venerdì 29 agosto 2014

Week end con il libro a Miasino (NO): al via la seconda edizione.



Piccoli festival crescono. Mi piace pensarlo per questo piccolo evento nato per caso nel 2013 che quest'anno si presenta molto più strutturato e con una due giorni dedicata alle famiglie.
I protagonisti saranno i libri, bellissimi albi illustrati di Babalibri e Topipittori (Guizzino, Il bucato della famiglia TopiniOvunque tu sia caro coccodrillo, Se vuoi vedere la balena, Blub blub blub e Tutti in coda) e i bambini. Il tutto all'insegna della creatività e del divertimento.


Per la seconda edizione, che si terrà a Villa Nigra, Miasino (NO), questo fine settimana (30 e 31 agosto), Giorgio Cadei (uno dei sindaci più giovani del Piemonte, al secondo anno del suo mandato, che ha fatto questa scelta per fare qualcosa per gli altri; in effetti si è sempre dato da fare in questo senso, essendo uno dei promotori del gruppo "I ragazzi del presepe" che seguono adozioni a distanza) ha voluto costituire un gruppo di lavoro costituito da: Sonia Cristina (dopo l'Accademia di Belle Arti, ha lavorato per molto tempo al Castello di Rivoli prima di ritornare sul Lago d'Orta dove conduce laboratori creativi per L'Ecomuseo Cusius, per le scuole e per il Museo dell'Acqua del Parco nazionale della Val Grande), Mariasilvia Pegorin (laureata in filosofia, tiene corsi di "philosophy for children" e collabora con l'associazione Erica che si occupa di educazione ambientale allo sviluppo sostenibile), Elena Zo' (laureata in lettere, pittrice, con la nascita di sua figlia ha scoperto il meraviglioso mondo della creatività infantile e a ottobre aprirà a Milano ManualmenteLAB, uno spazio dove saranno proposti corsi e laboratori per adulti e bambini) e la sottoscritta.
Naturalmente sono onorata di far parte di questo bellissimo team che è pieno di entusiasmo e di energia, con tanta tanta voglia di conoscerci, sperimentare, fare e stare insieme. Insomma, tutti gli ingredienti che piacciono tanto a me, e che ci fanno ben sperare per un buon inizio.

Tema di quest'anno è l'acqua e l'idea è di coniugare la formula della narrazione con il laboratorio. Inoltre, sabato nel tardo pomeriggio è previsto anche lo spettacolo "Esmeralda!" a cura dell'Associazione Scaldapensieri. Sono proprio curiosa di vedere all'opera Cristina Zeppini (libraia, narratrice) e Silvia Zerbelloni (esperta di teatro-danza), che stimo tantissimo, con cui ho collaborato alla mostra "Inventario fra le parole e le immagini di Emme Edizioni 1966 - 1985" lo scorso anno a Palazzo Reale - Milano, che saranno accompagnate da musica dal vivo di Sergio Prada.

Che dire, che vi aspettiamo. La nostra idea è di stare insieme due giornate per conoscerci e divertirci insieme...
Dimenticavo, la locandina è stata creata da Elena Zo', che è riuscita a mettere Villa Nigra sott'acqua.




martedì 26 agosto 2014

Il ritorno di Barbara Pym


"Quando si ama qualcuno, tutto ciò che lo riguarda 
- le imperfezioni, perfino i difetti - diventa raro e speciale."




Era da almeno vent'anni che non leggevo un libro di Barbara Pym e la recente pubblicazione di "Amori non molto corrisposti", Astoria edizioni (prima tutte le opere erano edite da La Tartaruga), me ne ha dato l'occasione. È stato un tuffo nel passato, in atmosfere delicate e leggere che questa autrice riesce a pennellare con tocco sapiente. Certo, bisogna amare come la sottoscritta tratteggi lievi dell'animo che emergono da piccoli dettagli. Barbara Pym è come una bella giornata che riserba uno splendido e inaspettato tramonto. Si scopre pian piano.

Sarà che le protagoniste femminili sono sempre semplici e '"normali"', intendendo per normalità proprio le caratteristiche che ognuno di noi può avere. Siamo tutti ricchi di qualità che non sempre emergono mentre ci mostriamo nella nostra quotidianità e nelle nostre imperfezioni. Nonostante questo, le "piccole eroine" della Pym mostrano alla lunga di possedere un loro fascino, che viene scoperto a poco a poco.
"Vide sulla soglia una donna alta, poco più che trentenne, con un volto piacevole e capelli chiari. indossava un abito di tweed e scarpe sportive che sembravano troppo pesanti per le sue gambe magre. Già ben avviata a diventare una scialba zitella inglese..." è così che la protagonista Dulcie viene descritta da Viola, che poi diventerà sua amica; anche se sembra inizialmente un po' anonima, Dulcie si rivelerà una donna piena di sorprese e iniziative, capace di affascinare un bell'uomo (bello come una scultura greca ... Con il fascino dell'imperfezione) a cui "non era mai passato per la testa di poter amare una persona così".

Dulcie mi risulta subito simpatica per la sua propensione a divagare e fantasticare sulle vite degli altri "il convegno... un'opportunità per incontrare gente nuova e divertirsi osservando la vita degli altri" e in effetti, ai tempi di facebook, si può dire che c'è un po' la tendenza a curiosare nelle storie altrui, non tanto per ficcanasare - almeno io non lo intendo così - quanto per condividere frammenti di vita, quando forse la nostra sembra un po' monotona o, al contrario, quando regala momenti di gioia allo stato puro. Quando noi mamme postiamo frasi dei nostri figli, che spesso sono ricche di massime, fantasia e innocenza, facciamo piccoli doni a qualcun altro o altra. E godiamo a nostra volta di questi regali inattesi.

Così la protagonista che inizialmente sembra solo una monotona compilatrice di indici, - anche se laureata in letteratura inglese - diventa una detective, che indaga alla ricerca di tessere per comporre il puzzle delle vite altrui, e si "insinua" con delicatezza nelle vite degli altri fino a trasformarle, inconsapevolmente. Del resto come si fa a non amare una persona che pensa che  "le donne sono spesso capaci di organizzare cose che gli uomini ritengono impossibili"?

Del romanzo mi piace anche l'ironia che lo pervade, le descrizioni di alcuni personaggi che mi ricordano i protagonisti de "La congiura degli innocenti", piccolo capolavoro di Alfred Hitchcock, sempre ambientato negli Anni Cinquanta, sebbene non a Londra - come il romanzo - ma in uno splendido Vermont immerso nei vivaci colori del fogliame autunnale.

PS pare che l'idolo della Pym fosse Jane Austen come si legge qui. Dunque chi come me ama Jane Austen non potrà che apprezzare il romanzo della Pym.

lunedì 25 agosto 2014

Dawkins e i bambini con sindrome di Down. Una riflessione.

 
La Settima Onda, mostra fotografica organizzata al Festival Occhiodibue, a Verolanuova, lo scorso settembre.


Sono rimasta molto colpita e amareggiata dalle parole di Richard Dawkins, lo scienziato britannico che a colpi di tweet ha dichiarato candidamente che è amorale mettere al mondo figli Down. Naturalmente le sue frasi hanno suscitato molto scalpore non solo tra i genitori di bambini e bambine Down (qui e qui le dichiarazioni di Rita Viotti e Martina Fuga, due mamme che conosco, che con grande coraggio affrontano ogni giorno, con caparbiertà e coraggio, la lotta a difesa dei diritti di chi ha la sindrome) ma anche tra anche di noi comuni mortali, o persone del calibro del medico e scrittore Alberto Pellai.

Devo dire che se all'Università la teoria di Dawkins del gene egoista mi aveva affascinata molto, una volta scoperto il pensiero di Stephen Jay Gould, ho capito che la sua visione era più simile a quella che una persona come me, con meno esperienza e meno cultura evoluzionistica, poteva avere. Mi chiedo allora cosa avrebbe ribattuto Gould ad affermazioni del genere. Visto che il dibattito tra i due era sempre molto acceso.
Comunque, tornando alle dichiarazioni, per me un conto è la selezione naturale, che opera su tutti gli esseri viventi e dunque anche sui feti umani con problemi o malformazioni (determinando gli aborti spontanei), un conto è la selezione che opera l'uomo con una scelta consapevole, qual è l'aborto, su un feto, anche sano. Non mi permetto di giudicare questa scelta, che spesso - ma non sempre - viene fatta in modo sofferto e consapevole e non oso pensare quale dolore e rimpianto porti con sé, e penso che ogni caso sia a sé (e che bisognerebbe trovarsi al posto di quella persona per capire cosa prova e quale scelta fare). Ma come ritengo giusto che uno possa scegliere di abortire e che possa farlo in ospedale – ricordando che c'è sempre la possibilità, se il feto è sano, di mettere al mondo un figlio e non riconoscerlo – ritengo che una madre - parlo di madri, soprattuto, visto che noi abbiamo l'onere e l'onore di portare avanti la gravidanza - sia libera di tenere un bambino che nasce già con un peso sulle spalle. Anzi, penso che ci voglia molto coraggio fare questa scelta, anche perché è una scelta che rivoluziona tutta la tua vita.

Proprio per questo trovo bello il messaggio del video Dear future mom realizzato da Coordown in cui bambini, bambine, ragazzi e ragazze con la sindrome rispondono a una mamma in attesa di un figlio Down. Raccontano quello che riescono a fare, come tutti, e che sono felici. E rendono felici i loro genitori. Ma anche questo video è stato oggetto di dibattito, come racconta Martina Fuga sul suo blog.

Vorrei concludere, segnando la terza edizione del concorso nazionale indetto dall'associazione Pinguini nel deserto "Tutti insieme, me compreso!", dedicato alle scuole di ogni ordine e grado sul tema della disabilità intellettiva. Spero davvero che ci sia una valanga di adesioni. Vi prego quindi di diffondere a vostra volta.

PS aggiornamento dalla pagina Facebook di Pinguini nel deserto del 26 agosto, leggo e riporto "Ed è arrivato anche il patrocinio del MIUR!! Così le scuole che aderiranno potranno farlo figurare nella programmazione del nuovo anno scolastico". ‪#‎unmipiacexogniscuola‬ ‪#‎tuttiinsiememecompreso‬

domenica 24 agosto 2014

Luoghi del cuore: ristorante Fierobecco




Ognuno ha i suoi posti preferiti, luoghi dove ama andare e ritornare. Io ne ho diversi e di diverso tipo. Il primo che voglio presentare è forse inconsueto. Si tratta del ristorante "Fierobecco", che da pochi mesi si è trasferito a Maggiora (NO).
Sarà che io e Massimo ci siamo andati quando Marco era piccolo - è stata una delle nostre prime uscite dopo la sua nascita - e sia Marco, sia Andrea poi, ci sono "cresciuti" e li affinano il loro gusto. Sarà che l'atmosfera è stata per noi sin da subito magica. Sarà perché è un posto dove i piatti sono pura poesia per il palato, raffinati quanto basta, con accostamenti inconsueti, ma sempre sorprendenti. Sarà perché siamo sempre stati accolti benevolmente - Simone, il cameriere, da subito ha capito come prendere prima Marco e ora Andrea e si è sempre ricordato di loro e dei loro nomi - e lo siamo ancora, nonostante a volte i nostri figli sappiano essere un po' "vivaci" - per non dire altro - e ci sentiamo ormai un po' a casa. Sarà perché quando Marco era ancora piccolino e non avevo portato con me il libro salva pranzo, la moglie dello chef e proprietario Dario Marini mi ha dato da leggere "Pezzettino", un libro straordinario di Leo Lionni che non avevo ancora scoperto.
Ci sono tante piccole cose che mi legano al Fierobecco. La cucina straordinaria è sicuramente il motivo principale, ma anche il posto e la cura dei dettagli e del cliente non sono da poco.
Giusto per deliziare il palato e farvi venire un po' di acquolina alla bocca, oggi abbiamo assaggiato "pappa al pomodoro con burrata", io un tortino di verdure, Massimo un piatto con baccalà e i bambini due "milanesi" (ma una specialità è la "fassone", una carne pregiata di una razza bovina tipica piemontese) con patate schiacciate all'aroma di rosmarino. E per finire dolci, naturalmente tutti fatti in casa. I golosi rimarranno soddisfatti.
Dimenticavo: il prezzo è il giusto, per chi vuole mangiare bene e spendere piacevolmente i suoi soldi. Non vi resta che provare e, se volete, fatemi sapere.

Il nome Fierobecco è riferito al gallo, che nel vecchio locale era rappresentato con diversi oggetti. Poiché siamo stati "graziati" dal tempo e abbiamo sia cenato sia pranzato all'aperto, non ho avuto ancora modo di esplorare la parte al coperto e vedere se ci sia ancora qualche gallo quà e là.

Maggiora è un paese dove il vino e la vite regnano sovrani. E così ci sono quattro contrade ed esistono un palio delle botti (come a Suvereto, in Toscana) e addirittura una gara con gli sci sul prato (molto carina!). E ho scoperto che a fine settembre c'è la finale nazionale di corsa delle botti.
















sabato 23 agosto 2014

Microcosmo lungo il torrente Agogna



Uno spiraglio di sole ha consentito una breve passeggiata al torrente.
Siamo tornati in Piemonte e ci accontentiamo anche delle briciole di bel tempo che qui regala questa strana, piovosa, estate. Mentre i bambini giocavano a lanciar sassi nell'acqua, sotto lo sguardo attento del papà, mi sono ritagliata uno sguardo sul microcosmo circostante. Bellissime libellule dalle colorazioni vivaci e metalliche posate sulla vegetazione adiacente all'acqua. E ancora, tantissime cavallette, diversi ragni e alcuni coleotteri scarabeidi. Tanti piccoli animali che passano inosservati ma che riservano la loro bellezza a chi li vuole osservare, con rispetto.












giovedì 21 agosto 2014

Toscana, Natura sovrana

 

In terrazzo riecheggia lontano il garrulo chiacchiericcio delle rondini. Dai pini domestici le tortore dal collare orientale tubano monotone la loro litania (come dice mia mamma "Roberto, Roberto, Roberto", in effetti se ci si fa caso sembra proprio così), mentre una giovane ghiandaia si aggira furtiva tra rami.
Quest'anno, complice il fresco, le upupe non hanno fatto le loro consuete apparizioni in giardino.
Appena cessa il vento riprende frenetico il frinio delle cicale, che in prossimità diventa quasi assordante. Ricorda il caldo, l'afa, l'estate. Lo scorso anno le ho sentite persino nei dintorni del Castello Sforzesco, a Milano. 



Fioriture selvatiche multicolori si fanno spazio tra i campi coltivati a girasole, cardi e cocomeri. Se lo stridulo canto dei verzellini è stato meno frequente, nell'aria è un continuo sfarfallio di bombi, vespe, coccinelle e farfalle, in cerca di nettare. Tra i muri, furtivi, si incrociano di sfuggita i gechi mentre nell'erba assolata o tra i ceppi di legno scappano veloci le lucertole muraiole o saltano le mimetiche cavallette.
Nelle pozze d'acqua stagnanti si aggirano libellule azzurre e rosse, gli elicotteri dell'aria. Al rapido avanzare dei passi si sente improvvisamente "plof, plof, plof", sono le rane verdi che si tuffano tra le lenticchie d'acqua.


Il trattore lavora imperterrito nei campi e, al passaggio, solleva gli insetti, seguito da un piccolo stormo di rondini, che piroettano leggiadre nel cielo ventoso.

martedì 19 agosto 2014

Sguardi


A volte ti guardo, amore mio, e mi sembra ieri, quando eri piccolo. E invece, eccoti qui, lettore in erba, che ha voluto una lucina tutta per te, come noi grandi, per leggerti il tuo Nocedicocco. Certo, la tua lettura stenta ancora a prendere il volo e a essere fluida. Ma pian piano ce la farai.
Ti piace ascoltare mentre ti leggo ad alta voce e a me piace leggerti. Con te ho recuperato il piacere della lettura ad alta voce (anch'io bambina amavo farmi leggere dal papà).



C'è qualcosa di magico e poetico nei bimbi addormentati. Che bello stare ad osservarti mentre dormi, finalmente hai ceduto alla stanchezza. Tu vivace ed energico birbante, cucciolino della mamma. Dormi sereno e tranquillo. Domani mi racconterai i tuoi sogni.

domenica 17 agosto 2014

Capitano, o mio capitano. Riposa in pace.


"Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità 
e succhiare tutto il midollo della vita... 
per non scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto". 
Walden, di Henry David Thoreau




Sono passati alcuni giorni da quando Robin Williams ha deciso di lasciarci, prematuramente, e sono ancora molto scossa. Inevitabile chiedersi il perché di quel gesto e perché questa morte, più di altre, abbia colpito nel segno, abbia lasciato un vuoto in molti di noi (Il mio cuore è spezzato – ha scritto Jeff Bridges – Lui è uno scrigno di creatività”). 
Dopo tantissimi anni - mi fa effetto pensare di essermi portata dietro questa estate in vacanza proprio quel DVD che ho tenuto incellophanato in casa per almeno un decennio - ho rivisto “L'attimo fuggente”, capolavoro di Peter Weir che lo vede protagonista con un ruolo di un professore maieutico, di quelle persone speciali che capita di incontrare per una serie di coincidenze fortunate e che ti cambiano la vita. E non ho potuto non piangere, sia per la bellezza della storia, sia ancora per il tragico destino che Robin Williams ha scelto per uscire di scena, proprio come uno dei protagonisti del film. A quasi sei mesi di distanza da un altr'altrettanto bravo e disperato, Philip Seymour Hoffman.

Viene da pensare cosa sia successo a un uomo sensibile e generoso. Padre di tre figli, che forse non a caso, ha voluto lasciare un ultimo saluto su twitter proprio alla sua “bambina”. Ultimo dolce pensiero a Zelda. Chissà che cosa sarà poi passato nella sua testa. O chissà se la sua testa era vuota.  O, invece, invasa da mille pensieri, orribili pensieri, che lo attanagliavano. La depressione purtroppo è una “brutta bestia” che si insinua nella tua vita stravolgendo quello che sei e quello che pensi. In poco tempo, ti ritrovi avvolto nel suo manto che annebbia e trascina vorticosamente dentro un buco nero. Se non hai appoggi e aiuti, precipiti in un'oceano buio, come la protagonista di "Lezioni di piano", quando viene improvvisamente trascinata giù dal pianoforte nell'acqua. In quel caso lei ha scelto la vita. 
Ma non sempre quella è la strada che viene facile percorrere, spesso la via più semplice e liberatoria sembra essere proprio cessare di vivere. Ma in quel momento non si è pienamente coscienti di quello che accade. C'è un'altro te che ti accompagna nei luoghi bui della tua esistenza dove ci sono ancora i nodi che non sei riuscito a sciogliere, dove c'è una fitta trama, una rete invisibile che ti avvolge e cattura a sé. In quei momenti serve non rimanere mai soli, non essere lasciati soli, e sentire l'affetto delle persone accanto; anche se le dolci e confortanti parole degli affetti più cari scivolano via come l'acqua sul petrolio; ma alla lunga parole, gesti, affetto contano. Eccome.
E, magicamente, un giorno ti ritrovi di nuovo a provare piacere in quello che fai, desideri di piccole cose. Si riparte sempre dalle piccole cose. Come sono le piccole cose che di colpo, quando ripiombi, diventano macigni insopportabili che ti trascini dietro come catene, bellissima ma anche inquietante immagine della sposa nel film di Lars Von Trier, "Melancholia".

Capitano, o mio capitano. Ci hai fatto piangere e ridere, ci hai regalato momenti di pura poesia e rimarrai nel cuore di molti, per sempre. Nel mio di sicuro. Buon viaggio.

mercoledì 13 agosto 2014

Il fascino dei Dinosauri

 



Anche se non ho mai amato molto i dinosauri - anche se ho dovuto studiarli all'università - , forse grazie a Marco cambierò idea. 
Da un anno ha iniziato a interessarsi a queste creature misteriose vissute in passato e così, per la prima volta, in casa sono entrati alcuni libri che li riguardano. Il primo è stato un regalo del suo papà “Sulle tracce dei dinosauri”, Edicart, che raccoglie il diario di Samuel King, un paleontologo vissuto all'inizio del Novecento. L'idea è bellissima, raccontare l'esplorazione e le scoperte sotto forma di avventura e missione. In effetti si diventa “cercatori di fossili”, dotati di un vero e proprio kit, con cartine, adesivi e fotografie speciali (a sagoma di uovo fossilizzato o artiglio di dinosauro), viaggiando al tempo stesso con Samuel King e venendo aggiornati sulle scoperte odierne. Marco ha passato gran parte dell'anno scolastico facendosi leggere e raccontare la storia e portando a scuola il libro come una sorta di trofeo.



Per questo motivo, per il suo settimo compleanno, mi è sembrato il momento di regalargli il kit da paleontologo, con tanto di fossile da ripulire e martello per scavare, ideato da Geoworld, della serie Jurassik- Edubooks collection. All'interno si trova anche un libretto che racconta la storia del dinosauro in questione - nel nostro caso uno spinosauro (ma esistono anche il triceratopo e il tirannosauro), con i luoghi dei ritrovamenti, i paleontologi che hanno effettuato le ricerche e dove si possono trovare i resti nei musei (questa parte curata da Cristiano dal Sasso, un paleontologo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, grande esperto di dinosauri italiani, che ho avuto il piacere di conoscere di persona). Tutto il libretto è corredato da affascinanti illustrazioni a colori che rendono l'idea di come potesse essere la vita ai tempi degli spinosauri. Un elemento che mi ha convinto è il fatto che la collana sia stata ideata da un paleontologo e che le ricostruzioni possano essere fedeli alle ultime scoperte. 






Inutile dire quanto Marco sia stato felice di scavare, con pazienza e attenzione, e trovare il suo primo “fossile” (anche si tratta di una fedele ricostruzione in plastica). E il fratellino felice e curioso di osservare, per imparare in fretta con i suoi neuroni specchio!



Per completare la collezione di libri in suo possesso – scelti direttamente dal piccolo esploratore – ci sono “Il T-REX”, IdeeAli -Il Castello, che consente di ricostruire il grosso predatore e scoprire come viveva, e “Dinosauri con immagini lenticolari”, De Agostini, che racconta molte curiosità su questi rettili terrestri del passato con una panoramica anche sugli pterosauri (che avevano colonizzato l'aria) e gli ittiosauri (che dominavano gli oceani). In entrambi i casi le immagini spettacolari e i dettagli rendono questi libri molto appetibili anche per i più piccoli.

domenica 10 agosto 2014

A tu per tu con la Mantide religiosa


Stamattina abbiamo avuto una bellissima sorpresa. Siamo in Toscana, in campagna, e il nonno ci ha portato una bellissima mantide religiosa. I bambini sono rimasti subito affascinati da questo insetto che ha due zampe raptatorie con cui cattura le sue prede. 

Marco ha subito osservato “sta mangiando qualcosa” mentre Andrea si è dato da fare per catturare qualche formica. 
Per un sacco di tempo la mantide è stata a pulirsi antenne e zampe.

Andrea ha chiesto“mangia anche i legni?” e Marco gli ha risposto “I legni li mangiano i picchi, forse...”. Gli ho spiegato che i picchi fanno i buchi nel legno, ma esistono insetti che fanno tante gallerie nel legno, come i tarli.

Andrea ogni tanto diceva “Mangiaaa” e Marco lo zittiva dicendo “Magari mangia nello stesso momento che mangiamo noi.” E ha aggiunto “Possiamo tenerla? Fino a stasera...”
Andrea “dopo che noi dormiamo” 
Marco “Le prepariamo un lettino. Mami, come fanno a dormire?”
E io ho dovuto ammettere “Non lo so”. 
Marco “Comunque le prepariamo un bastoncino con una piccola coperta, noo? Un bastoncino piccolo magari. Qualcuno può mangiarla lei?”
Io “Gli uccelli
Marco “Gli uccelli notturni?”
Io “Non so se la civetta mangia le mantidi
Marco “Allora dobbiamo costruirle una capanna, perché se la mangiano...Le costruiamo una capanna di legno tutta per lei, ce la facciamo entrare dentro e non si fa male. La attacchiamo con lo scotch così la mattina dopo le portiamo un sacco di formiche dentro la capanna, quando ha fame. D'accordo? Intanto ha il suo spuntino quala formica (lo scorso anno abbiamo visto una predazione di una formica da parte di una mantide, anche se non sono sicura che si trattasse della stessa specie) -
Andrea “Fermi tutti, ho sentito un uccello!”
Marco “Lo so però ci siamo noi adesso e gli uccellini hanno paura degli umani. Hai sentito la storia di Cipì? Cipì ha perso tanti amici perché c'erano delle trappole di granelli.
Adesso sta esplorando il legno. Non facciamola scappare!"
Io "Attenzione che non vada sulla frutta"
Marco “Forse mangia la frutta?”
Andrea “Ho fame di futtaaa
Marco “Io mi siedo”.
Mamma “Guarda che si sta pulendo gli occhi?
Marco “Lasciamola nelle sue pulizie
Mamma “Hai visto che ha un occhio scuro e uno chiaro?
Marco “La lasciamo qui tranquilla a fare quello che vuole, d'accordo?
Mamma “Ma lei andrà via
Marco “Ma noi la fermiamo. Le costruiamo una bella capannina
Mamma “Lo sai che gli animali selvatici vogliono andarsene
Marco “Lo so ma io voglio che resta con noi, almeno fino a stasera...Cerchiamo di tenerla fino a stasera? Mami, cos'è che ama fare di più?Hai detto che mangia gli insetti..Mmm allora, con cosa giocano? Cosa amano di più?
Mamma “Lo sai che non ti so rispondere? Non è che si sa molto delle abitudini degli insetti. E' difficile scoprirle. Già è difficile osservarli
Marco “Allora la lasciamo fare quello che vuole lei...” e rivolgendosi alla mantide “Comunque noi non ti vogliamo ammazzare, neanche la mamma, abbiamo organizzato tutte le cose per te, per non farti cadere...”.
….
Dopo un po' di osservazioni, decido di informarmi un po' sulle mantidi, sapendo che sul sito di FrancescoTomasinelli troverò molte risposte ai nostri quesiti. Ho conosciuto Francesco quando ha portato il suo book fotografico a Parchi e Riserve Naturali (una delle due riviste della casa editrice dove ho collaborato per alcuni anni come redattrice). Francesco è amante di tutte le creature bistrattate, come ragni, pipistrelli, serpenti e chi più ne ha più ne metta e ha scritto anche un libro su Mantidi e Insetti stecco. Scopro così che delle 2000 specie esistenti, le mantidi italiane sono solo 13, che la femmina si riconosce dal maschio per i segmenti addominali (6 al posto di 7/8) e che le mantidi possono essere allevate nutrendole con cavallete, grilli o mosche.


Io e Marco dedicidiamo così di catturarle qualche cavalletta. Con un po' di fortuna ci siamo riusciti abbastanza velocemente: abbiamo lasciato sotto un retino la cavalletta e la mantide e abbiamo aspettato. All'inizio il predatore sembrava indifferente, poi con uno scatto repentino delle sue due zampe raptatorie ha catturato la cavalletta e ha iniziato ad addentarla con le mascelle voraci. Ne ha succhiato tutte le interiora, poi ha abbandonato il cadavere, tornando a pulirsi il corpo.
Marco ha osservato con attenzione tutta la scena, mentre Andrea ha iniziato a chiedere “La facciamo uscire...ohh. Pecché, la vuoi fare tramortire? Ehi pecché mamma la fai mangiare a quella, alla cavalletta vedde (mantide)? Non deve mangiare quella!! Ma tu la vuoi fale mangiale? È un amico e tu la vuoi fale mangiare.."
e poi “Ma quando l'ha finita di mangiare? Ommai è motta...Povelina.”
E' difficile spiegare che i predatori per sopravvivere devono mangiare le prede. Ma forse a tre anni e mezzo è ancora presto. Ed è bello vedere questa sensibilità nei più piccoli, sperando che la mantengano a lungo.

PS La mantide l'abbiamo soprannominata Matilde, chissà che prima o poi non ne venga fuori una storia (una storia inventata da e con i bambini).