lunedì 5 marzo 2018

“Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita” di Bernard Friot, Lapis edizioni

Leggere una poesia è ascoltarla con gli occhi; 
ascoltare è vederla con le orecchie 
Octavio Paz 


Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita” di Bernard Friot, Lapis edizioni è un libro che avvicina alla poesia, con una storia delicata che cattura piano piano. Il pretesto è un corso estivo di poesia che all’inizio spiazza - come ogni cosa bella - i giovani che partecipano quasi tutti “forzatamente” per motivi diversi agli incontri. Come si sa un grande maestro, quello che lascia il segno - e Friot è stato insegnante e quindi ha sperimentato sulla sua “pelle” - è quello che semina e cerca di accendere scintille. Così questo gruppo così diverso di bambini e ragazzini si ritrova ad appassionarsi pian piano seguendo le indicazioni dello scrittore Simon, un tipo all’apparenza anonima “magrolino, capelli corti, occhi grigi” che dà loro la possibilità di diventare protagonisti, proporre soluzioni alternative. Ed esprimersi attraverso gesti e soprattutto parole, parole che pian piano emergono sempre più fluide e libere con questi “esercizi” e allenamenti fino a coglierne il gusto (All’inizio avevo un po’ di paura di non riuscirci, poi sei venuto tu e mi hai detto "Lascia arrivare una parola nella tua mente”). In un ambiente adatto, qual è quello caldo della biblioteca, perché anche il luogo giusto conta, come sa chi si occupa di letture e laboratori.

In mezzo ad alcuni spunti che l’autore fornisce per iniziare i giovani lettori alla poesia (es. “se le parole evoca un’immagine nella testa, allora funzionano”) c’è una bellissima storia di amicizia e amore tra Kev e Marion, bella perché come tutte le storie reali inizia da piccole cose, piccoli sguardi, piccole complicità (“Restano zitti. Ma insieme. Cioè: sono dentro lo stesso silenzio, non ognuno per conto suo"), assonanze e stranezze. Infatti, Kev che a causa di una gamba rotta - per essere saltato dalla finestra - si trova a passare parte delle sue vacanze nel centro estivo di Montrond viene a incrociarsi con la ribelle Marion dal “viso allungato, lineamenti regolari, ciglia lunghe, una bocca un po’ carnosa, una espressione tesa, ostile. Tranne quando sorride”, alle prese con l’ansia per una nonna che sta morendo di cancro. Due anime inquiete che si troveranno a condividere piccole gioie e il dolore che spesso passa inosservato ai grandi alla ricerca della “normalità, come sempre”.

L’autore fa anche un regalo a tutti coloro che vogliano approfondire la poesia facendo riferimento a questo blog: http://diecilezionisullapoesia.blogspot.it

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