giovedì 15 dicembre 2016

Hilda e la foresta di pietra di Luke Pearson, Bao Publishing e le avventure precedenti



Hilda e la foresta di pietra di Luke Pearson, edito da Bao Publishing (link qui) è il quinto libro della serie a fumetti dedicata a questa bambina avventurosa e coraggiosa che abita in un mondo fantastico popolato da strane creature, ispirato alle atmosfere nordiche norvegesi e islandesi. L'autore, i cui "disegni immaginifici" secondo l'Observer sono "a metà tra Lucky Luke e Miyazaki" ci trasporta in una dimensione altra, in cui tutto è possibile. Una dimensione in cui i più piccoli si trovano a loro agio e si fanno catturare completamente dalla storia. Accompagnarli alla scoperta di questi fumetti consente anche ai grandi di apprezzare appieno ogni racconto.


Ormai la protagonista dai lunghi capelli azzurri, sempre scortata dal suo fedele amico twig (un incrocio tra una volpe e un cervo), vive con la mamma nella città di Trolberg, che si affaccia sulla baia di Bjorg, dove le mura separano il mondo degli uomini dalle montagne e dalle foreste popolate dai troll (strane creature che di giorno sono immobili sculture di pietra con un lungo naso e di notte si animano), ma non rinuncia alle sue escursioni che la portano ogni volta a incontrare lungo il suo percorso nuovi improbabili amici.


Questa straordinaria avventura, dal ritmo incalzante sin dalle prime pagine, la vede protagonista a pieno titolo insieme alla mamma, catapultata in un altro mondo (passaggio accentuato dalle tinte monocromatiche che sottolineano la maestosità dei paesaggi in cui le due si trovano immerse).

Madre e figlia, all'inizio della storia distanti per le preoccupazioni e le ansie della prima e per il desiderio di libertà e lo spirito avventuroso della seconda, si troveranno in seguito unite a percorrere luoghi cupi e tenebrosi, affrontando insieme un gruppo di troll e una strana creatura di pietra a due teste (per fortuna, gli amici non mancheranno di aiutarle...).
Il finale aperto lascia letteralmente senza parole e con una voglia matta di sapere cosa succederà (ho letto e riletto il fumetto al mio piccolo di cinque anni e mezzo che, ripetutamente, mi ha chiesto di prendere subito il seguito).


Il lettore viene catturato non solo dalla storia ma anche dal sapiente utilizzo delle inquadrature e delle scene in cui le parole lasciano spazio alle sole immagini.


Un'incursione nei libri precedenti...



    

Se ancora non conoscete Hilda, vi consiglio di procurarvi la serie completa che inizia con Hilda e il troll, proseguendo con Hilda e il gigante di mezzanotteHilda e la parata dei pennuti e Hilda e il segugio nero.
In ogni racconto compaiono infatti nuovi protagonisti che arricchiscono sempre di più le vicende e che si incontrano nuovamente in altri "episodi".


Sin dalla prima apparizione (Hilda e il troll) Hilda ci spiazza subito: prova piacere nel trovarsi sola di notte in una tenda sotto un'acquazzone, per "gustarsi" il ticchettio della pioggia battente; non ha paura di avventurarsi tra le montagne, per nulla intimorita anzi sempre incuriosita dagli stravaganti esseri che incontra lungo il suo cammino (che si tratti di uno spirito del mare o di un branco di pelosi woff volanti).
L'elfo Alfur (dettaglio tratto da Hilda e il gigante di mezzanotte).
Il più delle volte riesce a parlarci e a farseli amici: come accade con Alfur, il piccolo elfo o con Jorgen, il gigante nero (l'ultimo custode delle montagne rimasto sul Pianeta) di cui scoprirà la lunga, appassionante storia in Hilda e il gigante di mezzanotte. 

Il suo rapporto con queste bizzarre creature le fa apprezzare e comprendere quello che agli altri (uomini) sfugge. Un rapporto con la natura peculiare, che solo i bambini hanno, come ha sapientemente mostrato anche Miyazaki nel suo capolavoro Totoro.

In ogni storia la giovane protagonista affronta eventi straordinari con coraggio e determinazione, riuscendo sempre a cavarsela egregiamente.


Se nei primi due racconti Hilda vive in una baita rossa immersa tra le montagne, a partire da Hilda e la parata dei pennuti la bambina dai capelli azzurri si trasferisce nella città di Trolberg, senza che il suo spirito avventuroso si affievolisca. Per la prima volta la vediamo in opposizione alla madre, ora preoccupata che la piccola possa perdersi o trovarsi in pericolo, anche se pian piano la complicità tra le due va aumentando.

L'uccello del fulmine (dettaglio tratto da Hilda e la parata dei pennuti).

Tontu, il Nisse o spirito casalingo (dettaglio tratto da Hilda e il segugio nero).
Nonostante si trovi in città, Hilda non smette di incontrare nuovi amici, in cui sembra sempre imbattersi per caso, che si tratti di un uccello del fulmine parlante o di un Nisse (di nome Tontu), uno spirito casalingo (che si insedia negli spazi non sfruttati costruendo il proprio nido). Fatica, invece, a essere in sintonia con quasi tutti gli altri bambini.



Dettaglio tratto da Hilda e il segugio nero.

Hilda rimane uno spirito libero, curiosa di esplorare spazi nuovi, ma "allergica" alle regole che la società impone (si tratti anche di un gruppo "simil scout", quello dei passerotti, che va in mezzo alla natura), come dimostra in Hilda e il segugio nero.

Forse sono proprio tutte queste sue caratteristiche e gli ambienti inconsueti in cui si trova ogni volta protagonista di tante avventure a renderla così simpatica e affascinante per grandi e piccini.


Non resta che segnalare agli appassionati che è in preparazione per il 2018 una serie di 14 episodi in cui Hilda diventerà un cartone animato su Netflix.