Le illustrazioni molto semplici ma anche molto immediate lasciano spazio a pensieri, domande e racconti.
L'incontro in Feltrinelli
Oggi ho avuto la fortuna di presentare questo albo alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano a una classe di bambini dell'ultimo ciclo della scuola d'infanzia e, osservando le illustrazioni, sono venuti fuori alcuni racconti interessanti.
Ad esempio, abbiamo notato come la bambina che si sta lavando i denti sta lasciando aperto il rubinetto.
Voltando pagina: "Ha lasciato aperta l'acqua!" hanno gridato, ancora, pensando alla bambina dell'immagine precedente! Poi una bambina ha associato le due immagini sopra raccontando "Quella signora era andata ad annaffiare ma aveva lasciato il rubinetto aperto perché stava lavando le piante". Un compagno ha osservato che se diamo troppa acqua ai fiori muoiono. Un'altra ha notato che con il rubinetto aperto l'acqua prima o poi finisce.
Le pagine scorrono e invitano a soffermarsi su contesti diversificati, per allargare gli orizzonti.
I bambini hanno anche raccontato a loro modo cos'è l'inquinamento "è quando butti una cosa per terra e non la raccogli più": da lì abbiamo parlato del mare "le barche inquinano con il fumo... e le sigarette!" (qui c'è un video realizzato da un subacqueo nel mare di Bali) e dei fiumi e dei laghi.
Infine, abbiamo provato a cercare una parola che definisse l'acqua: quella che mi ha emozionato di più è stata "è come un diamante".
L'acchiappagocce
Cristina Zeppini (una delle tre ABC, insieme a me e Barbara Archetti) ha avuto la bellissima idea di realizzare un laboratorio costruendo un acchiappagocce. Preparando i materiali - vi ripropongo il post su Materie intelligenti di cui ho parlato qui - ci siamo soffermati su quelli che potessero esprimere la leggerezza, la lucentezza, la delicatezza. Ogni bambino dopo averli toccati, ha scelto quelli che preferiva e, come sempre, rimango incantata da quello che hanno realizzato, di cui vi propongo una selezione.
Acqua in Italia: alcuni dati del CNR
Concludo, approfittando per dare uno spazio al CNR, visto che proprio oggi sono arrivati dei dati interessanti, che riprendo dal comunicato stampa. L’edizione 2018 della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi è dedicata al tema “Nature for Water” e vuole focalizzare l’attenzione sulle soluzioni naturali per conservare, riutilizzare e tutelare le risorse idriche, riducendo il rischio di inondazioni, siccità e inquinamento.
“Il destino dell'uomo è intrinsecamente correlato alla disponibilità idrica e dunque un'adeguata gestione interessa tutti. Non esiste una soluzione universale, ma una serie di strumenti con cui contribuire alla ricerca di un equilibrio sostenibile tra domanda e offerta” spiega Vito Uricchio, direttore CNR-IRSA (Istituto di Ricerca delle Acque).
In Italia disponiamo di 7.494 corpi idrici fluviali, 347 lacustri, 534 grandi invasi dei quali 89 non hanno mai funzionato e oltre 8.000 piccoli invasi, insufficienti per gli attuali modelli di consumo. Il nostro pianeta ha raggiunto il primo miliardo di popolazione nel 1804, il secondo nel 1927 e da allora aumentiamo di un miliardo ogni 12-13 anni: per tali motivi nel secolo scorso il consumo globale di acqua è cresciuto del 600%. L’agricoltura utilizza dal 50 all’80% dell’acqua gestita dall’uomo.
“La natura agisce attraverso cicli chiusi e non conosce rifiuti. I temi dell’economia circolare trovano nell’acqua un "archetipo" consolidato e importantissimi spazi di conoscenza e di ricerca e sviluppo: CNR–IRSA è fortemente impegnato per trasformare i prodotti di scarto in materie prime ed energia, con esperienze quali il recupero del fosforo (in via di esaurimento) dai reflui, la produzione di biogas, biometano e bioplastiche dai sottoprodotti dei fanghi di depurazione o dai rifiuti, il riutilizzo spinto delle acque reflue nel comparto agricolo, industriale e spaziale”, afferma il Direttore del CNR–IRSA. “Inoltre l’incremento delle temperature deve indurre a progettare opere che limitino il rischio di alluvioni e l’evaporazione nei periodi più caldi, quali gli invasi sotterranei oggi resi possibili anche in Italia dal Decreto ravvenamento 100/2016. Gli invasi sotterranei consentono la ricarica delle falde con acque di buono stato chimico, poiché favoriscono l’autodepurazione, e offrono numerosi vantaggi di sostenibilità economica e ambientale: riducono il rischio idraulico e di erosione costiera, prevengono la subsidenza, evitano l’interrimento, non prevedono significativi consumi di suolo. Si tratta, anzi, di opere che vanno oltre il ripristino della permeabilità del terreno, ostacolata dalla diffusa cementificazione, o la realizzazione di opere di contenimento che limitino la dispersione delle acque in mare. Inoltre hanno un costo di realizzazione di circa un quinto rispetto a quelli tradizionali”.
“La natura agisce attraverso cicli chiusi e non conosce rifiuti. I temi dell’economia circolare trovano nell’acqua un "archetipo" consolidato e importantissimi spazi di conoscenza e di ricerca e sviluppo: CNR–IRSA è fortemente impegnato per trasformare i prodotti di scarto in materie prime ed energia, con esperienze quali il recupero del fosforo (in via di esaurimento) dai reflui, la produzione di biogas, biometano e bioplastiche dai sottoprodotti dei fanghi di depurazione o dai rifiuti, il riutilizzo spinto delle acque reflue nel comparto agricolo, industriale e spaziale”, afferma il Direttore del CNR–IRSA. “Inoltre l’incremento delle temperature deve indurre a progettare opere che limitino il rischio di alluvioni e l’evaporazione nei periodi più caldi, quali gli invasi sotterranei oggi resi possibili anche in Italia dal Decreto ravvenamento 100/2016. Gli invasi sotterranei consentono la ricarica delle falde con acque di buono stato chimico, poiché favoriscono l’autodepurazione, e offrono numerosi vantaggi di sostenibilità economica e ambientale: riducono il rischio idraulico e di erosione costiera, prevengono la subsidenza, evitano l’interrimento, non prevedono significativi consumi di suolo. Si tratta, anzi, di opere che vanno oltre il ripristino della permeabilità del terreno, ostacolata dalla diffusa cementificazione, o la realizzazione di opere di contenimento che limitino la dispersione delle acque in mare. Inoltre hanno un costo di realizzazione di circa un quinto rispetto a quelli tradizionali”.
Nell'estate 2017, la quarta più asciutta degli ultimi due secoli, le ondate di calore sono state più frequenti e più intense in 571 città europee, con un triste primato per Roma e con un incremento della siccità nell’Europa meridionale. Le analisi mostrano che 0,5 °C di temperatura media in più aumentano di quasi 2,5 volte la probabilità di eventi mortali con oltre 100 vittime per gli effetti diretti delle temperature, a prescindere da siccità, alluvioni e altri danni.
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