domenica 16 dicembre 2018

"Lupinella", di Giuseppe Festa, Editoriale Scienza


Quando ero studentessa alla facoltà di biologia, mi ero fatta assegnare una tesi sui lupi in Casentino. Iniziai a gennaio, quando metri di neve ricoprivano il paesaggio e la casa forestale che ci ospitava era gelida come un ghiacciolo. Avevo persino imparato a lavarmi i capelli con l'acqua riscaldata sul fuoco, (in un'atmosfera da vecchio far west), e a mettere su le catene da neve con la macchina inclinata.
Ho trascorso momenti meravigliosi - anche se poi ho deciso di lasciare - ma quello in assoluto più bello è stato quando mi sono ritrovata sola tra i boschi, nel silenzio ovattato dalla neve, caduta poche ore prima, a percorrere un sentiero appena attraversato da un piccolo branco di lupi.
Se torno indietro con la memoria, quella è una delle emozioni più grandi che abbia mai provato nella mia vita, e che mi fa ancora venire i brividi: l'idea di essere l'unico essere umano ad aver lasciato una traccia dopo i lupi.

Comprendo quindi, perfettamente, l'amore e la passione che ha Giuseppe Festa, e che si riflette nelle sue opere, perché questo connubio uomo-natura lascia tracce profonde nel cuore di una persona così sensibile come lui.


"Lupinella", scritto per Editoriale Scienza (qui la scheda), racconta "La vita di una lupa nei boschi delle Alpi" e contribuisce alla conoscenza di un animale per cui l'uomo nutre da sempre sentimenti contrastanti. L'opera è stata realizzata per diffondere anche il progetto europeo Life WolfAlps (volto alla conservazione e alla gestione a lungo termine della popolazione alpina del lupo) appena concluso. Qui il sito per ulteriori approfondimenti molto interessanti.


"Nasco a metà primavera, in una profonda tana scavata da mamma Brina.
Appena vengo al mondo, un'enorme lingua mi solletica il pancino. Mi accoccolo al calduccio vicino alla mamma e mi godo il dolce sapore del suo latte.
Che pacchia!
Poi, arrivano i miei fratelli.
Fine della pacchia.
Il primo a nascere, dopo di me, è Mugo. Mamma lo lava con un sacco di leccate lunghe e pazienti. Poi il mio forzuto fratello mi rifila un paio di robuste zampate sul muso, mi passa sopra, e si attacca alla mammella accanto a quella che sto succhiando io. E non basta ancora: poco dopo arriva Sasso, che si attacca all'altra mammella libera, stritolandomi contro Mugo. Per poco non mi soffocano!
L'ultimo della cucciolata è Mirtillo. Confuso, comincia a strisciare nella tana, è proprio impacciato. Sento mamma che si allunga per afferrarlo con la bocca e riportarlo al calduccio tra noi. O meglio, su di noi, visto che me lo ritrovo sulla testa. Ehi, fai piano!
Come inizio non promette bene."

Ecco il primo capitolo in cui si assiste alla nascita di Lupinella e dei suoi fratelli minori. Con parole calde e allo stesso tempo "scientificamente corrette" (ma essere mai "pedante" o troppo "tecnico) Giuseppe ripercorre la vita di una lupa dalla sua nascita al momento dell'abbandono del branco, con un racconto in prima persona che cattura subito l'attenzione dei lettori. Grandi o piccini che siano.


Mentre la crescita inizia, si scopre cosa succede progressivamente: dalla scoperta della vista (i lupetti nascono ciechi come i cani) alle prime incursioni fuori dalla tana, alla definizione del branco e delle relazioni. I mesi passano veloci, Lupinella cresce, e scopre la meraviglia degli ululati di mamma e papà (il sistema con cui i lupi comunicano nel branco, quando è distaccato, o con altri branchi)... scopre la "magia" della caccia e le prime "delusioni" (un fratello che si allontana dal branco). Con la crescita iniziano le difficoltà e i compiti, finché anche Lupinella non si trova pronta a percorrere la sua strada.


Alcuni box ben differenziati dal testo in cui compare quella che Festa chiama "la Lupologa" spiegano particolari della biologia e dell'etologia, ossia del comportamento degli animali, con curiosità e dettagli comparati all'uomo che fanno venire voglia di approfondire ancora di più.


In fondo al libro si trovano anche "I giochi nel bosco", proposte di attività da fare in natura per conoscerla meglio ed esplorarla.

Insomma, questo libro ci ha conquistati (e ci teniamo stretta la nostra copia autografata) il mio consiglio è di fare una sopresa a chi ama la natura e farglielo trovare sotto l'albero.


Ho avuto il piacere di ascoltare ben due volte Giuseppe Festa e ne sono rimasta affascinata. La seconda volta, per Avventure di carta 2018, grazie a Susi Soncin, ho avuto il piacere e l'onore di presentarlo. Sentirlo parlare di Natura e animali è un grande regalo, perché con grande empatia trasmette l'amore per questo mondo ancora tutto da esplorare e da proteggere.

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi sia utile condividilo con i tuoi amici.
Grazie!