Questo post lo dedico ad Antonella Capetti, autrice di Apedario (qui) , di un saggio che continuo a leggere ma non sono ancora pronta a recensire "A scuola con gli albi" edito da Topipittori (qui) e dei volumi "A più voci" realizzato con Marta Vitali per Pearson editore (qui). Seguendo Antonella in questi anni sono cresciuta, perché è generosa nel donare riflessioni sulla scuola, mette al centro i bambini e le bambine e i loro pensieri. A lei devo la scoperta di questi libri di cui avevo molto bisogno. Ammetto la mia ignoranza e non conoscevo ancora la grammatica valenziale, ma appena scoperta mi si è aperto un mondo, un universo che forse aspettavo. Ho sempre amato la logica e pensato che con la curiosità e il ragionamento si possa apprendere meglio che a memoria. Pertanto, leggendo "Grammatica e fantasia" di Veronica Ujcich, "Grammatica dei bambini: le parole" di Diana Vedovato e Vera Zanette e "Grammatica dei bambini: le parole" di Veronica Ujcich, editi da Carocci Faber (qui, qui e qui), ho trovato finalmente un metodo per avvicinarsi alla grammatica in modo diverso.
Di cosa si tratta?
Come si dice nella introduzione, il libro aiuta i docenti a lavorare con una didattica laboratoriale per scoperta, anche con l'impiego della fantasia. Diversi sono i "mentori": uno di questi è Gianni Rodari con la sua Grammatica della fantasia, Edizioni EL(qui) ha aperto le porte all'apprendimento legato anche al divertimento, per unire l'utile al dilettevole.
Il metodo, ideato dal francese Lucien Tesnière e portato in Italia grazie alle opere di Francesco Sabatini, che mette al centro della frase il verbo. Si deve a Tesnière il collegamento con la valenza, metafora impiegata per definire il rapporto tra un verbo e i suoi "argomenti", ovvero la capacità di un verbo di legare a sé un certo numero e un certo tipo di elementi linguistici come un atomo attira a sé atomi di altri elementi per formare una molecola. Sempre a lui si deve l'idea del verbo viene visto come il canovaccio di una pièce teatrale, che chiama sulla scena un numero variabile di attori partecipanti. Nella frase si possono poi aggiungere altri elementi, che Tesnière chiama "circostanti", perché incaricati di rappresentare le circostanze in cui l’azione si svolge.
Esistono pertanto i verbi zerovalenti, come quelli "metereologici" (es. piove, nevica), monovalenti (es. "il cane abbaia) e così via fino ad arrivare ai tetravalenti (quattro "valenze"). Allo stesso momento con la frase "il bambino accarezza il cane", in cui il verbo è bivalente, si può pensare a una scena che richiede la presenza di due attori "il bambino" che accarezza, "il cane" che è accarezzato.
Mettendo al centro il verbo e non più il soggetto, si riesce a comprendere come il primo non abbia solo valore come semplice "azione da compiere".
Nei libri viene suggerito l'impiego del libro "La grammatica è una canzone dolce", un breve romanzo di Erik Orsenna, Salani (qui), dove due bambini si ritrovano in un'isola, dove gli aggettivi si comprano nei negozi, i verbi lavorano in fabbrica.
Grazie a questi tre volumi, si possono avere indicazioni sia metodologiche sia esempi da esplorare insieme ai propri alunni.
Io non vedo l'ora di mettere in pratica quello che ho letto.
Vi lascio, suggerendo due webinar del gruppo Raffaello Edzioni che ho trovato su youtube: qui e qui. Naturalmente, esplorando, si possono trovare molte presentazioni del professor Sabatini.
Inoltre, ho trovato questa tesi di Corso di Laurea Magistrale in Linguistica dell'Università di Padova, che ho trovato, che può essere utile per un approfondimento: qui.
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