martedì 26 marzo 2019

"Una gallina nello zaino" di Guia Risari e AnnaLaura Cantone, Terre di Mezzo Editore



Se inizierete a leggere "Una gallina nello zaino" di Guia Risari e AnnaLaura Cantone, Terre di Mezzo Editore (qui la scheda) penso che vi capiterà come alla sottoscritta: ovvero, non lascerete questo libro per nessun motivo al mondo finché non lo avrete finito. Alla fine ne avrete solo guadagnato in salute, visto che è dimostrato che ridere fa bene e questo libro, ve lo assicuro, vi metterà di buonumore.


La storia non voglio/posso troppo raccontarla, altrimenti rischio di rovinarvi la sorpresa e il piacere di gustarvela fino in fondo con i vostri figli. Posso solo dirvi che alla fine non guarderete più una gallina come prima ma come capita a Orazio, il protagonista della nostra storia - insieme naturalmente a Carmen (il volatile in questione) - che prima la considera solo un pollo, poi la "promuove" a gallina e in seguito la considera decisamente una bella gallina.

Se Orazio all'inizio del racconto sembra solo un bambino considerato piccolo da tutti e continuamente preso in giro dal fratello più grande Francesco, si rivelerà invece pieno di risorse e l'unico in grado di comprendere, come dice sua mammam "il gallinese".

Così dopo una gita iniziata malvolentieri una domenica mattina in cascina, con la pancia semivuota, Orazio si troverà a ritornare a casa con una gallina nello zaino. Una gallina speciale, in grado di essere, allo stesso tempo, esilarante nei dialoghi e saggia, facendogli apprezzare di più la scuola (chissà cosa accadrebbe se ne portassi io una in casa? Ne avrei proprio bisogno!!).


Il testo scorre piacevolmente accompagnato dalle ormai riconoscibili e sempre belle illustrazioni in bianco e nero di AnnaLaura Cantone. Un libro che accompagna l'ironia alla saggezza, scritto in un italiano che arricchisce l'immaginario dei bambini con le sue descrizioni poetiche.
Insomma, io spero proprio che ci sia un seguito, visto che in copertina c'è un bollino in alto che dice "Un'avventura di Carmen e Orazio".

sabato 2 marzo 2019

"Wunderkammer Le stanze della meraviglia", al cinema dal 4 al 6 marzo

Tutto ciò che è ignoto si immagina pieno di meraviglie
Tacito



Molti naturalisti o esperti di musei sapranno forse già molto sulle "Wunderkammer Le stanze della meraviglia", ma non avranno certo avuto occasione di entrare in luoghi inaccessibili, come case o castelli privati. Quindi come tante altre persone, comodamente seduti in una poltrona dal 4 al 6 marzo avranno la possibilità di visitare al cinema luoghi davvero incredibili, dove da secoli vengono collezionate curiosità di ogni tipo.

Scoprire anche l'evoluzione delle camere da quelle rinascimentali, inaugurate dai potenti - dotti o appassionati - dopo la scoperta dell'America, quando animali incredibili sono stati scoperti e portati in Europa, a quelle costituitesi con l'avvento dell'Illuminismo, fino ai più conosciuti musei moderni, è davvero interessante.

Grazie a esperti (professori universitari, curatori di musei - anche del Mudec di Milano o della Tate Modern, di Londra) storici dell'arte, appassionati collezionisti e galleristi) viaggeremo tra Italia, Inghilterra e Francia.
Oggi le Wunderkammer vengono suddivise in quattro categorie. La prima è quella dei Naturalia, dove si trovano reperti naturali, come coralli, fossili, animali tassidermizzati disposti ovunque (tipici i coccodrilli sui soffitti!... perché evocavano mostro che si avvicinavano al drago secondo la tradizione medievale... erano dunque sospesi nelle Wunderkammer come citazione alle collocazioni medievali nelle chiese, simbolo del demonio), con alcune specie frutto dell'invenzione umana (le cosidette "chimere" che intrecciano animali diversi per spaventare o incuriosire il visitatore). 
La seconda è quella degli Artificialia ovvero oggetti che sono il risultato di una lavorazione artigianale, come avori e madreperle, come i nautilus trasformai in boccali elaborati e anche automi.
La terza è quella degli Scientifica strumenti tecnici usati per le prime osservazione degli astri e del cielo, quali cannocchiali, orologi o globi. Infine, gli Exotica che riuniscono maschere e manufatti tribali e testimonianze di animali mitologici (es. unicorni o draghi).

Tra gli italiani citati c'è Ulisse Aldovrandi, di Bologna, che aveva collezionato ben 17mila reperti (scoperti anche grazie ai disegni che ha lasciato) e Gian Giacomo Poldi Pezzoli, che nel suo palazzo voleva raccogliere tutto lo scibile umano.

Durante l'anteprima stampa Luca Cableri, collezionista di Arezzo (Theatrum Mundi, qui), ha spiegato come oggi quello che interessa il mercato siano oggetti particolari: tute spaziali (russe), dinosauri, meteoriti. Ha parlato anche di cifre: per uno scheletro di Tyrannosaurus rex intero ci vuole almeno un milione di euro (!). Naturalmente l'acquirente è interessato alla qualità e bellezza del reperto, alla sua provenienza, al restauro ma quello che lo spinge più di tutti all'acquisto è il desiderio di possedere per sé quel reperto.
Come è spiegato nel film, oggi esiste un'etica ben precisa (meno male, direi!) per il trattamento degli animali delle collezioni, che non sono prelevati in natura ma hanno una certificazione che documenta la loro origine da parchi faunistici.

Il film documentario è stato realizzato da Magnitudo Film - la regia è di Francesco Invernizzi -e sarà distribuito nei cinema aderenti grazie alla collaborazione con CHILI. L’elenco delle sale è disponibile  su www.magnitudofilm.com
Per quel che mi riguarda, se vi ho incuriositi, val la pena spendere i soldi del biglietto, tanto in pochi possiamo permetterci di acquistare un oggetto da collezione (non solo per i soldi, ma anche per lo spazio!). Qui potete vedere il trailer.