giovedì 27 ottobre 2016

"Una vacanza quasi perfetta" di Anne Percin, Giralangolo


Diciassette anni, Maxime, per scampare all'ennesima vacanza in Corsica con i suoi genitori -supportato da Alice, la sorella più piccola che ha le idee più chiare di lui (passare del tempo in una colonia estiva con la sua migliore amica) - preso alla sprovvista, decide di trascorrere luglio e agosto con la nonna, in un quartiere poco distante da Ivry, un comune alla periferia di Parigi (link). Pochi chilometri separano i due edifici ma la distanza sembra siderale "Il quartiere Kremlin-Bicêtre pur essendo solo a qualche fermata di autobus da Ivry, per me era come se fosse oltre le steppe degli Urali. È lontano ed è bello perché laggiù c'è un giardino, e in quel giardino c'è un ciliegio, e in quel ciliegio c'è un gatto. ... E in mezzo al giardino, tra la strada e il ciliegio sorge ben dritta la casa di nonna Lisette, con le finestre dalle imposte di legno e il cancelletto arrugginito che cigola." Naturalmente quella abitazione nasconde una serie di tesori molto più cari al ragazzo, come l'intera collezione di libri di Agatha Christie, fumetti ingialliti a non finire, una "soffitta di scatole dal contenuto bizzarro, perché la nonna è stata maestra di scuola", una camera insonorizzata, e una stanza con il computer quasi nuovo da cui scaricare "film nell'illegalità più completa".

Così inizia in sordina il periodo di svago di Maxime in "Una vacanza quasi perfetta" di Anne Percin (edito da Giralangoloqui), un libro che propone in modo ironico come riuscire a crescere affrontando le piccole e grandi sfide che la vita ci riserva. Se infatti a Maxime si prospettano solo ore di ozio, nottate a chattare con gli amici, rintanato nel suo guscio ad ascoltare e comporre musica con la chitarra, il giovane si ritroverà all'improvviso catapultato in un'esperienza al di sopra delle sue aspettative.
Infatti, dopo la prima settimana tranquilla, in cui viene coccolato e vezzeggiato, lasciato libero di curiosare e di scoprire la vita piena che Lisette ha al di fuori delle faccende quotidiane, Maxime subisce un vero e proprio straniamento quando, un pomeriggio, si ritrova in cucina avvolto da un forte odore di caramello e dai vapori di fumo che si levano dalla pentola di rame sul fuoco:"Una vera marmitta da strega". Ma le sorprese sono appena iniziate, perché, evitato l'incendio, andando alla ricerca della nonna, la troverà accasciata e priva di sensi nel sottoscala alla "Harry Potter". Di fatto la nonna finisce in ospedale, e il lettore segue con grande interesse la serie di gag esilaranti che capitano una dopo l'altra al giovane protagonista, alle prese non solo con la polizia ma anche con le cartine dell'ospedale...

Inizia così un'estate diversa, in cui un adolescente si troverà ad affrontare da solo insolite avventure, dalla gestione quotidiana di una casa dove qualche ora prima era un semplice ospite - alle prese con le prime esperienze culinarie (con qualche sorpresa gastronomica), una caterva di panni sporchi o con lo scaldabagno che non funziona - alla relazione con la nonna, che all'inizio sembra avere perso la memoria, ma pian piano riuscirà a riprendersi, passando da un reparto all'altro.
Il ragazzo saprà cavarsela egregiamente e, senza volerlo, scoprirà una verità scomoda sulla sua famiglia, che metterà in discussione l'immagine "stereotipata" e forse "edulcorata" delle persone care, che celano molti più segreti di quanto uno possa immaginare.

Nel romanzo non manca anche una parte dedicata alla prima "cotta" che, come a volte succede, nasce da un'iniziale ostilità e dal pregiudizio, per trasformarsi in qualcosa di imprevisto, e quindi, ancora più bello ed emozionante.

Il libro, raccontato in prima persona, è bel mix di descrizioni sceniche, note ironiche e riflessioni non prive di emozioni e commozioni del protagonista. Lasciato in balia di se stesso, Maxime a volte è in preda alla nostalgia e alla solitudine, senza però lasciarsi mai prendere dallo sconforto e, grazie alle energie ritrovate, riuscirà a scoprire quanto sia in grado di badare a se stesso e agli altri molto meglio di quanto pensasse, perché "Bisognerebbe smettere di credere che prima dei vent'anni siamo dei vegetali."

Questo romanzo incolla il lettore pagina dopo pagina facendosi "divorare" in poco tempo con molta piacevolezza, senza togliere spazio alla riflessione, dimostrando come i giovani, lasciati liberi di agire senza pre-giudizi, siano capaci di sorprendere.
Non a caso il libro dell'autrice francese, ha ricevuto un riconoscimento in Francia (qui il suo commento in francese), e sono lieta che sia finalmente uscito nella versione italiana grazie a Giralangolo.

Per chi ne vorrà fare buon uso, ecco anche un link (qui) che suggerisce una serie di approfondimenti sui temi trattati e collegamenti utili (sempre in francese) specie a studenti e insegnanti.

lunedì 24 ottobre 2016

VI incontro della Rete / La Terra dell'educazione: Seminare il futuro - Introduzione al convegno nazionale



Il Teatro Don Mazza di San Pietro in Cariano (VR) ha ospitato oltre 200 persone alla seduta plenaria del VI incontro nazionale della Rete di Cooperazione educativa C'è speranza se accade @ quest'anno dedicato a “La Terra dell'educazione: Seminare il futuro” (qui link).


È difficile riuscire a raccontare a chi non è potuto venire l'alchimia che si è creata da subito, le emozioni vissute, le energie che si sono smosse in questi due giorni, in cui abbiamo provato a riflettere insieme su tematiche che ci stanno a cuore e a lanciare semi da raccogliere pian piano, con la lentezza che guida, sotto lo sguardo vigile di Gianfranco Zavalloni (link qui) e Mario Lodi (link qui, attraverso questa rete di persone che si allarga sempre più.
Incontri tra persone che si sono conosciute solo virtualmente e ritrovi tra persone note. La rete è stato anche questo. 

Provo a narrarvelo, con il linguaggio a me più consono, quello giornalistico e del fotoracconto. A piccoli passi.



Carlo Ridolfi, presidente, ha aperto l'incontro, spiegando che a Negrar i festeggiamenti sono iniziati qualche giorno fa con una mostra “Disegnare una vita” dedicata a Gianfranco Zavalloni (per le vie del paese sono appese ai balconi delle case le tele di Pascucci), link qui, curata dall'associazione “La foglia al vento” che anche fatto alcuni laboratori con i bambini. Ieri, gli alunni della scuola primaria hanno avuto la possibilità di assistere anche alla rappresentazione dello spettacolo di Emanuela Bussolati Il Museo nomade” (link), un museo su ruote itinerante che – si spera - andrà in giro per l'Italia. Ha ricordato anche Mario Lodi e le terre di Cremona.

Ridolfi ha lasciato spazio al sindaco di Negrar (18mila abitanti), Roberto Grison (link) ,che oltre agli auguri di prassi ha colto l'occasione per riflettere, da insegnante, sul grande disagio che vive la società odierna: quello della fretta, ovvero la mancanza di tempo per il dialogo, il confronto e l'ascolto, dove il pensiero lascia spazio all'azione “frenetica”. Purtroppo, questo difetto si respira anche nelle scuole e nelle famiglie, che hanno, quindi, necessità di rallentare. 


Carlo Ridolfi ha ricordato che il convegno è stato reso possibile grazie a un circolo virtuoso formato da tantissime persone - citerei per prima una delle anime, Luciana Bertinato (link) - che si sono spese in prima persona, a partire dalla giunta, in particolare l'assessorato all'educazione e alla cultura (Camilla Coeli, link) e 

l'assessorato alle politiche sociali rappresentato da Ulyana Avola (link), per continuare con la comunità di Negrar, non solo La ProLoco, ma anche con l'Associazione genitori (link fb), di cui una figura centrale è Franca Righetti
Non ultimo, l'Istituto Comprensivo di Negrar che ospita le stanze, rappresentato dalla dirigente Carla Aschieri, che ha dato anche lei il suo benvenuto.


Il ringraziamento è andato a tutti i volontari, a Silvio Boselli che ha curato il logo di quest'anno e a Emanuela Bussolati che ha seguito tutta la grafica.
Carlo Ridolfi ha ricordato anche il rapporto di cuginanza con il Movimento di cooperazione educativa (MCE), del quale Mario Lodi è stato anche presidente onorario.



Il presidente, ci ha appassionato ed emozionato con due video, uno di riflessione su quello che rappresenta la rete, il secondo sulle tappe finora incontrate. 


Un brano di Kahlil Gibran (1883-1931) letto dagli attori Susanna Groppello e Antonio Pannella ci ha invitati a una prima riflessione.
E un mercante chiese. “Parlaci del commercio”.
Ed egli rispose dicendo:
“La terra vi concede il suo frutto e basterà, se voi
saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra,
vi sazierete di ricchezze rivelate.
Ma se lo scambio non avverrà in amore e in benefica giustizia,
farà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando voi, lavoratori del mare, dei campi e delle vigne,
incontrerete sulle piazze del mercato i tessitori, i vasai e gli speziali,
invocate che lo Spirito supremo della terra discenda su di voi
per consacrare le bilance e il calcolo sicché valore corrisponda a valore.
E se colà verranno i danzatori e i cantanti
e i suonatori di flauto, comprate pure i loro doni,
poiché anch’essi raccolgono incenso e frutta
e recano all’anima vostra cibo e ornamento,
quantunque lo facciano in sogno.
E prima di lasciare la piazza del mercato,
badate che nessuno sia andato via a mani vuote.
Poiché lo Spirito supremo della terra non dormirà pacifico nel vento
finché il bisogno dell’ultimo fra voi non sia saziato
”.

Spero che seguiranno altri post con altri interventi. Termino questo con una parte che rende lo spirito con cui siamo stati insieme questi due giorni pieni.



giovedì 20 ottobre 2016

"C'è qualcuno che sa leggere?" Qualche curiosità sull'inserto all'interno delle pagine culturali domenicali del Sole24ore



Domenica 23 ottobre
uscirà il secondo numero di "C'è qualcuno che sa leggere?" le tre pagine dedicate alle famiglie all'interno del supplemento domenicale sulla cultura del Sole24Ore. Nel primo numero abbiamo scoperto che ci saranno alcune aree fisse, quali quella dedicata al maestro Franco Lorenzoni, autore de "I bambini pensano grande" (Sellerio), una poesia di Bruno Tognolini, una pagina dedicata al fumetto d'autore e una parte dedicata al poeta Toti Scialoja.

Incuriosita da questa novità, ho rivolto alcune domande ad Armando Massarenti, responsabile del Sole24Ore Domenica. Ecco le sue risposte.

Da molti anni il settore dei ragazzi è l'unico che "funziona" ma nei quotidiani - salvo pochi casi -  è sempre stato considerato come la "Cenerentola della lettura" (se mi consente l'espressione). Come mai avete deciso di "lanciare" ora queste tre pagine? 
Armando Massarenti In realtà abbiamo voluto fare una scelta "ideale", non tanto legata all'andamento di mercato di questo settore, quanto piuttosto in linea con il nostro impegno che ormai da quasi cinque anni abbiamo assunto, che parte dal nostro "Manifesto per la Cultura" (link qui), con lo slogan "Niente cultura niente sviluppo" (link qui), dove avevamo insistito molto sul fatto che l'educazione e la capacità di creare nuovi lettori forti con spirito critico fosse la cosa più importante, e che bisognava partire dai bambini piccoli per creare lettori che rimanessero poi lettori forti per tutta la vita. La nostra è una visione precisa di lettura: un momento di condivisione tra i bambini e i loro genitori, dove il libro viene letto ad alta voce, in mano, possibilmente in braccio per creare partecipazione anche fisica (l'aspetto corporeo è importantissimo per un bambino, lo dicono anche studi cognitivi), e con un monitoraggio continuo sulla comprensione di come procede la storia, di come questa si sviluppa attraverso le immagini. È questo percorso esperienziale che determina poi la creazione di nuovi lettori. Una scelta ideale quindi, quella di puntare sulla lettura per bambini e giovanissimi, corroborata poi dal fatto che negli ultimi 10 anni questo settore sia cresciuto del 44%, in tempi di crisi per l'editoria. Basti guardare del resto le librerie, piene di libri per bambini e ragazzi: i bambini amano il libro, l'oggetto, non fosse altro che per il possesso, per averlo in mano, cosa che non succede per il libro digitale.

Licia, protagonista del logo, è una bambina reale o è anche immaginaria? Che "ruolo" ha avuto nella riflessione dell'ideazione delle pagine? C'entra per caso il maestro Lorenzoni che pone sempre molte domande ai suoi allievi o qualche altro autore coinvolto o è una bambina che l'ha particolarmente colpita?
Armando Massarenti Licia è una bambina assolutamente reale. Il titolo del supplemento, "C'è qualcuno che sa leggere?", nasce proprio dalla sua domanda durante un pomeriggio in cui a Licia, immersa tra adulti occupati in altre attività, capita sottomano la copertina illustrata di un libro; e avendo ormai cinque anni sa riconoscere le lettere dell'alfabeto ma non le sa ancora decifrare. Decide dunque di chiedere aiuto ai "grandi" premurandosi di capire se tra loro "C'è qualcuno che sa leggere?". Licia però diventa anche il paradigma di tutti i nostri bambini e della loro innata curiosità e fervida immaginazione che noi adulti - genitori ed educatori -dovremmo sempre stimolare, aiutandoli a imparare nel modo più sano e più lungimirante, non dimenticando però di farli anche divertire.

Qual è di preciso il vostro target dei bambini? Quale fascia di età verrà coinvolta? Si pensa anche ai cosiddetti "giovani adulti" o pensate di fermarvi prima?
Armando Massarenti Il nostro target? Da 0 a 99 anni! La nostra missione, come supplemento culturale del Sole 24 Ore, è quella di fare informazione culturale di alto livello rivolta a lettori forti, che da oggi non saranno più solo gli adulti: con questo inserto vogliamo infatti stimolare all'interesse verso la cultura tutti, grandi e piccini. Ovviamente per i più giovani il linguaggio deve essere però leggero e divertente. Anche la grafica di queste nuove pagine va incontro a questo obiettivo di leggerezza, buon gusto e ironia, pensata per divertire i più giovani e piacere agli adulti, i quali sono nella nostra strategia il veicolo per arrivare ai più piccoli. Un discorso simile si può fare per i "giovani adulti", anche se questi agiscono in maniera assai più autonoma rispetto ai genitori.

Avete pensato a rubriche fisse, che in alcune parti sono più legate anche a interessare i genitori a "pensare in grande" rispetto ai loro bambini. È così?
Armando Massarenti Certamente. Ogni domenica i piccoli lettori troveranno alcuni appuntamenti fissi, come le poesie e le illustrazioni del grande poeta Toti Scialoja, che accompagnerà piccoli e grandi lettori all'insegna dei suoi divertenti nonsense. Poesie Bambine sarà invece lo spazio in versi di Roberto Piumini. Appuntamento fisso anche per la rubrica Appine, che darà consigli sulle app per i più giovani, e per la pagina dedicata al fumetto d'autore per i più piccoli. Non mancheranno però anche momenti di riflessione per gli adulti sul rapporto insegnante-studente (con la rubrica Elementare! dell'insegnante Franco Lorenzoni, un diario di maestro in cui saranno soprattutto i bambini a dire la loro su ciò che hanno imparato), o il rapporto genitore-figlio (come ad esempio la rubrica curata dal professore Gianluca Briguglia Non ditelo a sua madre, l'appassionato diario di un padre in attesa di suo figlio). Un'intera pagina fissa sarà sempre dedicata al fumetto d'autore realizzato appositamente per il nostro supplemento. Sono spunti che vogliamo dare a genitori ed educatori per pensare in maniera più creativa ed efficace all'educazione culturale dei loro figli.

Quali saranno le parti "variabili", se si possono raccontare della struttura? Ogni volta ci sarà un'intervista a un protagonista della lettura per bambini (editore, illustratore, autore. o invece si darà sempre spazio agli editori (anche quelli indipendenti, che stanno pubblicando albi e libri molto interessanti?)
Armando Massarenti Ci saranno almeno tre pezzi svincolati dalle rubriche che varieranno il più possibile, proprio per dare voce ai diversi protagonisti del mondo della cultura per i giovani.

È  una coincidenza che tutte le persone scelte per le rubriche fisse siano uomini? In effetti il panorama dell'editoria per l'infanzia è molto femminile...
Armando Massarenti In realtà è stato un puro caso che il primo numero non contenesse autrici o protagoniste femminili del mondo della cultura per bambini. Nelle prossime settimane ospiteremo per esempio Sasha Carnevali, Vanna Vinci per il fumetto d'autore... Tra l'altro questa settimana avremo un racconto inedito di Geronimo Stilton, il cui autore, come sa, è una donna, Elisabetta Dami.

Quale spazio verrà dato ai libri e agli albi illustrati? Nel caso pensate di proporre solo le novità o ci sarà spazio anche per libri che hanno "qualche anno" di vita? Lo chiedo perché se da un lato la spinta editoriale è verso le novità, dall'altro le necessità dei genitori, degli educatori e dei bibliotecari è di trovare dei riferimenti validi e spesso questi vengono presto "dimenticati" (salvo i casi di autori famosi come, ad esempio, Leo Lionni o Bruno Munari.)
Armando Massarenti Sì, delle novità non possiamo farne a meno. Ma in realtà lo spirito generale di questo minisupplemento è quello di dare solo cose di alta qualità, indipendentemente da quando sono state scritte. Non a caso abbiamo scelto di realizzare una rubrica postuma di Toti Scialoja che tra tutti gli autori del '900 è stato quello più confacente al nostro spirito, che è quello di unire intelligenza, arguzia e poetica a divertimento e capacità di comunicare in maniera molto efficace con i bambini.

Saranno pensate nel caso per i giovani lettori o per gli adulti che ne accompagnano la crescita?
Armando Massarenti Sono pensate per entrambi; naturalmente ci riferiamo anzitutto ai nostri lettori tradizionali, che sono adulti, ma ci auguriamo che troveranno di grande utilità questo supplemento e che lo leggeranno insieme ai loro figli.

Qual è la vostra idea di lettura in famiglia? Pensate che ognuno possa "leggere" la sua parte o meglio che ci sia una lettura condivisa e uno scambio tra genitori e figli?
Armando Massarenti L'idea è proprio quella di condividere un momento intimo coi propri figli, quello di apprendimento ma anche di divertimento. Da questa idea nasce "C'è qualcuno che sa leggere?". Manca tanto nelle nostre famiglie un momento di condivisione della cultura.

Ci sarà spazio per notizie legate, per esempio, ai festival letterari che sono un punto di riferimento per il settore e sono in continua crescita?
Armando Massarenti Al momento non abbiamo previsto uno spazio dedicato alle news, ma naturalmente tutte le novità verranno seguite e comunicate. Abbiamo piuttosto in mente di creare vere e proprie collaborazioni con chiunque si interessi al mondo dei bambini e dei ragazzi e di usare - più ancora del giornale che ha un numero limitato di pagine - un sito web che presto sarà pronto.

Non mi resta che ringraziare per la disponibilità Armando Massarenti e aspettare, con curiosità, cosa ci riserverà il futuro. Noi, da lettori forti, per ora siamo grati, sperando che vengano ospitate in queste pagine non solo le firme di punta, ma anche gli autori emergenti che si stanno facendo strada e le case editrici indipendenti, che sfornano opere di alta qualità. 
Buon lavoro a voi e buona lettura a noi. 

martedì 18 ottobre 2016

Laboratorio a merenda con La città dei lupi blù di Marco Viale, Giralangolo-EDT


Domenica 16 ottobre in Feltrinelli Red ho letto ai bambini e alle bambine "La città dei lupi blù" di Marco Viale, edito da Giralangolo-EDT (qui link), che si è accreditato il premio Nati per Leggere nel 2013 "perché è un vero piacere leggere ad alta voce la storia di una ordinata e pacifica comunità di lupi (tanto blù da richiedere persino l'accento) in cui irrompono un fischiettante lupo "rrosso" e uno spericolato lupo "giallo"...".

Se ho scoperto questo libro lo devo a Barbara Archetti, una delle mie "socie" in Feltrinelli insieme a Cristina Zeppini, che un giorno in libreria ha iniziato a leggerlo al mio piccolo Andrea, conquistandolo a tal punto che non ne siamo usciti senza. In effetti il libro vale molto, specie di questi tempi in cui si torna a dare valore pian piano al non fare niente o al fare cose considerate da tanti "inutili", come fischiare, sdraiarsi in un prato. Almeno, presi dalla frenesia della quotidianità ci si dimentica l'importanza della qualità della vita, valore essenziale e fondamentale non solo per i più piccoli ma anche per i più grandi.


Ed ecco che ci ritroviamo in una città monotona, costituita da lupi blù, che si alzano tutti alla stessa ora, fanno tutti le stesse cose, bevono in tazze blù (sì, l'autore mette l'accento per rafforzare la lettura del vocabolo), si mettono la cravatta blu - una bambina (Aynalem) mi ha chiesto "Ma bevono il latte blu?" Se mai Marco Viale leggesse questo post, ebbene chiediamolo a lui, io però presumo di sì, anche perché fanno la pipì blu... Ma attenzione: alla stessa ora! Perché esiste un'ora della pipì. E non si può sgarrare. Non sia mai.
Nessuno si pone il problema di fare altro. Tutti obbediscono. Non so perché leggendolo mi ritrovo in tanti spunti di rodariana memoria...

Tutto procede a macchinetta finché non spunta un lupo rosso, ma non di un rosso normale è rrrosso! Sta su una bicicletta e si permette pure di fischiettare: panico!

La città "perfetta" va in tilt, ne parlano la radio e la tivvù, non solo quanto al traffico, bensì anche perché si riuniscono tutte le persone più importanti per trovare leggi e norme che vietino di farlo. Ma non ce ne sono. E dal disturbo nasce la curiosità perché questo è un'artista del fischio, sa fischiare "a zufolo, alla marinara, alla zingara, alla siciliana, alla malandrina... ". Naturalmente solo e soltanto quando ne ha piacere. Dopo uno sbalordimento iniziale tutti sembrano aver capito il valore di quel che fa tanto da conferirgli un riconoscimento e chiedere addirittura lezioni...

Ecco il valore di questo libro sta nell'invogliare a gustarsi le cose. E certamente uno sbalzo a questi lupi blu questo lupo rrrosso lo da. Ma si sa che le abitudini sono dure a morire, certo lui quando scompare - perché c'è pure il giallo, dove sarà finito? Come è venuto se ne è andato - i lupi blu ricominciano la loro vita monotona che però ha acquistato qualche "trillo" di allegria e qualche dissonanza dall'omogeneità. Ma la storia non finisce qui... e, oltre al finale vero, immagino che questo sia uno di quei libri senza una vera conclusione, che invita a proseguire la storia. Ci si può giocare un sacco e invoglia a riflettere su diversi temi.
Qui trovate un'altra recensione di Libri e Marmellata.

Al lavoro!


Come sempre siamo passati all'azione e ho chiesto ai bambini di "inventare" la loro città ideale, scegliendo se volevano farla uniforme e con un solo colore... o ricca. Sono venuti fuori spunti davvero interessanti e in questa occasione ho anche avuto modo di farmi raccontare cosa hanno pensato. Naturalmente i lavori che vedrete - e le spiegazioni che leggerete - sono di vario genere, essendo l'età molto diversificata.


Davide, 6 anni, ha disegnato un sole usando un tappo di metallo con i raggi blu (evvai!), la piuma blu è di un uccello che volava e l'ha persa. A sinistra c'è una cascata di coriandoli. Al centro ci sono due razzi "freddolosi" tanto che ha dovuto ricoprirli con fili di lana per tenerli al caldo. In basso ci sono due palline (quadrate, gialla e verde), una rete per catturare un pesce, un muretto rosa da cui esce un serpente e un'altalena/dondolo a due.

Federico, 3 anni e mezzo, ha costruito una navicella spaziale, con un razzo propulsore (uno dei due tappi di sughero, mi raccomando, quello in basso). Trovo interessante che abbia tagliato il foglio.

Alessandro, 4 anni, ha fatto a destra una casa gialla, con un muretto luminescente accanto; ci sono anche le finestre (quei quadrati rossi con fori tondi); le parti azzurre morbide sono per saltare. Il resto è rimasto nella sua testa.

Margherita, 8 anni, ha fatto il sole usando sia i materiali gommosi per i raggi, sia il centro con una piuma, le nuvole viola con la carta sagomata. In basso ci sono tre fiori, costruiti con materiali gommosi, dei tappetini, da cui sbucano i nettapipe (è stata lei l'ideatrice, da cui Davide e altri hanno preso spunto), affiancati a un albero di arance, il cui tronco è un pezzo di plastica (ricavato dall'interno di una scatola di biscotti golosi) e la chioma fatta di gomma, mentre i nettapipe arrotolati rappresentano i frutti. La casa ha le mura di scotch, il tetto morbido di tessuto, le finestre con le tulle perché ci sono le tende e per la porta ha usato il materiale delle tovagliette intrecciate.

Marta, 4 anni, ha costruito un'altalena a sinistra, il sole in alto, luminescente; in basso c'è il prato, in cui l'erba è fatta degli avanzi delle matite temperate. Al centro due case, (gialla e rosa) con finestre (scotch e tappi di sughero) e la striscia nera è un lupo!

Jessica, 6 anni, ha messo molte automobili marroni (in alto a sinistra è decappottabile), usato stoffe arricciolate e verde scuro per rappresentare i lupi, l'erba che spunta dalla gomma con i nettapipe (l'idea di Margherita ha incuriosito molto "i suoi vicini di banco"), ci sono due pozze d'acqua rappresentate dal pizzo azzurro trasparente. La cosa che mi ha colpito di più è che ha inserito "una manciata" di stelle in basso a sinistra.

Il mondo di Carlito, 4 anni, è costituito da un tram giallo con un tetto rosso "sberluccicante" e sopra un drago (il filo presumo sia la sua fiammata). La pioggia è quadrata e c'è un ombrello per ripararsi. A fianco c'è una persona, si capisce che è un uomo "perché ha il pelo" (rappresentato dalle piume). Di fianco due case verdi e gialle. Nel cielo ci sono anche due stelle.

Francesco, 3 anni e mezzo, ha fatto velocemente il lavoro e spiegato che "Ci sono i pantaloni, i coriandoli, il tappo rappresenta un personaggio, sopra c'è una scala gialla, il pezzo rosa è una maglietta, c'è una molla e sotto scorre un fiume di fragole". Tutto chiaro?

Aynalem, 6 anni e mezzo, è quella che è rimasta più tempo a lavorare. A sinistra, c'è una casa costruita con gomma verde e azzurra, di fianco c'è un fiore elaborato con i nettapipe, le piume arancioni rappresentano due uccelli che volano; la prima striscia verticale di scotch rosa è il tronco di un albero, la cui chioma è fatta di rete e i cui rami sono con carta luminosa e con materiale blu con un centro rosa (in alto a sinistra); le altre due strisce di scotch sono due "scintille". I cubetti rosa in basso sono parti di una macchina. Mentre poco più sopra, la parte scura di plastica è uno scivolo. A destra c'è un altro albero fatto con il tronco di fili di lana.


Un cuore blu che rappresenta un'astronave (secondo lavoro).

Greta, 10 anni, è arrivata in seguito ma ha fatto lo stesso un lavoro minuzioso e preciso, con una cornice composta da carta luminosa e alcune piume. In basso un prato fatto di fiori costruiti a uno a uno con pazienza con una base di sughero e bollini colorati; al centro il cielo con le sue nuvole a bollicine bianche e sopra più scure con pizzo di stoffa.