giovedì 12 gennaio 2017

Il GGG di Roald Dahl, Salani editore


Complice l'uscita del film di Steven Spielberg a fine dicembre (qui il trailer), il GGG di Roald Dahl (qui il link alla sua fondazione), edito nella collana Gli Istrici della Salani editore (qui il link), è uno dei libri per ragazzi più venduti al momento. Anche se è un classico della letteratura per l'infanzia, confesso di non averlo mai letto prima ma ora so che cosa mi ero persa finora. I motivi sono molti, provo a elencarne alcuni...

Il GGG e i cetrionzoli.

Innanzitutto si tratta di una storia che racconta di un bellissimo incontro tra due persone sole al mondo, che sanno capirsi e imparano a volersi bene, pur nella loro diversità e unicità. Il GGG, a dispetto del nome (Grande Gigante Gentile) è alto "soli" sette metri, denigrato per la sua taglia dagli altri suoi "compaesani", che non ha mai avuto una mamma (sigh!), non ama mangiare i "popolli" - ovvero gli umani - e per questo si autoinfligge come cibo orribili cetrionzoli "un legume tremendamente schifiltoso e nausea-abbondo", dalle "protuberanze rugose".


Il suo cuore è buono e il suo lavoro è il più fantastico al mondo. Infatti, egli va in giro ad acchiappare sogni meravigliosi che si librano leggeri nell'aria e, grazie a un portentoso marchingegno, riesce a regalarli ai bambini più bisognosi. Naturalmente acchiappa velocemente con il suo retino anche incubi che tiene ben chiusi e pronti per occasioni speciali. La sua "tana" è piena di scaffali ricolmi di sogni belli e brutti racchiusi in giganteschi barattoli, e catalogati per filo e per segno.

Sofia - il nome che indica "saggezza" non penso sarà stato scelto a caso - è una giovane orfanella di 8 anni, molto miope, che soffre di insonnia e solitudine e non si trova a suo agio nel posto in cui sta e con le persone con cui abita. Amante della lettura (come diversi protagonisti di Dahl), è piena di fantasia e coraggio.

In questa storia, poetica e ironica al tempo stesso, non mancano i cattivi, mostri altissimi dai nomi che fanno venire i brividi solo a pronunciarli: Inghiotticicciaviva, Crocchia-ossa, Trita-bimbo, Vomitoso, Ciuccia-budella, Spella-fanciulle, San Guinario e Scotta-dito. Rozzi e corpulenti, i giganti si animano la notte in cerca di carne fresca di cui cibarsi.

Oltre al racconto che tiene incollato il lettore - grande o piccolo che sia - alle pagine del libro, Dahl sa incantarci con le sue trovate meravigliose. Dopo aver letto questo romanzo, non si potrà fare a meno di desiderare gustarsi almeno una volta nella vita lo "squizzito sciroppio scoppiettante" dolce e gustoso, con le bolle che vanno all'ingiù, e soprattutto, immaginarsi di offrilo a qualcuno pensando alla possibile reazione (!). Non si potrà neanche fare a meno di iniziare a creare un vocabolario di parole inventate, scoprendo quanto è bello storpiarle a piacimento e leggerle ad alta voce, alla presenza di qualche bambino.


Non so, io mi sono innamorata del gigante dalle orecchie talmente fini da riuscire a sentire persino il chiacchiericcio delle formiche e di una bambina che ha il coraggio di chiedere aiuto - e in che modo! - alla Regina d'Inghilterra. Mi sono innamorata di parole come "canniballo" "cocodrindillo" e "ippopot'amo", che continuo a utilizzare per divertimento con i miei bambini... continuo a ridere ripensando alle scene comiche.
Ma non posso neanche dimenticare le osservazioni sempre acute e pungenti che Dahl fa sul genere umano e sulla cattiveria insita in molti adulti, che invitano alla riflessione.

Il tutto, come un dolce prelibato e squisito, è sapientemente dosato: ironia e divertimento, tristezza e poesia, avventura e coraggio, cattiveria e bontà. D'ora in avanti nulla sarà come prima e verrà voglia di scoprire - se già non siete esperti - gli altri libri della sua ricca produzione.
Dimenticavo, le bellissime illustrazioni, sono opera di Quentin Blake.
Se volete fare un'excursus con una madrina d'eccezione, vi invito a leggere le riflessioni di Alessandra Starace - libraia doc - su Libri calzelunghe (link qui).