Il gioco è da sempre la modalità che hanno tutti i cuccioli - di animali e di uomo - di imparare. Infatti, quando giochiamo il cervello è maggiormente predisposto all'apprendimento. Quindi, ben vengano i due libri pubblicati da Editoriale Scienza "Pensa come Sherlock Holmes" e "Pensa come Leonardo da Vinci" ideati da Carlo Carzan noto come "Il Ludomastro" e Sonia Scalco , un lavoro a quattro mani che li vede impegnati da sempre su questi temi ; i due autori non a caso propongono l'approccio "ludens" per imparare e "coltivare il desiderio di sapere". Un metodo per allenare la mente in modo piacevole, utilissimo da mettere in pratica specie ora che è ricominciata la scuola.
Questi due volumi sono al tempo stesso intriganti e ricchi di spunti, anche per i più grandi (vi invito a mettervi alla prova perché nulla è scontato), perché dosano con sapienza conoscenze, aneddoti e divertimento, allo scopo di modificare il proprio atteggiamento di fronte alle cose che ci circondano. In poche parole: finalizzare gli sforzi ottimizzando il risultato. Niente male vero?
Come ci riescono? I due autori cercando di "sviscerare" i segreti del cervello di due persone non comuni, mettendo a fuoco alcune loro caratteristiche (es. la curiosità, la capacità di osservare nel caso di Sherlock Holmes; la creatività, l'uso di quelle che oggi vengono definite "intelligenze multiple" nel caso di Leonardo da Vinci) per poi proporre alcuni giochi o attività da svolgere per allenare le diverse capacità. L'idea non è di diventare come loro, ma di prendere spunto per migliorarsi.
Quello che mi è piaciuto di "Pensa come Sherlock Holmes"
In un mondo che corre a mille e in cui a volte si rischia di rimanere in superficie, l'allenamento della capacità di osservazione, per comprendere e conoscere a fondo un fenomeno, riuscendo al tempo stesso ad avere una visione d'insieme è davvero prezioso. Altrettanto importante è focalizzare la propria attenzione per allenare la propria capacità di concentrazione, che può essere distratta dalle emozioni positive (es. bei ricordi) o negative (es. ansia). Il libro su Sherlock parla anche di un tema che a me sta particolarmente a cuore: la motivazione e come coltivarla; ben sappiamo quanto le gratificazioni estrinseche (es. approvazioni sociali, voti) possano essere importanti per un bambino alle prese con la scuola primaria (e non solo). Una lezione importante è quella legata al fatto che nulla è impossibile ma che non serva solo il talento naturale ma conti anche l'esercitazione.
Non mancano neanche i consigli in relazione alla memoria. Insomma, come si va in palestra per stare in forma a livello fisico, perché non si fa altrettanto per un bene così prezioso quale sono la nostra mente e il nostro cervello?
Infine, imparare da un detective così geniale è anche un modo per iniziare a conoscere come funziona il metodo scientifico (non a caso il suo inventore Sir Arthur Conan Doyle era un medico e si è ispirato per il suo personaggio a un suo professore dell'università).
Quello che mi è piaciuto di "Pensa come Leonardo da Vinci"
Questo libro ci porta alla scoperta di una persona così geniale, qual è stato da Leonardo da Vinci, che affascina da sempre generazioni su generazioni, attraverso un approccio piacevole, che racconta sia la sua storia sia le sue invenzioni, con una serie di aneddoti.
La prima cosa che ho amato di questo volume è che sottolinea quanto la natura sia stata la prima "maestra" di Leonardo, fonte inesauribile di curiosità: sposo molto la filosofia di chi ormai pensa che la natura e lo stare "fuori" possano "accendere le domande". La curiosità è intesa come un atteggiamento di ricerca, di porsi sempre domande di fronte al mondo che ci circonda, dove il termine "curiosus" viene impiegato secondo il significato latino di "colui che si prende cura": quindi l'invito è a coltivare il proprio desiderio di sapere, cercando di trovare sempre risposte originali.
Le domande e la curiosità, purtroppo, molte volte vengono mortificate da noi adulti, che su questo aspetto dovremmo aprire una grande riflessione. Anche perché la curiosità attiva aree del cervello che regolano il piacere e il rilascio di dopamina donando una sensazione di benessere che stimola la motivazione a continuare. Quindi, perché non alimentare la sete di sapere?
Le domande "accendono una lampadina", ma perché tutto non rimanga fine a se stesso, a questo deve fare seguito un'attenta indagine delle fonti (anche qui vengono forniti tanti suggerimenti utili su come poter fare una ricerca come si deve e come organizzare il metodo di lavoro secondo la modalità del "problem solving"), una rielaborazione di quanto scoperto (formulazione di idee) e una prova/sperimentazione.
Un altro motivo per cui ho amato questo libro è che Leonardo viene portato a esempio positivo di come la dislessia possa essere uno "sprone" a conoscere le proprie potenzialità: come altre persone geniali (es. Picasso, Einstein) grazie a questo suo approccio fuori dal comune e fuori dagli schemi Leonardo è diventato la persona eclettica che conosciamo (chissà come verrebbe "etichettato" oggi visto che faticava a stare attento ed era spesso distratto?). In effetti, quello che viene evidenziato nel libro è come sia importante che i due emisferi cerebrali (quello sinistro, legato più alla logica, al linguaggio e alla matematica, e quello destro legato all'istinto, alle emozioni, alle arti, alla memoria visiva) debbano essere integrati in modo da "potenziare tutte le abilità, da quelle creative a quelle logico-matematiche".
La prima cosa che ho amato di questo volume è che sottolinea quanto la natura sia stata la prima "maestra" di Leonardo, fonte inesauribile di curiosità: sposo molto la filosofia di chi ormai pensa che la natura e lo stare "fuori" possano "accendere le domande". La curiosità è intesa come un atteggiamento di ricerca, di porsi sempre domande di fronte al mondo che ci circonda, dove il termine "curiosus" viene impiegato secondo il significato latino di "colui che si prende cura": quindi l'invito è a coltivare il proprio desiderio di sapere, cercando di trovare sempre risposte originali.
Le domande e la curiosità, purtroppo, molte volte vengono mortificate da noi adulti, che su questo aspetto dovremmo aprire una grande riflessione. Anche perché la curiosità attiva aree del cervello che regolano il piacere e il rilascio di dopamina donando una sensazione di benessere che stimola la motivazione a continuare. Quindi, perché non alimentare la sete di sapere?
Le domande "accendono una lampadina", ma perché tutto non rimanga fine a se stesso, a questo deve fare seguito un'attenta indagine delle fonti (anche qui vengono forniti tanti suggerimenti utili su come poter fare una ricerca come si deve e come organizzare il metodo di lavoro secondo la modalità del "problem solving"), una rielaborazione di quanto scoperto (formulazione di idee) e una prova/sperimentazione.
Un altro motivo per cui ho amato questo libro è che Leonardo viene portato a esempio positivo di come la dislessia possa essere uno "sprone" a conoscere le proprie potenzialità: come altre persone geniali (es. Picasso, Einstein) grazie a questo suo approccio fuori dal comune e fuori dagli schemi Leonardo è diventato la persona eclettica che conosciamo (chissà come verrebbe "etichettato" oggi visto che faticava a stare attento ed era spesso distratto?). In effetti, quello che viene evidenziato nel libro è come sia importante che i due emisferi cerebrali (quello sinistro, legato più alla logica, al linguaggio e alla matematica, e quello destro legato all'istinto, alle emozioni, alle arti, alla memoria visiva) debbano essere integrati in modo da "potenziare tutte le abilità, da quelle creative a quelle logico-matematiche".
Ma non finisce qui: i bambini vengono invogliati a organizzarsi e a elaborare le loro idee e i concetti non solo attraverso le parole ma anche attraverso gli schemi: se Leonardo è noto per i suoi Codex ricchi di annotazioni e disegni, ai giovani lettori viene proposta la modalità di "Schechcodex", che aiuta a mettere ordine tra i pensieri impiegando la logica. E per questo non occorre essere abili illustratori!
Naturalmente la parte del leone la fanno oltre alla già citata curiosità anche la creatività e l'impiego dei cinque sensi. In particolare la creatività viene indicata come un "sapiente uso di ingredienti diversi per dare vita a nuove idee". Idee che a volte non andavano a buon fine, perché come tutti i visionari Leonardo era un precursore dei tempi.
Infine, non mancano suggerimenti per cercare la perfezione in quello che si fa, lavorando su attenzione e impegno, lungi dall'essere preda dell'ansia di prestazione, anzi accettando lo sbaglio e l'errore come possibilità di un continuo miglioramento.
Allora, siete pronti a raccogliere le sfide di questi due libri?