martedì 21 luglio 2015

Gioielli d'artista a Valenza. Damiani e la tradizione orafa.



Rimarrà aperta fino al 2 agosto la mostra "Valenza e l'arte del gioiello. Damiani e la tradizione orafa. Gioielli d'artista a cura di Vittorio Sgarbi" presso il Museo del Gioiello Valenza, nella prestigiosa sede di Villa Scalcabarozzi, in provincia di Alessandria.

L'esposizione è suddivisa in tre parti: la prima dedicata alla Maison Damiani, che a Valenza ha le sue radici, la seconda alla selezione di gioielli d'artista, la terza  è dedicata alla tradizione orafa valenzana.

La Maison Damiani


Il piano nobile di Villa Scalcabarozzi è dedicato alla Maison Damiani che in questi novant'anni di attività ha contribuito a portare prestigio al nostro Paese in tutto il mondo. L'allestimento, a cura di Damiani, riporta attraverso una selezione di oggetti e immagini la storia di un'impresa che è nata grazie a Enrico Damiani, orafo di grande talento, seguito dal figlio Damiano che ha portato avanti tradizione e innovazione.
Ora l'attività è seguita dai nipoti Enrico, Guido (presidente dell'azienda), Silvia e Giorgio.
Un'azienda che detiene il record di 18 Diamond International Award (Gli Oscar mondiali della gioielleria) vinti (qui link) e che nonostante la sua fama (è presente nelle principali città del mondo) ha scelto di ritornare e riaffermare le sue radici anche a Valenza. Qui il sito dell'azienda con la storia della famiglia.







Gioielli d'artista 
  
Al piano superiore della villa si trova la mostra dedicata a una cinquantina di artisti moderni e contemporanei selezionati dal critico d'arte Vittorio Sgarbi in collaborazione con Renata Cristina Mazzantini, che ha curato anche l'allestimento.

La statua "gioiello" dell'artista Igor Mitoraj.

L'artista Nado Canuti, presente con i suoi gioielli in mostra.
Tra gli artisti presenti, si va da Giacomo Balla a Salvador Dalì, da Giorgio de Chirico a Lucio Fontana, da Gaetano Pesce ad Arnaldo Pomodoro, da Man Ray a Mimmo Rotella, da Sonia Delauneay a Nado Canuti. Poche le "quote rosa" ma mi ha fatto piacere vedere anche esposte opere di artiste donne, come Lisa Sotilis.







Nado Canuti accanto alla collana "come un fiore si apre, anni Ottanta.
In dettaglio la collana di Canuti.

I gioielli di Arnaldo Pomodoro.
La collana di Ringo di Dakar.
I gioielli di Federico Bonaldi.
Il vortice geometrico del gioiello "Luce" di Giacomo Balla.

 
Dal catalogo della mostra, la parte dedicata a Salvador Dalì e ai sui "orecchini telefono", anni Cinquanta.

La spilla splendente "Rhytme sans fin" dell'artista russa Sonia Delaunay, anni 70.


Per inciso, non essendo esperta d'arte, non avrei mai scoperto Sonia Delaunay se non avessi scoperto "Alfabeto", un libro voluto e ideato da Rosellina Archinto che dopo un lungo rapporto epistolare convinse l'artista a pubblicare un libro per bambini, ora edito da Babalibri (qui link).
 
Dal catalogo della mostra, la pagina dedicata all'artista Nado Canuti.

Sono fiera e onorata di aver partecipato all'inaugurazione della mostra accompagnando Nado Canuti (qui il link), artista e uomo eccezionale, che ha portato gioia, creatività e molto altro anche nella mia vita personale.

La sezione dedicata agli orafi valenzani 



La sezione della tradizione orafa valenzana ha avuto il contributo dell'Associazione Amici del Museo d'Arte Orafa di Valenza (qui link) e della scuola di formazione professionale dell'alessandrino For.Al "Vincenzo Melchiorre" (qui link), per quanto riguarda il ricco materiale storico in esposizione a cui si aggiungono alcune storiche ditte valenzane che contribuiscono con la loro partecipazione a mostrare l'alta gioielleria che viene realizzata nella città di Valenza.
La mostra è arricchita da una serie di fotografie in bianco e nero di Carlo Lenti, che documentano il lavoro nelle fabbriche della nostra città e come i gioielli made in Valenza siano fatti ancora a mano (questo è uno dei valori aggiunti della produzione orafa).


L'inaugurazione


La mostra è stata inaugurata l'11 giugno alla presenza dell'ex sindaco Sergio Cassano, del critico d'arte Vittorio Sgarbi, del presidente della Maison Guido Damiani. 
L'esposizione è stata organizzata dal Comune di Valenza in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (grazie al presidente Pierangelo Taverna che ha fortemente sostenuto l'iniziativa). Il coordinamento generale della mostra per le tre sezioni è a cura di Marco Cavallera (Dirigente del Settore Cultura), Riccardo Massola (Responsabile del Centro Comunale di Cultura) e della storica dell'arte Francesca Rusconi.
Sotto, i giardini della Villa Scalcabarozzi prima dell'inaugurazione.


Prima dei discorsi Vittorio Sgarbi è stato accompagnato dalla curatrice Renata Cristina Mazzantini a visitare l'allestimento dei gioielli d'artista.

Vittorio Sgarbi con Renata Cristina Mazzantini.
Durante l'inaugurazione sono state dette molte cose. Innanzitutto l'impegno di Damiani di rimanere nella terra d'origine, che trovo un grande atto di generosità, di forte significato simbolico, di cui penso ci sia bisogno in questo momento. Vittorio Sgarbi ha passato in rassegna tutti i cinquanta gioielli esposti evidenziandone pregi e difetti. Una cosa che mi ha particolarmente colpita e che condivido è che un gioiello è un'opera d'arte in miniatura con alcune specificità, per cui deve essere pensata appositamente senza riproporre qualcosa di monumentale semplicemente in piccolo. Dietro a un gioiello c'è un progetto specifico e preciso. Questo mi riporta anche alla memoria un incontro felice di qualche tempo fa di alcuni gioiellieri di Milano, Luigi Sala Gioielli, che condividono questa filosofia. Ne ho parlato qui.


Da sinistra, l'ex sindaco Sergio Cassano e Vittorio Sgarbi.
Da sinistra, Pierangelo Taverna, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, e Riccardo Massola, Responsabile del Centro Comunale di Cultura.
Da sinistra Vittorio Sgarbi con Guido Damiani presidente della Maison.
Da sinistra Vittorio Sgarbi, Guido Damiani, Pierangelo Taverna, Nado Canuti,  Renata Cristina Mazzantini, Francesca Rusconi


Da sinistra, Renata Cristina Mazzantini, Nado Canuti e Francesca Rusconi.
Vittorio Sgarbi e Nado Canuti.


Info pratiche: la mostra, ospitata a Villa Scalcabarozzi, via Mazzini 42-44, a Valenza (AL), è aperta il giovedì e il venerdì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, il sabato e la domenica con orario continuato dalle ore 11.00 alle ore 19.00. Il sabato e la domenica alle ore 11.30 e alle ore 17.00 sono previste visite guidate gratuite alla mostra. Il costo è di 7 euro (biglietto intero) e 5 euro (ridotto per studenti, under 18, over 70, utenti Unitre Valenza e visitatori Expo con biglietto).
Per essere aggiornati sulla mostra e su eventuali eventi è possibile consultare la pagina facebook del Museo del gioiello Valenza (qui il link).

lunedì 20 luglio 2015

#senzaleparole Cartoline di pace per Lampedusa nelle Biblioteche rionali milanesi



Si è concluso a giugno il progetto partito a novembre scorso nelle biblioteche rionali milanesi che hanno supportato IBBY (IBBY - International Board on Books for Young People) Italia presentando mostre sui libri senza parole oltre a quella istituzionale, realizzata presso il MUBA (qui e qui trovate info) e incontrando le scuole e in alcuni casi anche le famiglie.

Un'iniziativa che ha riscosso molto successo e riassunta anche nell'articolo uscito su Milano Sud.

Biblioteca Sant'Ambrogio


La prima ad aprire e l'ultima mostra a chiudere i battenti (15/11/2014-15/06/2015), insieme alla Biblioteca Gallaratese, è stata quella organizzata presso la Biblioteca Sant'Ambrogio, grazie forse all'entusiasmo della bibliotecaria per ragazzi Gabriella Marinaccio (ormai nota agli amanti del mio blog dato che ne ho parlato qui e qui) che insieme a Cristina Honorati, Referente Ufficio Acquisto Libri e Progetto Ragazzi, hanno coinvolto così bene i colleghi che il progetto si è esteso al sistema bibliotecario urbano (e oltre...).
Qui sotto vedete "concentrate" le cartoline realizzate nell'ambito di alcuni incontri.

La classe IV della scuola primaria di San Colombano
 

Classe 2B della scuola primaria di Pescarenico

IV B - Scuola primaria San Paolino


La biblioteca ha anche realizzato due incontri dei Croccanti coccodrilli un gruppo di lettura dedicato alle famiglie.

Partendo quindi da immagini di Sant'Ambrogio, che ho realizzato riuscendo a visitare la mostra anche se non a raccontarvela nei dettagli (quanti bei libri in mostra... ma ricordatevi che nelle biblioteche ci sono e verrà creata proprio una sezione silent book quindi andate in biblioteca, mi raccomando!), concludo questa bellissima esperienza che ho visto nascere dagli esordi e seguito da vicino al MUBA lo scorso anno, con una serie di racconti e testimonianze di diverse biblioteche che hanno partecipato attivamente con le scuole, realizzando una serie di cartoline per la pace (su spunto della pedagogista Francesca Romana Grasso - Edufrog e di Marina Petruzio, autrice di recensioni di albi illustrati su Luuk Magazine). Non potendole farle arrivare fisicamente a Lampedusa, questo spazio vuole far arrivare virtualmente questa raccolta all'isola, perché davvero si possa creare una biblioteca per i migranti e per chi ci abita, come auspicio di IBBY.
 

Biblioteca Villapizzone
 

Riprendo il commento diretto di Gilda Tella che insieme alla collega Lucilla Rigoberto ha inviato a Gabriella le sue impressioni sugli incontri realizzati. Non tutte le classi che hanno partecipato al laboratorio sui Silent Book hanno disegnato la cartolina. La mostra è durata dal 1° dicembre 2014 al 28 febbraio 2015.
Le cartoline esposte sono quelle della classe 1A della scuola primaria Console Marcello accompagnata dalla maestra Rampi. In questa occasione sono stati letti i libri Oh no, In linea, Abbracciami, Telefono senza fili.
I bambini hanno poi avuto modo di guardare e sfogliare i libri in mostra e per concludere hanno giocato al telefono senza fili.

In altre occasioni i bambini si sono cimentati nel gioco del mimo di alcuni titoli dei libri in mostra
In altre ancora sono stati divisi in gruppo e invitati a scrivere i dialoghi delle storie, in particolare Il mio leone, Il bradipo dormiglione, L'onda.
Gilda prosegue dicendo "Mi ha colpito in particolare vedere come ognuno ha scelto di mandare il suo messaggio, la sua cartolina ai "bambini di Lampedusa" così tanto distanti da loro. Molti l'hanno fatto rappresentando delle immagini della storia, altri utilizzando case, parco giochi/ponti o navi che trasportano i libri e le cartoline.
E' piaciuto molto il libro "Oh no" (alcuni bambini infatti hanno riprodotto l'immagine sulla cartolina). In particolare i bambini si sono divertiti a provare ad anticipare cosa sarebbe successo.
Tutti hanno mostrato interesse a guardare i libri in mostra e a giocare con alcuni (es. ricerca del pallone giallo), o a far parlare i personaggi.
La lettura del libro Il telefono senza fili ha dato lo spunto al gioco che, come spesso succede, ha prodotto frasi completamente diverse rispetto a quelle iniziali e grandi risate.
"
Biblioteca Baggio


Nadia Antoci racconta che le cartoline sono state prodotte dagli allievi di una classe III e una classe IV della scuola "Nagib Mahfuz" Scuola Araba bilingue (via Stratico 7). Durante i due incontri sono stati letti tanti libri; solo per citarne alcuni Zoom, Il Viaggio, Torte in tavola.
Nadia prosegue "I ragazzi hanno reagito entustiasticamente e hanno coralmente letto i libri proposti, dimostrando coinvolgimento e divertimento. Le cartoline esprimono le suggestioni date dalle letture affrontate, il pensiero rivolto a una persona o un luogo lontani e per un gruppetto di bambine ha rappresentato l'occasione di dedicare un pensiero e/o un disegno alla loro mamma in quanto l'incontro coincideva con la data della festa della mamma in Egitto".
La mostra è durata dal 5 al 28 marzo 2015.

Biblioteca Accursio

Rosa Restelli racconta che le cartoline inviate alcune delle quali già pubblicate su Facebook gruppo sperimentale ragazzi, sono quelle degli studenti della scuola primaria Magreglio II°A II°B, III°B
che hanno apprezzato molto gli album esposti e "letti" in particolare "Onda" di Susy Lee e Il pappagallo di Monsieur Hulo. "Inoltre l 'insegnante della III°B signora Graziella Rocchi con studi di grafica e illustratrice ha portato a scuola le cartoline per far creare anche ai suoi studenti un album illustrato, che forse verrà concluso nel corso del prossimo anno scolastico.
l libri esposti sono piaciuti molto anche a studenti universitari che abitualmente vengono a studiare , adulti che hanno "scoperto" il libri senza parole."
La mostra è durata dal 14 novembre al 14 dicembre 2014.

Biblioteca Gallaratese





Francesca Barzo e Mariagrazia Nobile hanno raccontato a Gabriella la loro esperienza. La Biblioteca rionale Gallaratese allestito nella propria sede una piccola mostra con i Silent Book posseduti e proponendo alle scuole attività collaterali fino al 15 giugno.

"Con l’inizio del nuovo anno abbiamo pensato di promuovere l’iniziativa inviando una lettera, insieme al relativo materiale (brochure, depliant, locandina) ai referenti scolastici, con cui abbiamo rapporti di collaborazione ormai da diversi anni, invitandoli a venire con le classi in biblioteca per far conoscere ai ragazzi un libro, quello dei senza parole, che offre un tipo di lettura basata esclusivamente sulle immagini, soprattutto nel caso in cui non ci fosse stata la possibilità di visitare la mostra del MUBA.

La visita sarebbe stata accompagnata da un laboratorio in cui avremmo letto un libro senza parole lasciando parlare le immagini e, infine, proposto ai ragazzi di illustrare la cartolina bianca, appositamente realizzata per l'evento, ispirandosi al silent book.

Purtroppo, la nostra proposta non aveva suscitato alcun interesse, nessuna scuola ci aveva contattato e quando arrivavano le classi per le consuete visite guidate alla proposta del laboratorio con i Silent book le insegnanti rifiutavano optando per altre attività.

Francesca ed io ci siamo interrogate sulla causa di questo rifiuto e abbiamo pensato che probabilmente fosse dettato dalla paura di cimentarsi in qualcosa di insolito, di dare vita a diverse storie possibili che ciascuno avrebbe potuto leggere a suo modo, senza una narrazione precostruita.

Così, durante una visita guidata con una classe, molto motivata, di seconda elementare al termine della tradizionale lettura ad alta voce, abbiamo preso Il telefono senza fili, che per le caratteristiche e le grandi dimensioni delle immagini si presta ad essere visto bene anche da lontano, e abbiamo iniziato a “raccontare” le immagini mostrandole ai ragazzi. E’ stato un successo clamoroso: i bambini si sono uniti a noi, ognuno diceva quello che l’immagine gli trasmetteva, divertendosi tantissimo. Molti bambini hanno chiesto di prendere in prestito un senza parole. Le insegnanti, visto tanto successo, ci hanno chiesto maggiori informazioni sull’iniziativa, prendendo il catalogo della mostra del MUBA e le cartoline bianche che avrebbero fatto disegnare in classe (causa mancanza di tempo) e poi ci avrebbero restituito.

Anche se ormai in primavera inoltrata, abbiamo ripetuto l’esperimento con altre scuole primarie: Cilea 2^ A, Cilea 2^ B e Viscontini 2^ B. Il successo maggiore lo abbiamo avuto con le scuole dell’infanzia “Betti – Visconti” e “Cilea”, probabilmente perché, non sapendo ancora leggere, i bambini si lasciavano completamente guidare dalle immagini e dalle sensazioni che queste trasmettevano loro. Ogni bambino ha letto una pagina del libro, creando, una catena di storie diverse che si intrecciavano tra loro. E’ stata un’esperienza stupefacente anche per gli insegnanti che hanno visto partecipare attivamente bambini timidi, introversi, e quelli con difficoltà cognitive, tanto da ripetere l’esperienza in classe prendendo in prestito alcuni senza parole.

I titoli che hanno riscosso maggior successo tra i bambini della scuola materna (Vado a scuola, Basta pannolini, Due amici in città) sono quelli in cui, sfogliando tra le pagine, hanno potuto riconoscere scene a loro familiari, individuare oggetti noti, che fanno parte della loro vita quotidiana a cui sanno dare un nome. In questo modo, sollecitati dalle nostre domande, hanno saputo individuare i nessi logici esistenti tra le immagini e, con le parole giuste, raccontare ognuno la propria storia.

C’è posto per tutti, Non perdere il filo, Tortintavola. Ma la torta dov’è?, Il telefono senza fili e Il viaggio, sono stati, invece, molto apprezzati dai bambini della scuola primaria.

Nel complesso è stata un’esperienza molto emozionante e stimolante anche per noi perché ci siamo dovute mettere in discussione, liberandoci dal ruolo di adulte e … ritornare un po’ bambine, lasciando libero sfogo alla fantasia, al sogno."

La mostra è durata dal 14 novembre 2014 al 14 giugno 2015.

Non ho parlato della mostra presso la Biblioteca Venezia ma ricordo che trovate info qui (e ho messo anche altri link all'inizio del post).