lunedì 27 agosto 2018

"Il passaggio dell'Orso" di Giuseppe Festa, Salani


Leggendo "Il passaggio dell'orso" di Giuseppe Festa (Collana Gli Istrici, Salani editore, qui) mi sembra di essere tornata all'università quando avevo iniziato a fare una tesi nelle foreste del Casentino sulla dieta del lupo. Ricordo ancora con emozione quando ho camminato sola nel bosco trovando le sue impronte nella neve. Era passato di lì ed io ero l'unica a saperlo. Ricordo anche l'alloggio nella casa forestale, le chiacchierate al fuoco, unico riscaldamento. Un periodo memorabile. Poi ho cambiato tesi ma quel libro ha risvegliato in me ricordi sopiti da tempo e la visione di quel bosco immenso che ti ammanta e stupisce. Forse sono le stesse sensazioni che ha provato Giuseppe Festa quando ha passato da volontario un periodo al Parco nazionale d'Abruzzo.

Penso che ogni amante della natura e ogni futuro naturalista dovrebbe leggere questo libro perché gli si accenderebbe quella scintilla in più per fare qualcosa d'altro per l'ambiente. Per capire che oltre allo studio c'è prima di tutto la passione. Perché ci sono le persone e le loro esperienze che sono altrettanto importanti degli studi. Mi è capitato di provare ancora quelle emozioni poi quando sono andata a fare la mia vera tesi alla riserva Bosco della Mesola (sul Delta del Po) e ho conosciuto un forestale appassionato, che non riusciva a stare incollato alla sedia, ma doveva girare per la riserva per tutelarla. Ricordo l'eccitazione provata una notte ad aspettare i bracconieri che, giorni prima, avevano dimenticato il loro orologio nel bosco. Ricordo i suoni, i profumi. Le sagome degli animali che incrociavamo.
Ricordo anche gli anni passati come volontaria del WWF a Torre Guaceto (ora diventata Riserva) a fare i turni antincendio. Non posso ancora dimenticare il dolore provato nel vedere il fuoco lambire la spiaggia. Fuoco doloso.

Questo romanzo è scritto in modo poetico e sincero. La Natura è protagonista insieme agli uomini. Uomini di varia natura. I bracconieri, i saccenti e i sapienti, ovvero gli esperti, che che si sono costruiti suo campo (come erano le persone del corpo forestale, entre che ora è stato abolito). Persone che sono abituate a stare a contatto con la natura e altre che non hanno avuto questa possibilità.

Ognuno si immedesimerà in uno dei protagonisti: qualcuno nella bionda e sognante Viola, qualcun altro in Kevin il riottoso ragazzino viziato cresciuto senza natura, che scopre qualcosa di se stesso in quel magico posto. Altri in Sandro il forestale amante degli orsi, appassionato difensore del parco. Anche Valerio il saccente ricercatore, alla fine risulterà simpatico, grazie al modo in cui saprà farsi conquistare dalle persone e da quell'ambiente, riuscendo a comprendere anche lui cosa vuol dire davvero proteggere la natura. Ci si potrà anche immedesimare in Karhu, il giovane orso rimasto presto orfano con il fratello... Certo sarà difficile comprendere persone crudeli e grezze come il bracconiere, o quelle avide di soldi come altre... (non posso svelare troppo). Però tutte fanno parte dell'umanità e forse non potevano mancare per rendere credibile il libro.

Mi spiace solo da lettrice aver perso troppo presto le tracce di Viola e Kevin e forse aver saputo così poco della famiglia di Sandro che sembra quasi di contorno al romanzo anche se per l'autore sicuramente è una parte importante.

Quello che ho apprezzato di più è l'atmosfera che ti avvolge, le descrizioni del paesaggio e dei suoi abitanti che ti fa sembrare di essere lì. Il desiderio di andare a visitare quei posti e di tutelarli. Vi dico solo che sono rimasta incollata alle pagine una dopo l'altra e mi sono sentita un po' orfana, come Karhu alla fine della storia.

Qui di sotto trovate un'intervista che avevo fatto in occasione di Mare di Libri (qui), insieme a una cara amica, esperta di letteratura per l'infanzia (Alessandra Starace, alias Tata Libro qui)


lunedì 13 agosto 2018

Campus Dragolago per bambini tra natura e relax, all'insegna della cooperazione e della vita di gruppo



Per il secondo anno abbiamo sperimentato i campus della associazione Dragolago (qui) a Casa Lavanda. Un'abitazione a basso impatto ambientale acquistata da Marco e Paola per essere sempre aperta e disponibile a una rete di amici e iniziative (qui trovate le camere su airbnb). Per l'occasione a luglio abbiamo ospitato 15 bambine e bambini tra 7 e 11 anni che hanno potuto scoprire la natura e la convivenza.


Un'esperienza particolare perché con un gruppo ristretto (a cui si sono aggiunti tre pre adolescenti che ci hanno supportato) si può lasciare i bambini liberi di decidere cosa fare in modo democratico


(e poter concedere ai bambini alla prima esperienza fuori casa di ricevere le giuste attenzioni, anche di sera, quando la malinconia aumenta).
Certo c'è sempre una regia dietro, un canovaccio che con Paola (Giroldini) stendiamo prima del campus, ma sarà il gruppo o particolare interessi che emergono a spingere in una direzione piuttosto che in un'altra.


Così questa volta Paola ha suggerito ai bambini di poter aprire un sentiero che porta dalla base della Torre del Buccione (una torre di avvistamento molto importante che serviva in passato a chi arrivava dal Lago d'Orta) al lago. Così, muniti di falcetto e divisi per piccoli gruppi, i bambini si sono trasformati in cartografi, botanici, esploratori...


il risultato è stata una bellissima mappa dotata di disegni che i giovani hanno successivamente creato


e una lettera che hanno voluto scrivere ad Adriano Fontaneto, direttore del Parco del Ticino e del Lago Maggiore (la zona del Lago d'Orta ora rientra in quest'area protetta, qui il link al sito dell'ente).

Un'altra attività che hanno svolto con piacere è stata quella di aggiustare i ponti lungo il torrente Agogna con sassi o legni.

Elisabetta ed Enea hanno anche trovato dei reperti dell'antica fonderia.

E poi ancora bagni e tuffi nel lago, a cui siamo arrivati a piedi...

... la costruzione delle capanne nel bosco e vicino al torrente Agogna

o ancora la visita all'antico castagno vicino all'Agrigelateria dove ci sono gli animali della fattoria.

Ogni passeggiata riserva sorprese inaspettate anche se è la stessa. Giorno per giorno si scoprono le magie che lo sguardo ci riserva. Quest'anno un incontro furtivo con una femmina di cinghiale con gli striatini (i suoi piccoli), lo scorso anno (era giugno) con un piccolo di capriolo. 


Quello che ha sorpreso di più è stato il desiderio di lettura, autonoma e ad alta voce. Mattia e Irene che hanno inventato storie a partire dagli albi illustrati senza parole "Le loup noir" di Antoine Guilloppé edito da Casterman (ne ha parlato Marina Petruzio su Libri Calzelunghe qui) e "Il ladro di polli" di Béatrice Rodriguez, Terre di Mezzo Editore (qui).

Per non parlare di quante volte Elisabetta o altri hanno chiesto di leggere "L'erba magica di Tu Youyou" di Xu Lu e Alice Coppini, Editoriale Scienza (qui la mia recensione). O l'emozione di avere un piccolo pubblico (Francesco, Enea e Daniele) che si è beato ad ascoltare le poesie di Sabina Giarratana e godersi le illustrazioni di Arianna Papini (Amica Terra) o sfogliare i due cartonato di editoriale scienza sulle formiche ("Il formicaio", di Jitka Petřeková e Tomáš Tůma, Editoriale Scienza) o sulle api (qui la recensione del primo dei due libri).


E che soddisfazione osservare i bambini scegliere spontaneamente di giocare a scacchi anche se in pochi ne sapevano qualcosa, o ad altri giochi di società in completa autonomia e piccoli gruppi.

E Mattia che, seguendo le orme paterne, ha chiesto di poter creare cocktail analcolico la sera trasformandosi in un abile sommelier e convincendo Irene Viola ed Elisabetta a diventare perfette e bellissime cameriere.

Infine, i lavori quotidiani, come aiutare ad apparecchiare o sparecchiare la tavola, o la pulitura dei piselli.

La vita in comunità ci ha regalato molto e siamo grate a tutti i partecipanti e ai loro genitori che ci hanno dato credito, affidandoci per una settimana i loro figli.

Ora siamo pronte ad affrontare il secondo campus che si terrà a inizio settembre prima dell'inizio della scuola. Ecco il video con le date precise (i posti sono quasi esauriti).


Speriamo in un tempo clemente, perché il lago in questo periodo è ormai vuoto e bellissimo da esplorare. E nuove avventure da vivere.