domenica 22 dicembre 2024

Il Natale delle pulcette, di Beatrice Alemagna, Phaidon

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Chi ha amato gli altri libri sulle pulcette (ne ho parlato qui) di Beatrice Alemagna, non vorrà perdersi questo dedicato al momento del Natale. Un libro che come tutti gli altri è creato con lana infeltrita e pezzetti di tela colorata scelta sempre con gran gusto dall'autrice stessa. Pulcette che sono talmente vive da sembrare uscire dalle pagine di carta e diventare vere e proprie compagne di avventura...


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In questo caso le pulcette si riuniscono per creare una festa indimenticabile, ma - naturalmente - ognuna di loro ha un'idea diversa di “indimenticabile”. C'è chi pensa al cibo e alle gustose  "tartine di polvere e un panettone di briciole",  c'è chi invece collega la festa ai balli e chi ancora ama riunirsi a suonare le canzoni di Natale intorno al pianoforte...

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E così, tra un racconto e l’altro sulle proprie tradizioni, scopriamo tutto quello che si può fare a Natale per creare un'atmosfera accogliente. 


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Ma cosa riesce a renderle felici tutte? Condividere un momento di gioia tutte insieme, come accorgersi che nevica e che tutto si imbianca: affondare dentro facendo “scrunch scrunch”, con la neve che scricchiola “sotto i piedi”.

Vi invito a leggerlo e rileggerlo... chissà quante volte vi verrà chiesto! Provare per credere!


PS come sempre questa autrice con semplicità riesce a parlarci e farci riflettere su temi importanti, anche in questo caso collegati alla diversità e al proprio punto di vista collegato anche alle diverse esperienze.

Biofilia di Cathy Eliot, Storiedichi Edizioni


Mi è arrivato un libro bellissimo, direi emozionante e immersivo: Biofilia di Cathy Eliot, Storiedichi Edizioni

L'autrice dichiara: "ho cercato e scelto parole strane e poco conosciute, che sorprendono i lettori o li facciano riflettere. Vogliono essere un punto di partenza per esplorare la natura e fare esperienze che invitino a cogliere la meraviglia." Per una persona che da anni sta facendo ricerca sulle parole e sullo sguardo e sull'esplorazione, un libro del genere non può essere che un grande regalo.

In effetti alcune parole provengono da tante lingue diverse del mondo ma, in realtà, alcune fanno parte anche della nostra lingua, anche se magari sono poco conosciute o usate; per esempio petricore è una parola che esiste anche in italiano - oltre che in inglese - e vuol dire proprio il profumo intenso e unico che accompagna la prima pioggia, 


Andando a scavare l'origine del termine si scopre che: "In effetti, il termine petrichor è stato introdotto solo nel 1964 da due scienziati australiani, Isabel Bear e Richard Thomas (Nature 993/2), che hanno dato il nome al liquido oleoso che sgorga da alcune rocce durante i periodi di siccità e che, dopo la pioggia, emana un odore gradevole. In seguito è stato generalizzato dall'uso all'odore della terra dopo la pioggia. Deriva dal greco "petros", pietra e "ichor*", il sangue degli dei e degli immortali nella mitologia greca." Inoltre si scopre che il petricore si forma dopo un periodo di siccità perché: "Durante un lungo periodo di siccità, le piante secernono alcuni oli essenziali che impediscono alle altre piante nelle vicinanze di crescere. Questo le avvantaggia in caso di scarsità d'acqua. Gli oli non vengono assorbiti solo dalle piante, ma anche dal terreno. Lì vengono immagazzinati e rilasciati quando piove.
Oltre all'olio vegetale, anche i batteri presenti nel terreno sono responsabili dell'odore. Si ritirano durante i periodi di siccità e riducono il loro "metabolismo", per così dire. Quando inizia a piovere, i batteri si attivano di nuovo e secernono, tra le altre cose, una sostanza dall'odore terroso chiamata geosmina. Si tratta di una molecola alcolica che possiamo percepire anche in quantità molto piccole. Infine, è la combinazione di questa geosmina e degli oli essenziali delle piante a dare l'odore del petricore
 (qui)."


Petricore ha anche a che fare con il cuore e la pietra, quindi ha anche un assonanza particolare che fa riflettere anche sull'essenza della parola stessa.




Meriggiare naturalmente in Italia è un termine noto grazie alla poesia di Montale

 

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.




Quello che nel testo viene chiamato "Ammil" - cristalli di ghiaccio che fanno brillare tutte le cose - da noi è la famosa "galaverna"
Mentre Shinrin-yoku Che vuol dire fare il bagno nella foresta viene ora chiamato Forest Bathing, che vuol dire immersione nella foresta.

Ammil in inglese che deriva dallo smalto strato di brina che copre il paesaggio da noi è la cosiddetta galaverna che arriva per un fenomeno atmosferico particolare.
Infatti, la galaverna è costituita da un rivestimento cristallino, opaco e bianco intorno alle superfici solide; di solito non è molto duro e può essere facilmente scosso via. Essa si forma perché le goccioline d'acqua in sospensione nell'atmosfera possono rimanere liquide anche sotto zero . Il fenomeno della galaverna è il passaggio da vapore acqueo a ghiaccio, che avviene non solo sul terreno, ma anche sugli alberi, sui tetti delle case (qui).

Biofilia in realtà è stata inventata da due autori senza che si conoscessero... Il primo è stato Eric Fromm, il secondo Edward Wilson, senza però conoscerne l'etimologia greca.

La particolarità del libro è non solo far conoscere parole preziose e inconsuete e poterci ragionare ma è anche quella di essere composto da una aletta che, dopo avere presentato la parola nella lingua originale, ne spiega il termine in italiano. La parola è letteralmente immersa in un'illustrazione a piena pagina che aiuta in modo suggestivo, a comprenderne il significato. 
L'aggiunta di una specie di "sottotitolo" aiuta a focalizzarsi ancora di più a spiegare il significato.





Komoreby 
è  un vocabolo giapponese il cui significato letterale è “la luce che filtra tra gli alberi”, è diventato famoso grazie al film "Perfect Days" girato in Giappone da Wim Wenders.

Ecco dunque un libro illustrato che invita a ricercare e apprezzare degli istanti unici e "quasi" irripetibili che invitano a sostare e meditare intorno alla natura. Un libro che si presta a quella continua ricerca anche da parte degli educatori che cercano di ritrovare la bellezza delle piccole cose e a incrementare il vocabolario dei bambini. In effetti partendo da una parola si può passare a ricercarne il significato in varie lingue, l'origine, le poesie o frasi collegate, a volte i film, senza escludere la ricerca diretta in natura.

"24 passi a Natale" di Silvia Vecchini e Lucia De Marco, Lapis edizioni

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Con la sua solita delicatezza, Silvia Vecchini ci accompagna a comprendere il senso vero del Natale, ovvero a scoprire la luce che arriva dentro e attorno a noi, attraverso una serie di racconti allo stesso tempo di semplice lettura, ma molto ricchi di significato.

Ogni  storia è costituita da alcune pagine in cui viene narrata una novella e, alla fine, ritroviamo il senso profondo della storia, sintetizzato in una frase che ci indica quale gesto possiamo compiere per arrivare al Natale più preparati, ovvero ricercando quella ricchezza vera, priva di fronzoli e di fretta.

Silvia ci invita a compiere un proprio vero viaggio fuori e dentro di noi per fare spazio alle cose importanti aspettando il Natale.

24 passi al Natale (Lapis edizioni qui) è un insieme di storie che ci fanno riflettere su piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza, più o meno grandi, più o meno difficili da compiere, che naturalmente possono essere condivisi e approfonditi con gli adulti che leggono questi testi

Spesso sono proprio i rancori quotidiani che ci allontanano dalla felicità e dalla serenità e quindi è prezioso poter avere del tempo per riflettere sulle proprie azioni e avere il tempo per provare a cambiare qualcosa

Come nelle fiabe tradizionali la frase: "C'era una volta" ci accompagna in uno spazio fuori dal tempo in cui tutto è possibile e in atmosfere un po' dimenticate In cui la vita era molto più semplice.

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IL fiore della neve per esempio racconta di un fiore bellissimo che sbocciava una volta all'anno in un prato coperto di neve un fiore perfetto e prezioso, che faceva gola a molte persone Tempo le persone a furia di pensare al fiore e alla sua ricchezza calpestano il luogo in cui fiorisce tanto che in un anno non appare a nessuno l'unico che riesce a vederlo in realtà è un bambino che rispetta gli altri aveva camminato lentamente e si dà del tempo per osservare riflettere pensare osservare e guardare senza cogliere il fiore a volte la frenesia di avere tutto in mano ci porta con un pugno pieno di polvere Ecco che un bambino ancora tra "innocente"riesce a cogliere il vero spettacolo della vita e lo mostra alle altre persone indaffarate: l'invito di questa Novella e a rallentare per vedere sbocciare nuove cose ecco in questi tempi frenetici in cui non si trova lo Spazio Interiore per la riflessione Ma piuttosto si preferisce illuminare tutta la città con luminarie e a far luce fuori  ecco un invito a a rallentare e a raccogliersi dentro di sé per poter vedere le cose veramente belle che ci circondano.

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I testi sono accompagnati da illustrazioni evocative che insieme alle parole producono un senso di raccoglimento senza essere troppo invadenti, ma attraverso l'acquerello ci portano anche loro in una dimensione quasi magica che aiuta a sognare.

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Leggendo queste storie si ha un senso di pace, ci si sente accompagnati ad aspettare il Natale  con semplicità.Proprio l'ultimo racconto ci porta alla Vigilia di Natale un viaggio insieme a un asino a una donna in dolce attesa insieme al proprio compagno.

giovedì 19 dicembre 2024

Noi Kodama di Bimba Landmann, Camelozampa

 

Chi si è abituato alla trilogia pubblicata da Camelozampa di Bimba Landmann (qui,  ne ho parlato), rimarrà sorpreso dal piccolo formato di “Noi Kodama”  (qui)  perfetto per questa storia, una storia che si sviluppa durante un anno a partire da gennaio. 




Quando si apre il libro si compie un vero e proprio viaggio immersi in un mondo particolare, incontrando delle creature collegate al bosco. Infatti, un kodama (木魂?), nella tradizione giapponese, è uno spirito che risiede in alcuni alberi, paragonabile alle driadi (ninfe greche degli alberi). Un’atmosfera magica, che a me ha fatto ricordare e provare emozioni simili a quelle che ho vissuto vedendo il film Totoro di Miyazaki (anche se ho scoperto che i kodama compaiono in un altro film di questo autore giapponese: la principessa Mononoke) o quando ho letto i fumetti di Hilda, in cui apparivano magiche creature che solo questa bambina selvatica, dai capelli azzurri, (non è una bellissima coincidenza che il colore preferito di Bimba Landmann sia proprio l’azzurro?) poteva vedere (ne ho parlato qui).




L'amore per la natura dell'autrice è grande e palese in tutti i dettagli dell'opera e riesce a catturare le emozioni più intense di chi sta a contatto con la natura con la N maiuscola spesso e in una vera e propria connessione. Difatti, è una vera celebrazione della Natura quella che avviene in questo libro piccolo, ma ricco di messaggi ecologici e di amore per quello che è il fondamento della nostra vita. Attraverso queste creature, l'autrice ci porta a riflettere e a scoprire quello che c'è in una foresta o in un piccolo bosco, a comprendere quello che spesso con parole difficili i bambini devono studiare nei libri di scuola senza arrivare a percepirne spesso la vera essenza (esempio: come è fatta una foglia? Quali sono le sue funzioni? “). 


Questi inviti e questi messaggi arrivano dritti al cuore e alle nostre emozioni con parole e frasi poetiche e colori che riescono a toccarci nelle corde più profonde.



Per esempio, nello scrivere: “ tutti gli esseri delle foreste hanno un unico cuore”, c'è un pensiero molto profondo - e di solito difficile da comprendere-, ma qui sintetizzato perfettamente, ovvero ogni essere è connesso all'altro attraverso un sistema complesso di relazioni e senza un solo essere vivente tutti gli altri subiscono delle ripercussioni potenti: di fatto gli ecosistemi sono fragili e hanno bisogno di tutti gli elementi che li compongono per poter funzionare (la prima causa di perdita di biodiversità è proprio la distruzione degli ecosistemi secondo l’Unione Europea).


Questo è solo uno dei tanti messaggi potenti di difesa della Natura, in relazione a quello che sta succedendo da diverso tempo (di cui l’Uomo è direttamente responsabile): ma l’autrice arriva a toccare questi argomenti con un tono sempre delicato, com’è il suo modo anche di dipingere, facendoci scoprire quello che stiamo perdendo (solo se si conosce e apprezza qualcosa poi si può cercare di conservarlo e tutelarlo e lottare per esso).


Un inno potente di amore e di rispetto verso i boschi e le foreste, che vanno protetti perché non solo sono essenziali per la nostra sopravvivenza, ma stanno donarci anche quel benessere e quella serenità che abbiamo perso nella nostra quotidianità; questo viene “declinato” in un modo molto semplice ma efficace sia nelle parole scelte dall'autrice sia nelle immagini che in alcune pagine, quando non ci sono i Kodama, sono parti particolarmente suggestive.




Nel libro si trovano anche alcuni inviti a omaggiare il bosco e le sue creature in alcuni periodi dell’anno (es. “celebrare il buio nelle brevi giornate invernali”,

“svuotare i pensieri quando arriva qualcosa che scombussola come il vento,

“ascoltare nel silenzio quello che succede”, ovvero fare attenzione alle piccole cose che possono passare inosservate a chi non ha occhi e orecchie abituate per notarle)

o a realizzare piccoli piccoli strumenti con i doni che si possono trovare in giro. 


Sì tratta, quindi, di un’opera al tempo stesso poetica e pratica, un invito a osservare da vicino quello che succede intorno, non importa se si tratti di una foresta antica o di un piccolo vaso pieno di piante. L’autrice ci sollecita a recuperare alcuni “riti” che per i nostri nonni o bisnonni erano naturali: seguire il ciclo delle stagioni, recuperare un contatto più forte con gli elementi naturali. Quest’invito arriva ai bambini in un modo molto forte attraverso i Kodama, delle creature magiche che possono catturare la loro attenzione e al tempo stesso trasportarli ancora di più in un mondo che, quando sono piccoli, è a loro molto affine, ma dal quale a volte sono distaccati non per loro volontà. Infatti, se accompagnato da un adulto, come diceva Rachel Carson, un bambino può stabilire un legame di affinità elettiva con la natura che gli rimarrà dentro tutta la vita e che forse lo spingerà a difenderla quando sarà adulto. Per questo ci vogliono esperienze - e storie emozionanti aggiungo io - che rimangano impresse, come questa. Una storia che può essere anche impiegata dagli adulti per mettersi in ascolto insieme ai bambini e alle bambine di quelle che sono alcune de delle occasioni più emozionanti che si possono sperimentare come, ad esempio, aspettare che una pianta germogli o fiorisca, poter vedere il bagliore delle lucciole nelle notti estive o contemplare le stelle, sdraiati e accolti dall’immensità degli alberi, o riuscire a percepire che le piante sono degli esseri viventi come noi.


In Giappone, nel villaggio di Mitsune, nell'isola di Hachijo-jima, c'è ancora un festival annuale dedicato ai Kodama, durante il quale si chiede perdono per gli alberi tagliati. Inoltre, vedere un kodama è reputato un buon auspicio perché significa che il luogo è vitale e pieno di energia positiva. Ringrazio,quindi, l’autrice perché con questa sua opera vuole metterci in contatto con queste creature, lanciandoci un bellissimo augurio: quello di ritrovare quella connessione con la natura che manca e che porta benessere a ciascuno di noi e all’intero Pianeta.