"Il prato smisurato", curato da Elisa Testori (con la partecipazione della scenografa Isadora Bucciarelli), è pensato per giocare con lo spazio, che si trasforma in base ai bambini che possono scovarvi fiori e animali, o nasconderli dietro l'erba. Un gioco che può andare avanti all'infinito e che lavora anche sulla percezione che si può avere del davanti e del dietro di un oggetto.
"Il giardino incartato", installazione curata da Barbara Zoccatelli (le opere cartacee sono di Daniele Papuli) lavora, attraverso il cartone, sulle forme, che siano o meno naturali. I bambini si divertono a entrare dentro un tunnel che ha l'aspetto delle fronde di un pino o ad aprire una struttura chiusa che può sembrare un fiore. La fantasia è obbligatoria e certo non manca ai più piccoli, che possono lavorare sulle trasformazioni di queste strutture (quella più bella assomiglia alla forma sinuosa di un lombrico). Alcuni pannelli in legno mettono in relazioni alcune forme della natura (per esempio un cristallo di neve con disegni che ne riprendono le linee essenziali).
"Il paesaggio di passaggio" curato da Francesca Valan (con il supporto della tintora Rossella Cirano) è un percorso che si snoda alla scoperta dei colori naturali, declinati nelle diverse sfumature. Tutte le tende realizzate sono composte da colori naturali e si possono poi scoprire da dove derivano (se da un animale o da un vegetale). Il percorso è differente a seconda della direzione in cui viene svolto, quindi lasciate andare i bambini alla scoperta e a incantarsi su quello che attira maggiormente.
Da sinistra, Michela Dezzani, Munaria, Beba Restelli Associazione Bruno Munari, e Monica Guerra. |
Infine, sarò di parte, forse, ma sono rimasta incantata dal progetto de "La camera delle meraviglie", ideata da Monica Guerra, insieme agli architetti Lola Ottolini e Lula Ferrari. Una vera e propria wunderkammer che richiama silenzio e concentrazione grazie alla tenda che la nasconde dalle altre installazioni, e che richiede tempo e cura per essere esplorata in toto. Lì troverete materiali naturali, messi a disposizione grazie all'aiuto dell'atelierista Stefano Sturloni, libri e albi fantastici di lingua inglese (a me sconosciuti, un'occasione per ampliare la mia già "piccola" biblioteca), alcune biografie di naturalisti e naturaliste. Il mio preferito rimane sempre Gerald Durrell anche se Konrad Lorenz, che ha preso il Nobel proprio nel 1973 - anno della mia nascita, per me un segno- è stato un altro grande maestro. L'idea è quella di interessare i bambini alla raccolta del materiale naturale e a far sì che maestri o genitori lascino costruire uno spazio dove poter accogliere questi doni della natura per poterli osservare o per poterci anche giocare...
Oltre alle proposte per i bambini (avendola potuta visitare si prova molto invidia per questa fascia privilegiata), ce ne sono altre di formazione per adulti. Tutti i dettagli sono sul sito muba.it (sia per le visite organizzate, sia per il resto). Vi consiglio di affrettarvi perché pare che alcune proposte siano molto richieste.
Il comitato scientifico della mostra è costituito da: Fabrizio Bertolino (che ha lavorato, come spiega nella conferenza stampa da facilitatore e voce critica e con le sue competenze naturalistiche), Monica Guerra, Elisa Testori, Francesca Valan, Barbara Zoccatelli. Hanno collaborato alla realizzazione: Isadora Bucciarelli, Rosella Cilano, Lula Ferrari, Lola Ottolini e Daniele Papuli.
Alla realizzazione di questa esposizione ha contribuito parte dello staff Muba, a partire dal direttore creativo Barbara Merati.
Qui il link al video di una parte della conferenza stampa di oggi.
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