venerdì 9 luglio 2021

Esploratori in paradiso: alla scoperta del cervo volante




Sarà il desiderio di riconnettersi con il bosco, coltivato in questi mesi, sarà la voglia di ritrovare le mie radici, comunque sia sono riuscita finalmente a coronare il sogno di tornare nella casa di campagna dove sono cresciuta e dove mi piace far scoprire la natura al mio giovane esploratore. In questi primi due giorni le nostre passeggiate sono state pienamente ricompensate e, anzi, lo stupore e la meraviglia ci hanno accompagnati da subito.


Ieri siamo usciti poco dopo un temporale e il bosco era molto fresco e tutto era ancora bagnato e i toni di verdi molto intensi. Intorno a noi tantissimi alberi caduti ormai da anni, e per fortuna lasciati nel bosco. Spero che questa sia una scelta... si sa infatti che nei luoghi maturi dove c'è il legno morto è possibile trovare un ecosistema molto ricco ed è quello che sto proprio osservando da qualche tempo. Capitati in quello che io ho soprannominato "Il viale dei castagni", una parte del sentiero nel bosco che si apre verso i prati e porta al fiume, dove si trovano piante secolari e ormai vetuste, di una bellezza incredibile, ieri abbiamo incontrato, con un pizzico di fortuna, uno degli insetti più interessanti. Almeno per me.



Sto parlando del cervo volante, un coleottero della famiglia dei Lucanidi, che può arrivare anche a otto centimetri di lunghezza. Il maschio che abbiamo osservato sopra il tronco di un castagno sembrava aver da poco partecipato a uno dei famosi combattimenti di cui si legge nei libri. 


Una delle sue corna (che in realtà sono mandibole trasformate e da cui deriva il nome) era rotta e sulla sua corazza sclerotizzata, ovvero, su una delle due un'elitre (le ali "dure" tipiche dei coleotteri, che proteggono le ali che servono a volare) compariva un buco, segno di qualche altra "offesa" di guerra. Già la vista di questo esemplare poteva migliorare la nostra giornata, ma poco dopo, lungo il sentiero, abbiamo trovato una specie di cimitero di cervi volanti, brandelli di altri maschi.
Cosa sarà accaduto, ci siamo domandati?
Non ho risposte ma molte domande, a partire da quell'unico esemplare vivo rimasto.


Naturalmente, mentre abbiamo lasciato in pace il maschio, abbiamo subito raccolto i resti degli altri, per poter poi osservare con migliore attenzione gli esemplari morti.




Non potevo non curiosare e informarmi su questa specie, una delle oltre 12mila di coleotteri presenti nel nostro Paese. Forse non tutti sanno che, grazie alla nostra posizione geografica, la fauna italiana risulta essere la più ricca di quella di tutti i Paesi europei!

Qualche informazione in più

Il cervo volante, secondo Linneo Lucanus cervus è il più grande coleottero europeo, inserito nell’allegato II della Direttiva Habitat. Nel Parco delle Foreste Casentinesi si è scelto di usare questo coleottero come specie bandiera, ovvero per sensibilizzare le persone sulla protezione degli ecosistemi
e delle foreste ricche di vecchi alberi e di legno morto. Ho scoperto che come succede in altri insetti - un esempio per tutti è la cicala - il coleottero vive come larva nei grandi tronchi morti di querce, da quattro a otto anni, per poi diventare adulto nell’ultima stagione estiva della sua vita. La femmina, per deporre le uova, scava gallerie in profondità nel sistema radicale della pianta o nel legno morto. La larva è xilofaga e saproxilofaga (si ciba del legno marcescente) e si sviluppa nel legno morto delle ceppaie, negli incavi dei tronchi e nelle radici delle vecchie piante, preferibilmente querce.  Dopodiché si trasferisce nel terreno dove costruisce una celletta, impastando terra con detriti di legno, impupandosi. Gli adulti compaiono tra giugno e luglio, vivono poche settimane e volano in prevalenza dal crepuscolo, "con volo lento, goffo e rumoroso" (chissà come sarebbe bello poterli ascoltare). Gli adulti si nutrono soltanto di sostanze zuccherine, quali linfa e frutta matura.

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