Lunedì è arrivato da scuola l'ennesimo pacco di mascherine: per intenderci quelle del Consiglio dei Ministri, puzzolenti e che schiacciano il naso.
Devo dire che ho subito pensato, tra me e me: "ecco, un'altro incontro da organizzare in piazzetta (con adeguate misure di distanziamento) per donarle a qualche associazione che ne abbia bisogno". Anche se mi sento in colpa, essendo consapevole che doneremo quello che per noi è uno "scarto" e che, in famiglia, abbiamo scelto di non fare indossare ai nostri figli quando sono stati in presenza, per i disagi che hanno creato.
Poi, continuano a risuonare in me le parole di Andrea, che a soli dieci anni da tempo continua a dirmi: "Mamma, come smaltiremo e dove finiranno 8 miliardi di mascherine al giorno?" Una domanda a cui personalmente non ho una risposta ma che mi fa riflettere moltissimo.
Ha più lui consapevolezza per l'ambiente dei grandi. In particolare di quelli che decidono per lui.
Non sapendo cosa farne, il 27 gennaio, sul mio profilo facebook ho lanciato una richiesta...
Ecco il filmato...
La risposta mi è arrivata grazie all'idea di Giada Perini, mia collega, che insieme a Eliana Rocchetti(presidente dell'associazione Naturiamo) si adopera per le case popolari e grazie a Oscar Strano, Presidente del Consiglio presso Municipio 4 di Milano. Grazie a loro le mascherine sono state donate a chi ne aveva bisogno!
Tam Tam ... qualcosa si muove!
Subito all'idea di trovare una destinazione per l'uso delle mascherine, si è creato un tam tam: non nascondo di essermi commossa al primo whatsapp girato ad alcune amiche, tra cui Anna Guarnieri che è una delle persone che tengono come genitori le fila della scuola insieme a Laura Bossi, tra le poche mamme della "vecchia guardia" che conosco (tantissime sono passate e hanno fatto molto ma ora sono alle superiori, ma anche lì animano la nostra social street, riuscendo a compiere atti di grande solidarietà).
Il giorno in cui dicevo mi sono presentata davanti alla scuola dalle 8 alle 9 per raccoglierle c'è stata una sorta di "processione" di grandi e bambini, nonostante la pioggia, tanto che sono arrivata con tantissimi sacchetti/sacchettoni e sacchettini all'Asilo nel bosco di Milano. Sono tornata con un "bottino" di 1000 mascherine. Un gesto ripetuto due volte, prima che tornasse il lockdown...
Quel momento (a inizio febbraio) è stata una grande occasione di "socialità e relazione", specie per noi genitori della Scuola Stoppani (parlo di almeno un decennio di frequentazione da parte mia) che negli anni abbiamo costruito una vera e propria comunità, anche con il sostegno del Municipio 3 (in particolare mi riferisco a Caterina Antola che ci ha sempre aiutati, anche quando non era presidente), a Paola Bocci, quando era ancora al Comune, e alle due dirigenti dei plessi Analia Setton e Claudia Racchetti, che ora ha passato al testimone al nuovo dirigente Antonio Re che mi sembra molto saggio, anche se non ho avuto modo di conoscerlo ancora.
Tantissimi sono stati i progetti culturali e collaterali, sia alla scuola dell'infanzia, sia alla scuola primaria. Progetti che da sempre hanno tenuto unita la comunità, fatta non solo di bambine e bambini, genitori e insegnanti, ma anche delle persone del quartiere e da artisti, come la
Compagnia Alma Rosè (Ambrogino d'Oro). Ricordo alcuni progetti di cui ho avuto modo di parlare negli anni sul mio blog e che trovate di seguito: Asta delle promesse (
qui), Assistente per un giorno (
qui,
qui,
qui...). Sopra, una foto di Andrea, risalente all'ultima edizione 2019, assistente veterinario nello studio di
Nicola Galli, che cura la nostra Sally da quando è arrivata a casa.
Le mascherine le abbiamo contate alla #scuolinaincascina dell'Asilo nel Bosco di Milano (qui) perché come sostengono tanti educatori e pedagogisti, la scuola funziona se c'è di mezzo spesso la vita reale. Anche se seguo tre bambini della primaria, dei primi due anni, abbiamo contato insieme fino a 1000 (!) e si sono esaltati all'idea del dono. A volte la rete aiuta. La collaborazione non ha colore politico.
Secondo lockdownDa quando è iniziato il secondo "lockdown" ed è ricominciata la DAD, ho iniziato a interessarmi con maggiore consapevolezza di quello che stava accadendo emotivamente ai bambini e ai ragazzi.
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Eccomi in manifestazione con la mia collega Cajetana O'Farrell |
Oltre a partecipare a una delle tante manifestazioni per la richiesta di tornare in presenza, ho seguito un incontro (qui) molto interessante organizzato dal Comitato EduChiAmo, che ha come presidente Cinzia D'Alessandro, grazie al quale ho scoperto l'immenso lavoro svolto da Sara Gandini e altri ricercatori, autori anche della pagina Pillole di Ottimismo (qui). Sara Gandini ha anche un blog che trovate qui dal titolo davvero affascinante Goccia a goccia. A scavar pietre e nutrire arcobaleni.
Seguendola, oltre a rimanere molto basita sull'atteggiamento discriminatorio nei suoi confronti anche di colleghi che hanno usato toni poco carini (di fatto è portavoce di una serie di ricercatori e ci mette la faccia), ho scoperto che non sempre anche persone che stimo da tempo hanno il coraggio di osare... Faccio riferimento a quello che è successo durante la trasmissione di Corrado Formigli, che trovate qui integralmente, alla fine della puntata.
Grazie a quella trasmissione ho avuto l'opportunità di conoscere meglio la giornalista Annalisa Cuzzocrea, che ha scritto un libro interessantissimo "Che fine hanno fatto i bambini", in lettura, di cui mi riprometto di fare una recensione apposita, perché la merita tutta.
Un'ultima riflessione dopo la seconda pandemia e l'incubo della DAD che si è riproposto a tutti i bambini da 2 a 18 anni, senza contare gli universitari: perché si sono spesi e buttati via tantissimi soldi in banchi girevoli quando ora si scopre che gli studenti delle superiori - che non hanno quasi mai frequentato - si troveranno in scuole dove non esiste neanche un metro di distanza, quando ancora si parla di problemi di mezzi (quando sarà commissariata la Lombardia?)... allora perché in questo momento non investire tutti nelle FP2? Almeno negli ultimi mesi? Non ho una risposta ma molti dubbi e domande che mi tormentano, voi?
Mi riprometto di tornare con altre riflessioni... anche sui benefici sullo stare all'aperto, su cui tanto si è parlato in passato ma su cui quasi nessuno ha investito davvero.