Il Mottarone da qualche tempo è diventato per me un rifugio dove potermi ritrovare, un luogo dove respirare e godere non solo dei monti e dei panorami, ma dove mi sembra quasi di raggiungere le nuvole e l'infinito.
Anche se sembra affollato, per fortuna le persone si disperdono, i sentieri sono talmente tanti che è difficile incontrare qualcuno e se succede si tratta di un appassionato di montagna.
Quest'anno per la prima volta abbiamo osservato i gheppi con la loro tipica postura "a spirito santo",con la quale rimangono in verticale e immobili con le ali spalancate.
I prati sono lasciati liberi di crescere, sia per proteggere le specie, sia per consentire il pascolo delle vacche.
In alto i faggi sono molto diversi da quelli che si incontrano salendo dal lato di Armeno (NO), che appaiono alti e slanciati, con un unico tronco e le branche che compaiono da una certa altezza. Qui sono intricati, con molti tronchi che si dipartono da un'unica base, si intrecciano e a volte si fondono, la struttura è prostrata. Da lontano quando sono pieni di foglie appaiono quasi tondeggianti, solo da vicino si osserva questa complessità.
Non sono esperta e vorrei andare in giro con qualche appassionato/a per scoprire i nomi delle montagne che si osservano, dei paesi e persino dei laghi oltre al Lago d'Orta e al Lago Maggiore.
Sulle alture e tra le eriche è pieno di fiori e insetti, le farfalle la fanno da padrone insieme a cavallette e altri ortotteri, che quest'anno creavano un sottofondo molto intenso.
Per chi volesse mangiare consiglio il Rifugio Genziana (qui) dove si può gustare la tipica polenta con formaggi o pasticciata e altre delizie.
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