggio molto avventuroso, nuotando contro corrente, cercando di sopravvivere agli attacchi degli orsi, arrivando stremato al torrente natale per poi morire subito dopo la deposizione delle uova.

Un altro caso "estremo" è quello degli efemerotteri (dal greco ephḗmeros, che dura un giorno+pterón, ala) che spendono buona parte della loro vita in acqua - anche per alcuni anni - come larve, ma come adulti vivono qualche ora, giusto il tempo per accoppiarsi e deporre le uova.

Se bisogna cercare un animale longevo, bisogna allora parlare della vongola quahog (l'età si conta in base al numero anelli sulla conchiglia, come accade per le testuggini o per gli anelli concentrici degli alberi): un esemplare raccolto in Nord Atlantico (e purtroppo surgelato dai ricercatori) aveva la "tenera età" di "quattrocento anni.

Queste sono solo alcune delle curiosità e informazioni che si possono trovare in questo bellissimo volume. Io lo sto leggendo da alcune settimane con i miei figli e posso assicurarvi che non solo li appassiona un sacco ma fa venir voglia di farsi altre domande e andare ad approfondire, magari cercando filmati, audio sulle specie. Insomma, non si può prevedere l'effetto che fa. Sicuramente, una grande attenzione all'ambiente e una maggiore conoscenza delle specie animali. Perché non si smette mai di studiare.


L'incontro è finito con gli autografi di rito (naturalmente me li sono portati a casa anch'io) 


e con il ritrovo di amici giornalisti (come Andrea Vico, che nei giorni scorsi ha presentato il libro di Telmo Pievani Sulle tracce degli antenati (qui), sempre pubblicato da Editoriale Scienza). Qui trovate una video presentazione ad opera dei ragazzi del BookBlog.

giovedì 11 maggio 2017

"Tanti e diversi" di Nicola Davies ed Emily Sutton, Editoriale Scienza

Non è giusto che quella bambina 
è in mezzo a tutti quegli animali.

"Tanti e diversi", il nuovo albo della zoologa Nicola Davies, illustrato da Emily Sutton, pubblicato da Editoriale Scienza (qui) avvicina i bambini alla varietà delle forme viventi in modo empatico e incuriosendoli. Un libro che mi è piaciuto molto perché riesce a entrare subito nelle grazie anche dei più piccoli, che ritrovano sin dalle prime pagine animali a loro noti (come la giraffa o l'elefante).

Con questo approccio, l'autrice passa a illustrare organismi sconosciuti ai più come i funghi o i microbi, fornendo un po' di numeri. Si passa poi a una carrellata di ambienti, uno più affascinante dell'altro, dove ci si perde nelle illustrazioni che con minuzia descrivono molti animali e piante caratteristiche, rimanendo ammaliati dai paesaggi.

Filo conduttore - e protagonista del libro - è una bambina, in cui facilmente i più piccoli si possono riconoscere (e consente loro di avere un metro di paragone quando si parla di grandezze), che viaggia alla scoperta di questi ecosistemi fantastici in cui a volte si può arrivare con mezzi inconsueti, come la mongolfiera (per osservare da vicino le specie della foresta amazzonica sugli alberi) o con bombola dell'ossigeno, maschera e pinne (per esplorare le profondità degli oceani).

La parte che ha divertito più sia Andrea, sia i bambini che hanno ascoltato una storia durante un incontro in libreria, è quello relativo alle specie scoperte, alcune delle quali hanno dei nomi davvero fantasiosi e livree o manti inconsueti, come il polpo Wunderpus photogenicus, l'iguana rosa delle Galapagos o il fungo Spongebob (!).

In poche pagine si affrontano anche le basi dell'ecologia, dalle specie che si assomigliano molto ma sono diverse fra loro (specie innocue che di fatto "sfruttano" il colore aposematico, ossia di avvertimento di una specie che può essere tossica o velenosa) alla catena alimentare.

Dopodiché l'autore e l'illustratrice ci mandano un segnale molto forte: ci raccontano cosa sta facendo la nostra specie agli ambienti, disboscando le foreste, "avvelenando l'aria, i fiumi, gli oceani" o "prendendo troppo dal mare". Poche sintetiche righe e immagini di grande impatto che colpiscono molto i bambini. Questo è forse uno dei pochi modi che ancora abbiamo per pensare di crescere delle generazioni consapevoli di quello che succede all'ambiente, sensibilizzandoli a livello emotivo.

Un'altra doppia pagina che colpisce molto è quella delle specie estinte: basta mettersi a nominare le specie e raccontare loro alcune storie del perché sono scomparse (tutte negli ultimi cinquant'anni, quindi probabilmente prima della nascita dei loro genitori) per farli rimanere a bocca aperta, increduli di quello che stanno osservando (Andrea mi ha detto "cattivi gli uomini che uccidono l'animali").
Un libro che lancia bellissimi messaggi ecologici avvicinando i più piccoli ad argomenti molto complessi. Un libro che lascia sicuramente il segno e con il quale si può lavorare a più livelli anche a scuola a seconda dell'età.

Il laboratorio alla Feltrinelli 
Ecco qui di seguito, alcuni lavori realizzati dai bambini che sono venuti ad ascoltare la lettura alla Feltrinelli di piazza Piemonte la scorsa domenica e che hanno creato i loro animali (veri o fantastici).






Il serpente.



martedì 9 maggio 2017

"Colore. Giocare con la luce alla scoperta del colore", mostra al MUBA a Milano



Resterà aperta fino al 7 gennaio 2018 la mostra "Colore. Giocare con la luce alla scoperta del colore", inaugurata oggi al MUBA Museo dei Bambini Milano, organizzazione non profit che ha sede presso la Rotonda della Besana a Milano.

Francesca Valan, Colour designer, co-coordinatrice dell'esposizione insieme al MUBA ha spiegato che la mostra è appositamente dedicata alla fascia di bambini di età compresa tra 2/6 anni, che proprio in questa fase di crescita, dopo aver "dominato" il linguaggio delle forme, si avvicina con interesse al colore.
Il colore, come tutti i linguaggi ha le sue regole e i suoi codici e prima li si apprende correttamente, prima si è in grado di usarli. Un vocabolario visivo che servirà per sempre. Il colore non è solo pigmento ma anche luce, quindi la mostra intende avvicinarsi in modo complementare a quello che i bambini apprendono a scuola. Questa esposizione è pensata per "un'esperienza immaterica" (ultimamente ci si è accorti che la qualità della luce è altrettanto importante all'esperienza materica del colore).
La mostra è pensata per avvicinare i più piccoli al colore perché, imparando un nuovo linguaggio imparino a vedere, e sviluppino una forma di autonomia di pensiero, affinché diventino: consapevoli, indipendenti, autonomi.
Naturalmente i più piccoli si avvicineranno alla mostra in modo più emozionale (finire sotto una luce colorata è di per sé emozionante, sia per grandi sia per piccini), senza avere quelle idee convenzionali e quei preconcetti sul colore che abbiamo acquisito noi adulti. Per esempio, il grigio che secondo la nostra cultura è un colore triste, in Africa è il colore del benvenuto, perché corrisponde all'arrivo della pioggia. In America sono invece vietati i pavimenti blu, che danno idea di freddo. Noi grandi e i bambini oltre i sei anni si portano dietro un bagaglio di preconcetti . Se invece ci rivolgiamo a bambini tra due e sei anni, questi fanno un'esperienza e consolidano il loro concetto sul colore.

In Italia non esiste una "Patente del colore" come in Giappone, quindi si è pensato anche a corsi di formazione dedicati a insegnanti, educatori e a tutte le persone interessate, per comprendere alcuni elementi per discriminare il colore e padroneggiarne il linguaggio.

Le installazioni sono quattro: Luce comanda color, Esci dall'ombra, Che occhio!, Dove ti nascondi?

Luce comanda color
Le dodici docce colorate vogliono essere un avvicinamento attraverso la sinestesia, ovvero il coinvolgimento di tutti i sensi (le ultime ricerche in ambito delle neuroscienze hanno dimostrato che i sensi non sono separati tra loro; alcune persone, come quelle con spettro autistico, sono più sensibili, comunque la sinestesia si può cercare di stimolare).







La percezione dei colori è arricchita dagli scatti del fotografo Massimiliano Tappari. Queste campane di tessuto hanno all'interno delle apposite lampade della Linea You Go - uno degli sponsor della mostra è Philips - connecteced Wi-Fi, che si possono portare in giro gestiste, facendo loro cambiare colore a distanza. Vedere all'opera una scolaresca insieme alle animatrici MUBA rende sicuramente l'idea del piacere e del divertimento che dovrebbero sempre accompagnare l'apprendimento.


Esci dall'ombra
Questa installazione - con il supporto creativo di Mao Fusina - ha come tema l'RGB e la scomposizione della luce bianca nei suoi diversi colori e il gioco con le ombre che creano contrasti e al tempo stesso consentono di orientarsi. 


Che occhio!
Questa installazione, costituita da alcuni tubi, vuol avvicinare alla visione degli animali e presenta le illustrazioni di Nina Cuneo. Viene quindi sfatato il mito del toro che insegue il drappo rosso durante la Corrida perché sia i bovidi (mucche, buoi, tori) sia gli equidi (cavalli, zebre) non vedono il rosso.
Mentre gli uccelli vedono meglio di noi, specie di pesci che vanno in profondità, non hanno necessità di vedere i colori, tanto che esiste una specie di squalo con un solo cono. La talpa, che ha occhi piccoli e sta sottoterra vede diversamente da noi. Un viaggio quindi non solo nel mondo degli animali ma anche uno sguardo con gli occhi della fantasia (come l'unicorno?)





Dove ti nascondi?
Questa mostra racconta il mimetismo degli animali, grazie alla realizzazione del duo creativo Carnovsky, per sintonizzarsi con natura oltre che con la luce. Si entra infatti in una stanza con un disegno alle pareti dove al centro c'è uno specchio, dove i più piccoli che indossano delle pettorine con gli stessi disegni riportati sulle pareti possono specchiarsi e osservare i cambiamenti anche sul proprio corpo. Grazie a led luminosi che cambiano colore, si vedranno apparire e scomparire immagini di animal a seconda del colore. 


Qui un video con due delle installazioni realizzate. 





C'è anche una postazione, "Color lab" per esperienze sulla tridimensionalità del colore (saranno organizzati incontri con genitori/bambini).
Da sinistra, Francesca Valan, Elena Dondina e Lara Porcella.
Questa mostra è frutto di un grande lavoro di équipe: Elena Dondina, presidente MUBA, ha ringraziato tutti i professionisti che ne hanno reso possibile la realizzazione, da Barbara Merati direttore creativo MUBA, a Elena Valdrè, da Alessandra Bocchi, responsabile della didattica, a
Cinzia Cartoni, responsabile del found raising, all'art director Francesco Dondina, che cura la grafica di tutte le mostre.
Il concept per l'allestimento è opera di Lara Porcella, che ha vinto la call che il MUBA ha fatto per la mostra.
La mostra non sarebbe stata possibile senza gli sponsor: Fila Giotto, colore ufficiale -  che accompagna tante iniziative MUBA come Remida - Philips Lighting e ILTI Luce.

Info pratiche
MUBA, Museo dei Bambini Milano, Rotonda della Besana, via E. Besana 12 www.muba.it
info@muba.it, tel. 02 43980402
Le visite sono organizzate con turni di ingresso di 75 minuti
Da martedì a venerdì: ore 17 - sabato/domenica/festivo: 10 /11.30 / 15.45 /17.30
Ingresso: adulti 6 euro / bambini 8 euro (prevendita sul sito) - biglietto famiglia 25 euro
Proposte formative per adulti a cura di Francesca Valan, visibili presto sul sito.



dedicata ad Antonella Capetti (autrice di Che bello!), Giovanna Zoboli e Paolo Canton (Topipittori).

dedicato a Francesca Archinto (Babalibri).

Naturalmente, vi consiglio di non uscire senza aver visitato la bellissima libreria Rotonda Corraini interna al MUBA... dove vi perderete... (info: muba@corraini.com - www.corraini.com)