lunedì 9 agosto 2021

A caccia del ragno vespa



Finalmente, questa mattina, sono riuscite a scovarle: tre bellissime femmine di ragno vespa (Argiope sp.), così chiamate per la colorazione giallo acido e nera dell'opistosoma (la parte posteriore del corpo degli aracnidi), che ricorda quella delle vespe. Per alcuni è noto anche come "ragno tigre", "ragno zebra" per altri come "ragno delle more", perché si trova spesso tra gli intrichi di queste piante. Il suo habitat è infatti costituito da siepi o rovi, vicino ai quali costruisce la ragnatela ancorandola tra l'erba alta. 



Le femmine sono molto più grandi dei maschi - davvero minuscoli al confronto come si può vedere nella foto e nel video (oggi ho avuto il piacere di osservare il primo maschio della mia vita, chissà se sarà sopravvissuto all'accoppiamento!)  e sono facili da osservare quando sono al centro della ragnatela che presenta una sorta di struttura a zig zag nota come "stabilimentum", un raggruppamento di fili di seta, particolarmente spessi e diversi dalla tela principale, disposto verticalmente e ben visibile (la cui funzione non è del tutto chiara: secondo alcuni studi pare utile ad attirare insetti riflettendo la luce e a ridurre gli impatti degli uccelli sulle tele, rendendola più evidente, secondo altri potrebbe rendere più stabile la tela).


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Pare che il ragno quando cattura una preda l'avvolga con una grande quantità di tela e che tra le sue preferite ci siano cavallette e grilli (ortotteri). Quella da me osservata oggi aveva catturato una farfalla bianca. In effetti, ho letto che non disdegna anche lepidotteri, ditteri o anche grandi coleotteri volanti. Quando la preda rimane intrappolata, inizialmente il ragno la avvolge emettendo dalle filiere una grande quantità di seta, ed in seguito, dopo averla morsa ripetutamente - come quasi tutti i ragni, possiede ghiandole velenifere utili per predare insetti ed immobilizzarli anche se sono molto più grandi -la trasporta al centro della ragnatela per cibarsene comodamente.

Il ragno vespa non è aggressivo (questo non vuol dire che occorra disturbarlo!): mette in atto una strategia difensiva molto particolare, rimanendo al centro della tela, le imprime un movimento oscillatorio molto rapido, per circa mezzo minuto. Se questa tattica dissuasiva non ha effetto, sceglie la fuga pur rimanendo nelle vicinanze. 

Il nome Argiope deriva dal greco  "argós" che significa lucente, come il suo opistosoma argenteo.

PS In Italia sono presenti 1678 specie diverse di ragni (segnalazione risalente al 2019)!!

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