martedì 26 agosto 2014

Il ritorno di Barbara Pym


"Quando si ama qualcuno, tutto ciò che lo riguarda 
- le imperfezioni, perfino i difetti - diventa raro e speciale."




Era da almeno vent'anni che non leggevo un libro di Barbara Pym e la recente pubblicazione di "Amori non molto corrisposti", Astoria edizioni (prima tutte le opere erano edite da La Tartaruga), me ne ha dato l'occasione. È stato un tuffo nel passato, in atmosfere delicate e leggere che questa autrice riesce a pennellare con tocco sapiente. Certo, bisogna amare come la sottoscritta tratteggi lievi dell'animo che emergono da piccoli dettagli. Barbara Pym è come una bella giornata che riserba uno splendido e inaspettato tramonto. Si scopre pian piano.

Sarà che le protagoniste femminili sono sempre semplici e '"normali"', intendendo per normalità proprio le caratteristiche che ognuno di noi può avere. Siamo tutti ricchi di qualità che non sempre emergono mentre ci mostriamo nella nostra quotidianità e nelle nostre imperfezioni. Nonostante questo, le "piccole eroine" della Pym mostrano alla lunga di possedere un loro fascino, che viene scoperto a poco a poco.
"Vide sulla soglia una donna alta, poco più che trentenne, con un volto piacevole e capelli chiari. indossava un abito di tweed e scarpe sportive che sembravano troppo pesanti per le sue gambe magre. Già ben avviata a diventare una scialba zitella inglese..." è così che la protagonista Dulcie viene descritta da Viola, che poi diventerà sua amica; anche se sembra inizialmente un po' anonima, Dulcie si rivelerà una donna piena di sorprese e iniziative, capace di affascinare un bell'uomo (bello come una scultura greca ... Con il fascino dell'imperfezione) a cui "non era mai passato per la testa di poter amare una persona così".

Dulcie mi risulta subito simpatica per la sua propensione a divagare e fantasticare sulle vite degli altri "il convegno... un'opportunità per incontrare gente nuova e divertirsi osservando la vita degli altri" e in effetti, ai tempi di facebook, si può dire che c'è un po' la tendenza a curiosare nelle storie altrui, non tanto per ficcanasare - almeno io non lo intendo così - quanto per condividere frammenti di vita, quando forse la nostra sembra un po' monotona o, al contrario, quando regala momenti di gioia allo stato puro. Quando noi mamme postiamo frasi dei nostri figli, che spesso sono ricche di massime, fantasia e innocenza, facciamo piccoli doni a qualcun altro o altra. E godiamo a nostra volta di questi regali inattesi.

Così la protagonista che inizialmente sembra solo una monotona compilatrice di indici, - anche se laureata in letteratura inglese - diventa una detective, che indaga alla ricerca di tessere per comporre il puzzle delle vite altrui, e si "insinua" con delicatezza nelle vite degli altri fino a trasformarle, inconsapevolmente. Del resto come si fa a non amare una persona che pensa che  "le donne sono spesso capaci di organizzare cose che gli uomini ritengono impossibili"?

Del romanzo mi piace anche l'ironia che lo pervade, le descrizioni di alcuni personaggi che mi ricordano i protagonisti de "La congiura degli innocenti", piccolo capolavoro di Alfred Hitchcock, sempre ambientato negli Anni Cinquanta, sebbene non a Londra - come il romanzo - ma in uno splendido Vermont immerso nei vivaci colori del fogliame autunnale.

PS pare che l'idolo della Pym fosse Jane Austen come si legge qui. Dunque chi come me ama Jane Austen non potrà che apprezzare il romanzo della Pym.

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