Sabato 16 maggio presso lo spazio Book al BookStock Village del Salone internazionale del libro di Torino (#SalTo15), si è tenuto l'interessantissimo incontro "Scuola maestra. Educare alla lettura", un momento di riflessione importante dedicato a insegnanti, educatori, bibliotecari e genitori per "far crescere lettori". Ha aperto e coordinato i lavori Martina Russo in rappresentanza della rivista Andersen (a proposito, sabato 23 maggio al Museo Luzzati di Genova verranno assegnati i premi della 34ma edizione del PREMIO ANDERSEN, il più ambito riconoscimento attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori).
Da sinistra, Gabriela Zucchini e Martina Russo. |
Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, esperto di letteratura per l’infanzia, ha presentato "Nati sotto il segno dei libri" (Idest) - qui piccola recensione su LiberWeb - scritto con Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l'infanzia. Con piglio appassionato ha spiegato come il libro, la lettura e il bambino siano inscindibilmente legati, perché "è importante capire perché si nasce lettori", riconoscere il libro e capire come il libro possa avviarci alla lettura. A suo modo di vedere, è importante nonché decisivo, far iniziare bene questo processo. Perché il diventare lettori dipende da molti fattori (occasioni, contesti e fortuna). Bisogna capire cosa ricava il bambino dal libro.
Sappiamo infatti poco sul primo periodo del bambino lettore dai primi giorni di vita ai tre anni. Sappiamo più del bambino, grazie alla psicologia dell'età evolutiva, meno del lettore bambino. Per questo è opportuno attingere ad altre discipline quali le neuroscienze (e qui farò felice tutti i miei amici biologi e naturalisti che se ne occupano o ne sono appassionati).
Paladin ha sottolineato come siano pochi i feedback diretti che abbiamo dai bambini. Non bastano quindi l'apporto della letteratura e della psicologia ma bisogna anche attingere all'esperienza quotidiana e ha fatto specifico riferimento agli educatori che con i bambini passano molto tempo.
La rivista Liber monitorizza il settore con una banca dati ed ha evidenziato come siano pochi i libri di qualità per la prima infanzia (per questo ha invitato ad attingere anche ad altri Paesi). E' importante che il bambino cresca con la narrazione.
E' stata poi la volta di Giordana Piccinini, vicepresidente dell'associazione Hamelin, creata a Bologna nel 1996, che ha parlato di alcuni progetti importanti: Scelte di classe, Annuario di Hamelin (che vuol integrare quello della rivista Andersen) e la rivista Hamelin (in realtà costituita da un vero e proprio libro). Piccinini ha spiegato come sia importante "costruire il lettore" e nonostante le interessanti riflessioni di Gianna Vitali su Andersen di marzo (in cui rifletteva su come il termine "promozione" sia legato al marketing) ha spiegato come per lei sia importante non eliminare questo termine che ha anche il significato di "portare verso" mentre "educare" indica "portare fuori". Ha spiegato come la rivista Hamelin in realtà abbia la forma di un libro vero e proprio, con saggi lunghi di approfondimento di alcune tematiche che all'associazione stanno particolarmente a cuore o particolarmente pregnanti in un determinato periodo. Ha parlato di come ci siano libri "scorretti" (uso io questo termine), come "Gli sdraiati" di Serra, che parla in realtà di una generazione che ha fallito con gli adolescenti, non si è rapportata con loro e non ne sia diventata punto di riferimento. Ci sono alcuni temi necessari ad allargare le relazioni, con persone affini a noi, pertanto hanno approfondito il tema sull"identità di genere". La rivista si compone di due numeri monografici e dell'annuario.
L'Annuario vuole essere uno strumento per capire cosa succede nell'editoria per ragazzi, capire alcuni fenomeni. Per esempio, come mai attualmente non esistano libri dedicati ai bambini dei primi anni della scuola primaria (Battello a Vapore e poco altro). Si sono messi ad analizzare come mai i giovani guardino molte serie tv e vadano meno al cinema e hanno scoperto che ci sono serie tv molto ben fatte.
Collegato all'annuario c'è il progetto in collaborazione con "La tribù dei lettori" di Roma, che è costituito da un premio (ogni anno cambia la giuria di esperti). Ogni anno vengono scelti sette titoli per fascia di età (5/7 anni; 8/10 anni; 11/13 anni). Questi 21 libri vengono dati da leggere a scuola e viene proclamato un vincitore per ogni categoria. In ogni libro scelto, viene dato anche il riassunto e ci sono approfondimenti e domande.
Martina Russo ha ripreso la parola spiegando come il numero monografico di Andersen (dedicato lo scorso anno a Roberto Denti), quest'anno abbia ripreso alcuni articoli di Pino Boero. Pur partendo da articoli pubblicati negli anni Ottanta, si evidenzia la staticità di certi fenomeni. E quindi ha lanciato la domanda/sfida ai relatori: qual era a loro parere la strada maestra da percorrere per sbloccare questo fenomeno.
Beniamino Sidoti ha detto che con la crisi, i tagli alla cultura e alla scuola c'è sempre più bisogno in realtà di mediatori della cultura e a come si stia assistendo a fenomeni di "controcultura dal basso".
Daò canto suo Paladin ha ribadito l'importanza di conoscere i libri, conoscere cosa il bambino coglie del libro e ha lanciato una provocazione: è più importante in un libro l'illustrazione o la relazione? E ha citato il caso del libro appena pubblicato senza illustrazione. Si è chiesto quale sia la funzione del dito nel bambino quando guarda un libro, quale sia il suo primo linguaggio, che precede quello della denominazione (dare un nome alle cose), quale sia il ruolo delle fotografie, il rapporto con la realtà. Tante domande che a suo parere trovano una risposta nelle neuroscienze (mi sono comperata il libro e non vedo l'ora di leggerlo!).
Zucchini ha sottolineato - a dispetto dell'ottimismo di Sidoti - la sua preoccupazoine e si è chiesta se non si tratti di una reazione di resistenza nei confronti di una mancanza di politica. Quando vengono meno alcune cose si costituiscono i presidi. Ha sottolineato quanto sia importante la consapevolezza del contesto in cui ci si trova a operare, l'attenzione alla lettura e al lettore (bambini e ragazzi), che va ascoltato e capito.
Giordana Piccinini, scusandosi per scappare per andare a prendere un treno (come la sottoscritta, che poi ha trovato un passaggio da due meravigliose anime pie che citerò sotto), ha sottolineato l'importanza di fare rete tra persone che operano nella cultura e con il libro.
Purtroppo non sono riuscita a seguire il resto del dibattito. Se qualcuno, che ha seguito, ha voglia di postare qui sotto commenti, aggiunte, è il benvenuto.
Chiudo con i due "angeli custodi" che hanno coccolato me e Massimo (reduce da ben due incontri per Instar, di cui parlerò in seguito) e ci hanno portati sani e salvi a casa. Grazie Francesca Romana Grasso (pedagogista di Edufrog) e grazie Eugenio Ghiglia (a proposito, se siete in cerca di qualcuno che vi faccia un sito a regola d'arte potete fare riferimento a lui.... basta guardare con attenzione il sito di Edufrog per capirlo- qui il suo sito)
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