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domenica 21 maggio 2017

Al #SalTo30 le "Storie bestiali" di Papik Genovesi e Sandro Natalini, Editoriale Scienza



Ieri 20 maggio, alla trentesima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino (#SalTo30), presso il Bookstok Village si è tenuto “Storie bestiali”, un incontro con Papik Genovesi e Sandro Natalini che hanno presentato alcune curiosità sugli animali a partire dal libro (qui) pubblicato con Editoriale Scienza.


L’illustratore Sandro Natalini (qui) ha fatto da "Cicerone" e presentatore invitando Papik Genovesi, zoologo e ricercatore Ispra (qui) a raccontare ai bambini alcune delle storie più belle, curiose o inconsuete legate al mondo naturale. Filo conduttore è stato l’indice del libro che è suddiviso in dodici parti e che è un'affascinante introduzione al mondo animale.



Cacca. Si è dunque parlato sia di animali noti, come l’orso (di cui Papik Genovesi è uno dei massimi esperti), che in Italia è in difficoltà quanto al suo status di conservazione, sia di animali molto più piccoli e poco noti e amati, come alcuni ragni.

A differenza di quello che possono pensare in molti, la vita di chi studia gli animali non è sempre "rose e fiori" e per capire ad esempio molte cose sulla dieta dei carnivori (come lupi, orsi, lontre) i ricercatori scoprono tutto attraverso le cacche (in gergo tecnico chiamate “fatte”) e scherzosamente Papik Genovesi ha invitato i bambini a non raccoglierle (senza il permesso degli adulti), ricordando un episodio curioso che gli è capitato - dato che che per anni se ne è occupato - trovandosi nelle tasche sacchetti con questi “preziosi” reperti dopo molto tempo dalla raccolta.


La “Cacca” degli animali, è dunque un elemento fondamentale per conoscere le loro abitudini e da alcuni - come gli ippopotami, animali molto territoriali, che fanno grandi battaglie tra loro e se disturbati possono essere pericolosi - è un mezzo di comunicazione molto efficace. Per altri può diventare addirittura un’abitazione calda dove trovare cibo.
Una curiosità: la balena quando mangia i gamberi rossi fa una cacca rosa, lasciando una "nuvola ro

Cibo. L’incontro è partito parlando anche di un animale che alla sottoscritta sta molto a cuore (qui potete trovare un articolo che ho scritto anni orsono... e non è l'unico), lo scoiattolo rosso, che si trova in buona parte dell’Europa, e vive nei boschi dove trova noci, nocciole e altro nutrimento. Poiché non va in letargo, ha un “trucco” di creare piccole riserve nel terreno che è capace di ritrovare in inverno (quando il cibo scarseggia). Purtropppo, da quando è arrivato in Italia lo scoiattolo grigio, questi è in grande pericolo, anche perché il suo cugino americano riesce a trovare le sue riserve e gliele ruba (la competizione è anche indiretta perché lo scoiattolo grigio è molto più grosso, prolifico e meno diffidente dello scoiattolo nostrano). Per spiegare ai bambini questo fenomeno di competizione, Sandro Natalini ha parlato di una sorta di “bullismo”. Parola decisamente efficace di questi tempi.

Ma come è arrivato questo roditore nel nostro Paese? Tutta colpa di noi uomini: un ambasciatore se ne è “innamorato” e ha portato una coppia in Piemonte, senza sapere a cosa saremmo andati incontro. La storia è lunga e complessa. Aggiungo a quanto raccontato da Papik ieri (naturalmente non poteva soffermarsi troppo su ogni animale) che Secondo la IUCN, l’organo di conservazione della natura che si occupa di stilare le liste rosse degli animali in pericolo, lo scoiattolo americano, a dispetto del suo aspetto carino che affascina grandi e piccini, è una delle specie esotiche più pericolose al mondo!

Sonno. Ci sono animali che dormono pochissimo, come le giraffe, che fanno una “penichella” di mezz’ora nel corso dell’intera giornata (la vita non è certo facile per questi giganti erbivori dal lungo collo), altri che passano quasi l’intera giornata a farlo, come i pipistrelli (dormono diciannove o venti ore, a testa in giù) o i leoni, che sono grandi dormiglioni.

I Sensi per gli animali sono importantissimi per muoversi nell’ambiente in cui vivono anche per individuare il cibo, Un esempio in tal senso è il kiwi un uccello che vive in Nuova Zelanda; in effetti per essere un uccello è un po’ strano, infatti non vola e si muove come i mammiferi, e ha un becco dotato di alcuni peli sensoriali che gli permettono di scoprire se ci sono insetti, dato che si muove nel fitto del bosco di notte, come una sorta di piccolo fantasma. Questo animale, che viveva un tempo indisturbato in quest’isola, dove non c’era nessun predatore, ora è a rischio da quando l’uomo ne ha introdotti diversi, tanto che si trova soprattutto nelle aree protette, essendo diventato il simbolo di questo Paese.

Un altro animale davvero particolare e affascinante è l’ornitorinco, che per molto tempo è stato ritenuto un vero rompicapo zoologico (e all’inizio ritenuto un “falso” costruito con pezzi di altri animali, come il becco “a papera” di un uccello, la coda piatta di un castoro). Questo mammifero australiano è dotato di sensori nel becco che gli permettono di scovare nel fango il suo nutrimento quando si aggira di notte in cerca delle sue prede. Inoltre il maschio è dotato di uno sperone con il veleno.

Un altro animale che impiega i sensi è la vipera, dotata di una lingua biforcuta, “non perché dicono bugie” come ha spiegato Genovesi, con la quale riesce a percepire gli odori che vengono poi “decodificati” nella bocca, per comprendere da che direzione (sinistra o destra) arrivino; alcuni serpenti - come il crotalo o serpente a sonagli -sono invece in grado di percepire il “calore” delle prede anche quando sono immobili. Una delle specie più velenose al mondo è invece una medusa australiana (ma esistono anche conchiglie di mare che lanciano dardi velenosi).

Comunicazione. Come comunicano gli animali? In tanti modi. Abbiamo visto che l’Ippopotamo lo fa anche con la cacca. E noi? Oltre alla parola, con gesti, mimica facciale, il ballo, o anche scegliendo i vestiti. Queste cose le ritroviamo anche nel mondo animale.

Per esempio, il serpente corallo è velenoso, ha dei colori vivi (in gergo si chiamano "aposematici" ossia di avvertimento") e non ha problemi a farsi vedere, essendo velenoso, perché manda un apposito segnale a chi lo vede: sono velenoso, stammi lontano. Questa peculiarità è sfruttata dal falso serpente corallo, che non è velenoso ma ha una colorazione simile per cui, per sicurezza di solito i possibili predatori lo evitano.

Il calamaro dei coralli è invece fosforescente e usa la luce per comunicare, quando si muove sui fondali dei Caraibi (Oceano Atlantico).

Il pesce cadetto produce invece un ronzio fastidiosissimo, che può sembrare l'allarme di una sirena, per cui è davvero fastidioso per chi si trova vicino al suo branco di notte e vorrebbe dormire.


Il Corteggiamento negli animali è molto vario. Ci sono specie che danzano, come alcuni ragni. Un ragno australiano saltatore, detto ragno pavone, riprende il re dei corteggiatori che è il pavone e si esibisce in una danza straordinaria per corteggiare la femmina, con la differenza che se la femmina non è convinta se lo mangia (quindi bisogna imparare a ballare molto bene, il maschio le si avvicina con cautela).

Papik Genovesi ha ricordato come i ragni, che non piacciono a tutti, abbiano invece un ruolo straordinario nel mondo naturale perché sono abili predatori, che controllano il numero di insetti nei boschi. Dobbiamo quindi ringraziarli se non ci sono invasioni di insetti!

Gli Amori bestiali si manifestano in mille modi: l'abbraccio tra i lumaconi acrobati è forse quello più singolare; questi molluschi sono infatti dotati contemporaneamente di organi maschili e femminili e devono sfruttare l'occasione quando incontrano un partner (potrebbe essere anche l'unica!)

Anche la rana notturna di Bombay è un'altra specie acrobata, con il maschio che si appoggia alla foglia con le zampe anteriori (quelle davanti) per avvicinarsi alla femmina per accoppiarsi.

Il comune grillo campestre si può dire che abbia - come ha ben espresso Sandro Natalini - "mille grilli per la testa": infatti i ricercatori anglosassoni hanno scoperto attraverso l'uso di tante telecamere che ogni maschio sceglie molte femmine... e viceversa.


In dolce attesa... Maternità. Ci sono gestazioni che durano molto (come quelle delle balene o delle orche) e altre che durano pochissimo, come nel caso degli opossum (dodici giorni). Le orche mamme passano anche molto tempo con il piccolo, che nelle prime settimane di vita non sa respirare bene, per cui lo sostengono letteralmente per portarlo in superficie in modo che respiri l'aria (essendo un mammifero dotato di polmoni). In compenso, mamma opossum ha gravidanza di dodici giorni - è un marsupiale, quindi il piccolo partorito è una sorta di feto che poi si sviluppa in una speciale sacca e grazie a un latte portentoso - poi accudisce i suoi piccoli, tanto che gliene possono "salire addosso" anche dodici!!
Una curiosità: noi donne abbiamo la stessa gestazione delle mucche!

In altri casi, il compito di allevare i piccoli è delegato ai maschi, come succede al cavalluccio marino, le cui uova fecondate sono tenute in una tasca nella pancia del maschio, che se le cura e alla fine "partorisce" da mille a milleottocento piccoli!

Cure parentali. Ci sono tante curiosità e anche dei rimpianti: è il caso di una rana che viveva in stagni australiani e possedeva succhi gastrici portentosi, avendo un principio attivo che se studiato avrebbe potuto aiutare l'uomo a creare delle medicine per la gastrite. purtroppo queste rane si sono estinte e con loro abbiamo perso possibilità di scoprire questa specie affascinante e al tempo stesso di trovare dei principi attivi per guarire le persone.
Il casuario è uno strano uccello vive in Australia e ha un artiglio, con cui è capace di aprire la pancia con un taglio. Nonostante tutto, con i suoi piccoli è molto amorevole e li protegge dai pericoli. E la mamma casuario cosa fa? Si riposa un po’...

Curarsi."Aiutati che il ciel ti aiuta": è il caso di alcuni anfibi, in grado di rigenerare la zampa dopo averla danneggiata o persa. Lo stesso succede anche alle stelle marine.
I pesci zebra hanno, invece, la capacità straordinaria di rigenerare le cellule del cuore quando è danneggiato.
Una specie di lemure nero, primate che vive solo nell'isola del Madagascar, si sparge sulla pelliccia il veleno dei millepiedi per allontanare i parassiti.

Tema della morte viene affrontato anche con storie relative al mondo animale. Caso emblematico è quello del salmone: un pesce che vive la sua vita adulta in mare, ma nasce nei torrenti per poi tornarci per deporre le uova, compiendo un viaggio molto avventuroso, nuotando contro corrente, cercando di sopravvivere agli attacchi degli orsi, arrivando stremato al torrente natale per poi morire subito dopo la deposizione delle uova.

Un altro caso "estremo" è quello degli efemerotteri (dal greco ephḗmeros, che dura un giorno+pterón, ala) che spendono buona parte della loro vita in acqua - anche per alcuni anni - come larve, ma come adulti vivono qualche ora, giusto il tempo per accoppiarsi e deporre le uova.

Se bisogna cercare un animale longevo, bisogna allora parlare della vongola quahog (l'età si conta in base al numero anelli sulla conchiglia, come accade per le testuggini o per gli anelli concentrici degli alberi): un esemplare raccolto in Nord Atlantico (e purtroppo surgelato dai ricercatori) aveva la "tenera età" di "quattrocento anni.

Queste sono solo alcune delle curiosità e informazioni che si possono trovare in questo bellissimo volume. Io lo sto leggendo da alcune settimane con i miei figli e posso assicurarvi che non solo li appassiona un sacco ma fa venir voglia di farsi altre domande e andare ad approfondire, magari cercando filmati, audio sulle specie. Insomma, non si può prevedere l'effetto che fa. Sicuramente, una grande attenzione all'ambiente e una maggiore conoscenza delle specie animali. Perché non si smette mai di studiare.


L'incontro è finito con gli autografi di rito (naturalmente me li sono portati a casa anch'io) 


e con il ritrovo di amici giornalisti (come Andrea Vico, che nei giorni scorsi ha presentato il libro di Telmo Pievani Sulle tracce degli antenati (qui), sempre pubblicato da Editoriale Scienza). Qui trovate una video presentazione ad opera dei ragazzi del BookBlog.

lunedì 18 maggio 2015

#SalTo15 Incontro "Scuola Maestra. Educare alla lettura"


Sabato 16 maggio presso lo spazio Book al BookStock Village del Salone internazionale del libro di Torino (#SalTo15), si è tenuto l'interessantissimo incontro "Scuola maestra. Educare alla lettura", un momento di riflessione importante dedicato a insegnanti, educatori, bibliotecari e genitori per "far crescere lettori". Ha aperto e coordinato i lavori Martina Russo in rappresentanza della rivista Andersen (a proposito,  sabato 23 maggio al Museo Luzzati di Genova verranno assegnati i premi della 34ma edizione del PREMIO ANDERSEN, il più ambito riconoscimento attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori).

Da sinistra, Gabriela Zucchini e Martina Russo.
lasciando subito la parola a Gabriela Zucchini, che fa parte della "squadra" della cooperativa Equilibri di Modena, che ha presentato l'ultimo libro di Aidan Chambers "Il lettore infinito. Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni (Equilibri Editrice) di cui ha curato l'edizione italiana. Si tratta di uno strumento "agile" che viene dalla fusione di altri due libri, in cui riflessioni e proposte si mescolano ragionando sul "lettore facile".

La parola è passata a Beniamino Sidoti - si occupa di giochi e storie ed è tra i fondatori di LuccaGames -  che ha scritto "Lettori in gioco" (Sonda) - un libro a quattro mani con Alessandra Zermoglio (mamma, autrice del libro "Genitori in gioco") - e che cura un blog "Il libro utile (qui) per la casa editrice. Sidoti ha spiegato che attraverso il libro hanno cercato di colmare un vuoto editoriale, una mancanza di uno strumento, meditato e critico al tempo stesso, di ampia diffusione. L'idea infatti è quella di parlare a tutti (non solo agli addetti ai lavori). Ha spiegato che si tratta di un manifesto per i genitori e per tutti i promotori della lettura, un riferimento per chi vuole educare alla lettura con riflessioni sul perché occorra farlo. Ha spiegato che val la pena leggere, far leggere e condividere la lettura. Il libro è stato appositamente scritto a quattro mani perché mentre Zermoglio "gioca in casa", lui "gioca fuori casa". Hanno cercato di trovare quei libri che si prestano a essere condivisibili con i propri figli o a scuola. Ha sottolineato come occorra andare oltre la frase "il piacere della lettura", una parola d'ordine che è quasi diventata "una parola d'ordine", svuotata del suo pieno significato.
Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, esperto di letteratura per l’infanzia, ha presentato "Nati sotto il segno dei libri" (Idest) - qui piccola recensione su LiberWeb - scritto con Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l'infanzia. Con piglio appassionato ha spiegato come il libro, la lettura e il bambino siano inscindibilmente legati, perché "è importante capire perché si nasce lettori", riconoscere il libro e capire come il libro possa avviarci alla lettura. A suo modo di vedere, è importante nonché decisivo, far iniziare bene questo processo. Perché il diventare lettori dipende da molti fattori (occasioni, contesti e fortuna). Bisogna capire cosa ricava il bambino dal libro.
Sappiamo infatti poco sul primo periodo del bambino lettore dai primi giorni di vita ai tre anni. Sappiamo più del bambino, grazie alla psicologia dell'età evolutiva, meno del lettore bambino. Per questo è opportuno attingere ad altre discipline quali le neuroscienze (e qui farò felice tutti i miei amici biologi e naturalisti che se ne occupano o ne sono appassionati).
Paladin ha sottolineato come siano pochi i feedback diretti che abbiamo dai bambini. Non bastano quindi l'apporto della letteratura e della psicologia ma bisogna anche attingere all'esperienza quotidiana e ha fatto specifico riferimento agli educatori che con i bambini passano molto tempo.
La rivista Liber monitorizza il settore con una banca dati ed ha evidenziato come siano pochi i libri di qualità per la prima infanzia (per questo ha invitato ad attingere anche ad altri Paesi). E' importante che il bambino cresca con la narrazione.

E' stata poi la volta di Giordana Piccinini, vicepresidente dell'associazione Hamelin, creata a Bologna nel 1996, che ha parlato di alcuni progetti importanti: Scelte di classe, Annuario di Hamelin (che vuol integrare quello della rivista Andersen) e la rivista Hamelin (in realtà costituita da un vero e proprio libro). Piccinini ha spiegato come sia importante "costruire il lettore" e nonostante le interessanti riflessioni di Gianna Vitali su Andersen di marzo (in cui rifletteva su come il termine "promozione" sia legato al marketing) ha spiegato come per lei sia importante non eliminare questo termine che ha anche il significato di "portare verso" mentre "educare" indica "portare fuori". Ha spiegato come la rivista Hamelin in realtà abbia la forma di un libro vero e proprio, con saggi lunghi di approfondimento di alcune tematiche che all'associazione stanno particolarmente a cuore o particolarmente pregnanti in un determinato periodo. Ha parlato di come ci siano libri "scorretti" (uso io questo termine), come "Gli sdraiati" di Serra, che parla in realtà di una generazione che ha fallito con gli adolescenti, non si è rapportata con loro e non ne sia diventata punto di riferimento. Ci sono alcuni temi necessari ad allargare le relazioni, con persone affini a noi, pertanto hanno approfondito il tema sull"identità di genere". La rivista si compone di due numeri monografici e dell'annuario.
L'Annuario vuole essere uno strumento per capire cosa succede nell'editoria per ragazzi, capire alcuni fenomeni. Per esempio, come mai attualmente non esistano libri dedicati ai bambini dei primi anni della scuola primaria (Battello a Vapore e poco altro). Si sono messi ad analizzare come mai i giovani guardino molte serie tv e vadano meno al cinema e hanno scoperto che ci sono serie tv molto ben fatte.
Collegato all'annuario c'è il progetto in collaborazione con "La tribù dei lettori" di Roma, che è costituito da un premio (ogni anno cambia la giuria di esperti). Ogni anno vengono scelti sette titoli per fascia di età (5/7 anni; 8/10 anni; 11/13 anni). Questi 21 libri vengono dati da leggere a scuola e viene proclamato un vincitore per ogni categoria. In ogni libro scelto, viene dato anche il riassunto e ci sono approfondimenti e domande.


Martina Russo ha ripreso la parola spiegando come il numero monografico di Andersen (dedicato lo scorso anno a Roberto Denti), quest'anno abbia ripreso alcuni articoli di Pino Boero. Pur partendo da articoli pubblicati negli anni Ottanta, si evidenzia la staticità di certi fenomeni. E quindi ha lanciato la domanda/sfida ai relatori: qual era a loro parere la strada maestra da percorrere per sbloccare questo fenomeno.
Beniamino Sidoti ha detto che con la crisi, i tagli alla cultura e alla scuola c'è sempre più bisogno in realtà di mediatori della cultura e a come si stia assistendo a fenomeni di "controcultura dal basso".

Daò canto suo Paladin ha ribadito l'importanza di conoscere i libri, conoscere cosa il bambino coglie del libro e ha lanciato una provocazione: è più importante in un libro l'illustrazione o la relazione? E ha citato il caso del libro appena pubblicato senza illustrazione. Si è chiesto quale sia la funzione del dito nel bambino quando guarda un libro, quale sia il suo primo linguaggio, che precede quello della denominazione (dare un nome alle cose), quale sia il ruolo delle fotografie, il rapporto con la realtà. Tante domande che a suo parere trovano una risposta nelle neuroscienze (mi sono comperata il libro e non vedo l'ora di leggerlo!).


Zucchini ha sottolineato - a dispetto dell'ottimismo di Sidoti - la sua preoccupazoine e si è chiesta se non si tratti di una reazione di resistenza nei confronti di una mancanza di politica. Quando vengono meno alcune cose si costituiscono i presidi. Ha sottolineato quanto sia importante la consapevolezza del contesto in cui ci si trova a operare, l'attenzione alla lettura e al lettore (bambini e ragazzi), che va ascoltato e capito.
Giordana Piccinini, scusandosi per scappare per andare a prendere un treno (come la sottoscritta, che poi ha trovato un passaggio da due meravigliose anime pie che citerò sotto), ha sottolineato l'importanza di fare rete tra persone che operano nella cultura e con il libro.
Purtroppo non sono riuscita a seguire il resto del dibattito. Se qualcuno, che ha seguito, ha voglia di postare qui sotto commenti, aggiunte, è il benvenuto.
Chiudo con i due "angeli custodi" che hanno coccolato me e Massimo (reduce da ben due incontri per Instar, di cui parlerò in seguito) e ci hanno portati sani e salvi a casa. Grazie Francesca Romana Grasso (pedagogista di Edufrog) e grazie Eugenio Ghiglia (a proposito, se siete in cerca di qualcuno che vi faccia un sito a regola d'arte potete fare riferimento a lui.... basta guardare con attenzione il sito di Edufrog per capirlo- qui il suo sito)