Leggere una poesia è ascoltarla con gli occhi;
ascoltare è vederla con le orecchie
Octavio Paz
In mezzo ad alcuni spunti che l’autore fornisce per iniziare i giovani lettori alla poesia (es. “se le parole evoca un’immagine nella testa, allora funzionano”) c’è una bellissima storia di amicizia e amore tra Kev e Marion, bella perché come tutte le storie reali inizia da piccole cose, piccoli sguardi, piccole complicità (“Restano zitti. Ma insieme. Cioè: sono dentro lo stesso silenzio, non ognuno per conto suo"), assonanze e stranezze. Infatti, Kev che a causa di una gamba rotta - per essere saltato dalla finestra - si trova a passare parte delle sue vacanze nel centro estivo di Montrond viene a incrociarsi con la ribelle Marion dal “viso allungato, lineamenti regolari, ciglia lunghe, una bocca un po’ carnosa, una espressione tesa, ostile. Tranne quando sorride”, alle prese con l’ansia per una nonna che sta morendo di cancro. Due anime inquiete che si troveranno a condividere piccole gioie e il dolore che spesso passa inosservato ai grandi alla ricerca della “normalità, come sempre”.
L’autore fa anche un regalo a tutti coloro che vogliano approfondire la poesia facendo riferimento a questo blog: http://diecilezionisullapoesia.blogspot.it
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