mercoledì 8 gennaio 2020

Prima seduta del nuovo anno


Cara Paulonia,
Sono le 9.10 del nuovo anno e ti ritrovo immersa tra la nebbia. Nel prato saltella tranquillo un merlo, penso sia giovane perché non si è spostato al passaggio di una mamma e di un bambino. Si avvicina sfrontato a me. Mi avrà vista? È qui di fronte e saltella impavido o imprudente. Si sposta solo al passaggio in volo di un merlo maschio che si è posato su un ramo di fronte a me. Anche quest'ultimo è sceso ora nel prato e smuove le foglie.
A parte la nebbia che sfuma la profondità del paesaggio tutto sembra uguale alla volta scorsa. C'è ancora la quercia con le sue foglie. E anche l'olmo alla tua sinistra non sembra volersi spogliare del tutto.
Tu ti ergi maestosa mostrando i tuoi frutti. Le tue foglie sono a terra ormai spezzettate e grigie o nere per l'umidità.
Il muschio sul tuo tronco appare fresco al tatto, almeno la parte che non si è "bruciata" ovvero morta. Faccio un giro intorno al tronco e trovo una cimice infilata in una delle tue scanalature. Dove saranno le altre? Più nascoste? Girando ancora vedo dei licheni sul tronco e delle piccole ragnatele.
Le tue foglie cadute hanno perso la morbidezza della peluria e acquistato i granelli di terra.
Trovo un tuo frutto: lo apro e ne escono tanti semini ovali candidi con il centro scuro e due strani "chicchi di caffè" marroni morbidi che li circondano.
Osservo le tracce dei lombrichi.
Ora soltanto mi accorgo del passaggio di una moto e di una macchina e di suoni di clacson lontani. La natura oggi è più silenziosa.
Per terra trovo anche tracce di muschio strappato, le samare bruno rosse, le foglie di olmo e quercia bruno rossicce che si stagliano sul fondo grigio delle tue foglie. Qualche nuova piantina verde è coperta di brina che la rende candida ai bordi.
Sul tronco tagliato sono apparsi dei funghetti bianchi che si stagliano sul fondo bruno marrone.
Alzo lo sguardo un attimo e vedo la sagoma grigia e lontana dello scoiattolo che sale velocemente su una delle querce spoglie. È come un folletto che si muove veloce sui rami e li fa ondeggiare. In pochissimo tempo si è spostato su quattro alberi diversi ed è arrivato alla quercia frondosa. Come è comparso è sparito.
Osservo i fili d'erba e noto che ognuno di loro porta in cima un goccia di brina. Alcuni hanno tante gocce che li ricoprono, altri solo una. Uno spettacolo per la vista.
Intanto sento degli stridii di uccelli e mi chiedo di chi siano. Sembrano simili a quelli dei parrocchetti che odo al parco di porta Venezia ma non so se ci sia una colonia anche qui. Chissà.
Intanto il tempo passa velocemente.
Sono già le 9.40 e sento solo il rumore delle seghe.
Una foglia mi cade addosso. Che sia un segnale per la fine della mia seduta?
Ho sentito, visto e toccato abbastanza?
Non ne sono sicura. Ma lo prenderò come un sì.

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