venerdì 10 settembre 2021

Campus residenziale a Mirabello (Ameno, NO)



Difficile descrivere le emozioni che mi accompagnano nella settimana di campus, e quelle che restano a posteriori, come nutrimento per progetti futuri. Quelle che respiro ora, che sono a Milano, immersa in altro, ma con un pezzetto di cuore nella terra dove sento di avere parte delle mie radici.


Sono ormai diversi anni che con Paola Giroldini, e da alcuni anni attraverso l'associazione Dragolago, che abbiamo fondato con amiche e amici (voluta fortemente dal nostro attuale presidente Marco Peduzzi), realizziamo campus residenziali per bambine, bambini, ragazzi e ragazze. Ogni anno è cambiato qualcosa e siamo cresciute insieme a queste persone che ritornano e ci accompagnano, grazie ai genitori che ogni volta ripongono fiducia in noi, sempre e comunque, quando ancora le date non sono pronte!


Questa volta ad accoglierci è stato Mirabello, un luogo davvero magico, pieno di energie, non solo grazie alla casa, al cerchio del fuoco, allo spazio di bosco e di verde presenti, ma anche per le persone che lo hanno custodito e preparato per noi e con noi. Sono certa che non sarebbe accaduto tutto quello che di magico è avvenuto senza i nostri compagni e la nostra compagna di avventura: Antonella Cirigliano, Angelo Hamayl, Pietro e Paolo.

A loro ci siamo affidati per il cibo - con un salto di qualità notevole, di cui parlerò a parte - e una cura dell'anima e del corpo che è stata davvero preziosa.

 

Diversi sono i nostri punti fermi: innanzitutto l'assenza di tecnologia che ormai pensiamo sia indispensabile, soprattutto dopo questo bombardamento che i ragazzi hanno subito in questi ultimi due anni. In secondo luogo la natura, natura sovrana, natura maestra. 


Natura come spazi e luoghi diversi che si fanno conoscere e di cui i nostri bambini/e e ragazze/i fanno esperienza direttamente, entrandoci e "appropriandosene". 


Un altro "must" è un rapporto intenso con i genitori, prima e dopo il campo e durante perché allo stesso tempo siano presenti nella distanza e partecipino con noi, condividendo le gioie e i meravigliosi paesaggi di cui godiamo o le atmosfere di comunità. Per l'incontro iniziale scegliamo sempre un momento condiviso in cui raccontarci e presentarci, per dedicare del tempo all'ascolto di una storia... 


Questa volta ho scelto "Le mani di Anna" di Sara Zambello e Daniela Iride Murgia (per cui, non lo nascondo, provo un affetto, una adorazione e uno stupore per la bellezza illustrazioni a livelli elevati da tempi non sospetti), edito da Bacchilega junior (qui). Dopo la lettura è stato bello vedere mani intrecciarsi e lavorare i materiali naturali, scelti in loco dai partecipanti, per creare qualcosa di bello e unico per i figli o fratelli/sorelle. Un'autentica gioia e una sapienza (ho fornito solo loro due forbici e dello spago...). Sono venuti fuori capolavori con ricchezza di parole di cura ed entusiasmo. Qualcosa di cui sentivamo tutti forse il bisogno.

La cura è un altro aspetto irrinunciabile...Non a caso abbiamo scelto un numero ridotto di partecipanti, per aver la dovuta cura nei confronti di ognuno, se la necessitasse, e allo stesso tempo lasciare la libertà di esplorare, in un luogo comunque "protetto", dove gli adulti ci sono sempre per ogni evenienza.



Le esplorazioni
Grazie a Paola e Angelo, che hanno aperto un sentiero, abbiamo potuto spostarci sempre a piedi, arrivando non solo nella Valle dell'Agogna, nella zona più prossima al Comune di Ameno (NO), ma anche fino al lago d'Orta. Camminate con tempi diversi a seconda dei luoghi, accomunati dall'immersione in spazi naturali, attraverso sentieri più o meno tracciati, dove oltre a noi c'erano solo animali e piante.


Camminate per scoprire i luoghi, camminate per arrivare alla meta. Abbiamo visitato il VOG, dove è stata da poco inaugurata l'area didattica del castagno (ne ho parlato qui) e i ragazzi si sono cimentati a esplorare l'acqua gelida o a esplorare parte del corso del torrente Agogna.

Siamo passati per il sentiero di Verde Vivente, realizzato insieme all'associazione Mastronauta (ne ho parlato qui), prima di proseguire al lago d'Orta.


Insomma, pensiamo che stare fuori voglia dire camminare, respirare, parlare, ascoltarsi a vicenda e farsi incuriosire dai luoghi. Ho avuto modo di ascoltare e parlare con diversi preadolescenti e adolescenti, raccontarmi tanti pezzetti di loro e ne sono grata, perché penso che questo non sia così scontato.
Forse complici sono stati quei sentieri dove gli unici esseri viventi erano gli alberi che ci davano riparo con la loro ombra. 
Naturalmente la mia Sally è stata una fedele mascotte tutto il tempo, anche se voleva sempre passare avanti quando c'erano le strettoie...


Non è mancata neanche la gita all'Adventure Park le Pigne


La vita comunitaria
Il bello del residenziale è quello che c'è oltre la giornata classica. Il risveglio godendosi il silenzio mentre tutti sono addormentati. In questo caso vedere il sole sorgere tra i monti mentre apparecchiavamo fuori. Il rientro, la sera. La notte... 


Abbiamo condiviso colazioni, pranzo e cena, lasciato spazi non strutturati a bambine, bambini, ragazze e ragazzi da 7 a 14 anni, 15 residenziali (altri 4 erano non residenziali). Ci siamo abbracciati profondamente al mattino, godendoci il sole che sorgeva, per darci la carica. Ci siamo goduti le notti stellate che arrivavano e le grida festose dei ragazzi, che non infastidivano nessuno. Abbiamo chiesto a tutti di dare una mano, dal pulire i piatti all'aiutare in cucina, fino a preparare cocktail prelibati (ma questo è un dono che ha fatto Pietro ad alcuni ragazzi, che spero ne facciano tesoro: virgin pina colada o virgin mojto).


Ho assaggiato la carbonara vegetariana e un pesto impreziosito con la menta, ma di questo voglio parlarne poi.






Gli incontri con il corpo e con il bosco

Angelo e Antonella ci hanno donato del tempo per scoprire la parte selvatica in noi 

e Pietro quella spirituale (per conoscere il Lama Michel, che abbiamo incontrato dal vivo venerdì, seguirà post), incominciando da un bellissimo fuoco acceso la prima sera dove i ragazzi hanno buttato i biglietti dove avevano scritto quello che non piaceva di loro e quello che desideravano diventare). 



Angelo ci ha fatto scoprire come esprimere la consapevolezza del nostro stare nel qui e ora attraverso la frase "come sto", declinandola in pensieri o immagini. Ne sono sorte di bellissime e questo è diventato un rituale molto coinvolgente (che ora ho iniziato a praticare anche all'asilo del Bosco di Milano dove collaboro da un anno). C'è chi si sentiva un "deserto di ghiaccio" e chi un "sole all'alba che aspetta un nuovo giorno", chi "una foglia con la rugiada", "una nuvola che si dissolve", "come un peluche", "un coniglio che salta", "una capra senza pelo", "una quercia millenaria", "un cielo parzialmente soleggiato", "un pesce blu", "terra bagnata con funghi e piccoli germogli", "una gallina che riceve una sculacciata dal padrone" "acqua limpida" "un fiore dopo che ha piovuto", "una goccia di pioggia che si dissolve nell'oceano", "il bambin Gesù".


Nel bosco Angelo ci ha invitato a respirare profondamente, chiudere gli occhi e trovare un luogo che sentissimo casa, una tana dove trovare rifugio. Sono usciti dei progetti bellissimi, sviluppati nel corso della settimana, arricchiti con entusiasmo e cura. Piccoli capolavori che restano ancora a Mirabello.




Antonella ci ha portato a riflettere sulla religione e sull'apertura che dona quella buddista anche a chi non crede e invitati a risvegliare il corpo e portare attenzione sui gesti e sulla nostra presenza. Ci ha invitato a dipingere lo spazio con il corpo, a curare la postura, a esplorare lo spazio intorno a noi e in relazione agli altri, Siamo diventati alberi, abbiamo scritto il nostro nome con il corpo nei modi più disparati. Ci siamo nutriti di bellezza e io ho goduto di questi tempi in cui ho fatto esperienza insieme agli altri membri del gruppo.

Ogni giorno ci siamo avvicinati a uno dei pilastri del buddismo grazie a Pietro...

Sono stati giorni intensi, molto gratificanti e pieni di sorprese. Con compleanni festeggiati e feste a sorpresa.

Non potevamo chiedere di meglio per questo gruppo di giovani persone speciali che i genitori ci hanno affidato e ci continuano ad affidare ogni anno e a cui siamo grati.
Una bellissima esperienza che speriamo possa proseguire il prossimo anno e che verrò estesa anche ai ragazzi più grandi, finché lo vorranno e ci vorranno.
 
Insomma siamo aperti ai curiosi, esploratori che vogliono vivere tempi e spazi diversi, in comunità, sempre fuori e senza tecnologia. Scoprendo la bellezza dei giochi insieme e la lettura condivisa.

PS un grazie di cuore a chi è stato accanto a noi ma dietro le quinte, facendo funzionare tutto a meraviglia, dunque alla nostra amministratrice Paola a Micol e Silvia, che hanno curato la comunicazione.
Insomma, Dragolago è fatta da tante persone che mettono il cuore nei progetti e solo così riusciamo a realizzarli. Last but not least grazie al nostro presidente Marco Peduzzi.

PS Sally ringrazia per le passeggiate e per le coccole ricevute.

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