mercoledì 4 dicembre 2019

Freddo, storni e cambiamenti



Sono tornata e, a solo una settimana di distanza, ti trovo cambiata.
Ora hai perso quasi tutte le foglie, anche se quelle ancora sugli alberi sono verdi pur tuttavia presentano all'interno della macchie marroni, dei buchi e si stanno rinsecchendo. Appaiono più evidenti i tuoi frutti legnosi, soprattutto sui ramo già spogli.

Anche il muschio sul tuo tronco oggi mi appare "smarrito". Le parti verdi sono diminuite, lasciando spazio alla vista a quelle che sono secche. Il muschio è fresco al tatto, ma anche fragile, e alcune parti sono pronte a staccarsi. Sul lato dove il muschio è secco appare color mattone e si sente tutta la rugosità della corteccia.

Sulla tua corteccia priva di muschio rintraccio alcune cimici rosse strette strette una all'altra e nascoste ben bene nelle incisioni. Bisogna proprio volerle cercare per rintracciarle. Sapere che potrebbero esserci.
Ai tuoi piedi, anzi vicino alla base del tronco, molte tue foglie cadute.
Tante sono verdi e fresche, con la pagina inferiore ancora vellutata. È strano però sentire una differenza tra il tocco con le mani, che mi fa pensare al velluto, e quello sulla pelle della faccia, dove questa morbidezza scompare. Il sentore di velluto appare solo sfregando il dito sulla pagina inferiore, mentre se pongo la foglia sulla mano questa morbidezza non traspare. Una diversa sensibilità della pelle e i polpastrelli sono in questo al massimo delle potenzialità.
Sulle foglie cadute da più tempo sento il fresco e l'umido del terreno dove erano appoggiate. Però, visto che oggi non piove, non si avverte quel senso di "schiacciamento tra i denti" della terra sulla foglia. Oggi è mascherata.
Appaiono nuovamente i cumuli dei lombrichi mentre loro se ne staranno al calduccio nel terreno.
Nessuna lumaca all'orizzonte.
I carpini alla tua sinistra sono pressoché definitivamente spogli, eccezion fatta per alcuni rami dove le foglie sono ancora attaccate, ma secche e marroni, tutte accartocciate. Sotto, un tappeto altrettanto marrone.

Anche le querce appaiono più spoglie anche se in alto resistono le fronde: anche le loro foglie, di un colore più caldo, color cachi, appaiono altrettanto secche. Stranamente altre due querce più in là sono ancora piene di fronde e quella più lontana è ancora verde. È come una progressione: dal tuo lato gli alberi sono spogli e sempre più lontani appaiono ancora lussureggianti. 
Cosa ci sarà di diverso? 
Sarebbe bello chiederlo a loro. Avrei voglia di aver tempo per parlare con loro.

Oggi sento meno i canti della natura. Sarà per il rumore a destra di un tagliaerba che lavora ininterrotto nella scuola d'infanzia e maschera i richiami di allarme di merli e il canto di
qualche storno (ho appena udito un lungo fischio).
Appena alzo lo sguardo vedo due sagome nere attraversare il mio orizzonte visivo, da sinistra a destra, verso la scuola d'infanzia, dove la protezione è migliore.
Guardo ancora più in alto, verso il cielo che oggi appare azzurro scuro tendente al viola con una punta di marrone e molte nuvole che lo nascondono e da cui traspaiono deboli bagliori di sole. Alcune infatti sono più luminose di altre. 

Mi volto a destra e su un albero spoglio in alto vedo tante piccole sagome e dal canto intuisco che potrebbero essere storni. Sono proprio in cima in cima. Si confondono quasi con le poche foglie rimaste che però appaiono dai contorni frastagliati. Sono così immobili che mi chiedo se sto sognando.
E mentre penso, ecco volteggiare un merlo con la sua andatura ondulata. Sembra disegnare davvero delle onde nell'aria. Riesco a visualizzare la linea che ha dipinto nel cielo.

Dove gli alberi sono assenti, il prato è ancora verde e rigoglioso. Al di sotto di ognuno mucchietti di foglie accartocciate e marroni. Più o meno sparse. 

Le sagome degli alberi completamente spogli si stagliano controluce mettendo in evidenza anche i rami più piccoli e mostrando tutti i dettagli. Chissà se sono già pronte delle gemme o siano solo piccole protuberanze? Bisognerebbe arrivare in alto, trasportati da una scala invisibile.
Oggi il freddo è tenace, ma congela solo la punta del naso. Mi sono coperta bene e avverto solo una lieve frescura anche ai piedi.
Eccezion fatta per i merli che ogni tanto volteggiano ed emettono il richiamo di allarme non sento alcun altro canto. Sarà coperto dal tagliaerba? Non avverto quasi i rumori delle auto che passano, solo quelli delle moto e dei motorini più forti e fastidiosi.

Non appena il rumore cessa si avverte il fischio degli storni: un "fiuuuu" prolungato.
La luce del sole tra le nuvole è quasi abbagliante e fa strizzare gli occhi.
Ecco in lontananza una cornacchia grigia. Oggi mancava. Le risponde dall'altro lato un altro animale. Cosa si racconteranno? Si staranno cercando?
Ora il vento solleva dolcemente parte delle foglie da terra, solo da un lato quello più leggero. Vagamente si muovono le foglie sugli alberi e i rami dove stanno appese.
Piccoli movimenti quasi invisibili.
Si mostrano fugacemente e scompaiono.
Intanto avverto il freddo anche sulle mani scoperte. È quasi da un'ora che sono qui ferma.
È tempo di andare. Anche se vorrei stare qui ancora un po'. Ora che il suono del tagliaerba è cessato e si sente quasi il silenzio. Almeno tutto appare più tranquillo. Vorrei ma non posso.
Abbraccio la tua corteccia rugosa per salutarti. Spero mi racconterai qualcosa la prossima settimana.

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