Sono le 7.15. La casa è addormentata. Io pure. Ieri è stata una giornata "campale", densa di avvenimenti ed emozioni.
A partire dal bellissimo incontro alla Biblioteca di Trecate, un luogo magico immerso in un grande parco, luminoso, dove i bambini e i grandi hanno ascoltato in silenzio la lettura di un albo che amo ormai davvero tanto "Natura dentro" di Arianna Papini (Carthusia, qui). Un libro che suscita pensieri ed emozioni, ricordi e stimola con le sue vivacissime, e allo stesso tempo, delicate illustrazioni. Bambini e bambine dai tre anni e mezzo ai dieci, che si sono messi a creare le loro opere solo con i materiali che stimolano la creatività. Qualche mamma mi ha chiesto se per caso adottassi il metodo Munari. In realtà il percorso che con Barbara Archetti e Cristina Zeppini - le famose ABC - abbiamo fatto è stato quello di ispirarci ai grandi maestri (non solo Munari, ma anche Malaguzzi, Rodari...) ma anche di fare un percorso personale che ci ha portato a "togliere" perché i bambini mettano, a curare più la preparazione prima nella scelta dei materiali piuttosto che intervenire durante il processo creativo. Un incontro denso quello di ieri mattina, in cui ho trovato bibliotecari attenti e curiosi, preparati e disponibili.
Poi, arrivata a Milano non troppo tardi, tempo dieci minuti di mangiare quanto Massimo aveva preparato anche per me, sono ripartita con la squadra di scacchi semicompleta per il torneo de Il Castelletto alla scuola francese. Una scuola bellissima e luminosa, dove nei prati - fuori - si trovavano in mezzo all'erba rigogliosa narcisi gialli e tulipani. Qui abbiamo trascorso tutto il pomeriggio all'insegna del gioco dove ho potuto osservare i nostri bambini concentrati. Come ho scritto ieri sono rimasta perplessa dall'atteggiamento di alcuni genitori: alcuni felici di una vittoria a tavolino - per mancanza di avversario - altri subito pronti a dire che la sconfitta del figlio era avvenuta perché alle spalle del vincitore c'era il "padre che suggeriva" . Ne ho incontrati diversi così anche alle gare provinciali. Persone che vogliono più di tutto che il proprio figlio vinca. Certo, anch'io ho desiderato che Marco e i suoi amici vincessero, ma soprattutto per sé. Ma ho sempre detto che prima di tutto bisogna divertirsi, poi vincere. E in effetti per loro è stato così. Si sono guadagnati un dodicesimo posto (su 24 squadre) meritato, con una vittoria finale di tutti e quattro all'ultimo turno, cosa che li ha riempiti di gioia e fatti saltellare ovunque. Settimana prossima avremo il torneo individuale, poi il 6 maggio ci sarà una bellissima iniziativa per tutti al Castello Sforzesco. Purtroppo non potrò andare ma spero i bambini ci vadano perché sarà una grande festa dove tutti potranno sperimentare gli scacchi.
Poi, arrivata a Milano non troppo tardi, tempo dieci minuti di mangiare quanto Massimo aveva preparato anche per me, sono ripartita con la squadra di scacchi semicompleta per il torneo de Il Castelletto alla scuola francese. Una scuola bellissima e luminosa, dove nei prati - fuori - si trovavano in mezzo all'erba rigogliosa narcisi gialli e tulipani. Qui abbiamo trascorso tutto il pomeriggio all'insegna del gioco dove ho potuto osservare i nostri bambini concentrati. Come ho scritto ieri sono rimasta perplessa dall'atteggiamento di alcuni genitori: alcuni felici di una vittoria a tavolino - per mancanza di avversario - altri subito pronti a dire che la sconfitta del figlio era avvenuta perché alle spalle del vincitore c'era il "padre che suggeriva" . Ne ho incontrati diversi così anche alle gare provinciali. Persone che vogliono più di tutto che il proprio figlio vinca. Certo, anch'io ho desiderato che Marco e i suoi amici vincessero, ma soprattutto per sé. Ma ho sempre detto che prima di tutto bisogna divertirsi, poi vincere. E in effetti per loro è stato così. Si sono guadagnati un dodicesimo posto (su 24 squadre) meritato, con una vittoria finale di tutti e quattro all'ultimo turno, cosa che li ha riempiti di gioia e fatti saltellare ovunque. Settimana prossima avremo il torneo individuale, poi il 6 maggio ci sarà una bellissima iniziativa per tutti al Castello Sforzesco. Purtroppo non potrò andare ma spero i bambini ci vadano perché sarà una grande festa dove tutti potranno sperimentare gli scacchi.
Ieri sera - stanchi ma felici - siamo tornati a casa giusto per recuperare Andrea e andare a goderci un gustoso pasto da Rajput - Ristorante Indiano, uno dei nostri posti del cuore, dove i bambini sono entrati per la prima volta nella pancia (sarà per quello che adorano il cibo indiano e i cibi piccanti?). Fatto sta che finalmente ho potuto assecondare un desiderio espresso da giorni da Andrea. Poi a casa un film tutti insieme - e la mamma addormentatasi come sempre! - e l'immancabile treno dei sogni. Un treno dove il babbo era già salito (era davvero tardi ieri), Andrea era davvero l'ultimo passeggero a salire. Questa volta gli amici di Andrea erano già addormentati ma facevano brutti sogni. E così lui è dovuto andare dal mago Merlone, il mago pazzerello e un po' sbadato che è sordo ma sente solo se gli si sussurra all'orecchio. Un mago che perde sempre la sua bacchetta magica, che è un p' svampita come lui, del resto come in Harry Potter sono le bacchette a scegliere i maghi e non viceversa. Con la bacchetta recuperata il mago, tra uno sbadiglio e l'altro, ha ridato il sonno a tutti e il treno è potuto partire lieve, accompagnando nel mondo dei sogni tutti i suoi passeggeri.
Mentre scrivo la luce fuori cresce, un timido sole appare. Non sento ancora i rondoni ma un tram che passa pesante sulle rotaie. Il ticchettìo dell'orologio mi coccola mentre fatico a svegliarmi.
Buon giorno a tutti. Anche oggi mi aspetta una bellissima giornata, con un concerto magico al Dal Verme SONG & Superar for Syria. Non vedo l'ora.
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