mercoledì 12 febbraio 2020

Abbraccio con il batticuore



Sono le 11.
Oggi c'è un sole caldo mitigato da un venticello fresco. Non ci vedevamo da due settimane e ho sentito di doverti abbracciare.
Mi ha colto una strana sensazione di batticuore. 
Non so se fosse vergogna per chi mi stava vedendo in quel momento (avevo gli occhi chiusi e sentivo i passi sul sentiero di ghiaia) o qualcosa di diverso. 

Ho appoggiato una guancia sul tuo tronco rigido e caldo mentre quella sinistra percepiva il fresco del vento che mi scompigliava anche un po' i capelli.
Poi mi sono messa a osservarti. 
Oggi il tuo tronco esposto al sole ha lo stesso colore della cenere quando è nera con riflessi blu sarà l'effetto della luce?

Ecco che trovo la prima cimice rossa. 
È sola. Si starà scaldando? 

Sull'altro lato il muschio è secco e più rado.
Una cornacchia gracchia e un merlo vola gridando il suo canto di allarme.
Intravedo sul tuo tronco i fili di invisibili ragnatele che sono illuminate dal sole.
Una cimice cammina veloce. L'ho persa di vista.
Mi siedo alla base del tuo tronco. Il prato è secco. Sono spuntati "gli occhi della Madonna" piccoli e blu. È spuntata quella che forse da piccola chiamavo salvia pratense (forse è il Lamium purpureum). In terra tanti rametti. Tante foglie secche e pezzi dei tuoi frutti secchi. Dopo li cercherò per bene tutto intorno. Sai quanto mi piacciono vero?
Accanto a te tutti gli alberi sono spogli: i tre olmi alla tua sinistra, le querce (tranne l'ultima in fondo vicino al parco giochi, lei resiste con tutte le sue foglie secche). Persino le samare sono cadute. Mentre poso lo sguardo con il sole che abbaglia incontro le silhouette di due codibugnoli. Uno si sposta velocemente sopra il tuo tronco e pesca qualcosa dove hai il muschio poi scompare insieme al suo sibilo acuto.

Ecco che trovo un tuo frutto aperto con i semi volatili bianchi. 
Sono di una bellezza infinita. Mi commuovo.

Oggi cara seduta non riesco ad apprezzarti quanto dovrei. Non riesco a stare ferma ma sono presa dalla voglia di andare in giro e guardarmi intorno. Vedere i fiori che sono spuntati. Le nuove gemme sui rami spogli.
E mentre sono qui ferma ecco tornare i due codibugnoli che verseggiano. Sono sempre in controluce.
Oggi tanti cani in giro. Quello dell'officina abbaia. Le macchine passano poco. C'è una strana quiete. Anche le grida dei bambini della scuola di infanzia mi danno idea di quiete. Forse perché sono risate allegre.
Il cielo è blu.
Nessuna nuvola.
Il vento agita le coperture di una impalcatura gonfiandole come vele di una barca.
I vetri e gli specchietti delle auto brillano.
Il prato inizia a essere verde a macchie. Fa a gara con le foglie secche beige che lo ricoprono. Anche i fiori punteggiano il prato: sono blu, viola e bianchi. 

Una folata di vento alza le foglie e un merlo mi passa di fronte sfrecciando e atterrando a terra come un aereo.

Con questa luce faccio fatica a osservare ma mi godo il caldo sulle guance. Mentre il vento smuove i capelli facendomi il solletico.
I rami più elastici ondeggiano.
Una mosca vola a zig zag e si posa accanto a me sul prato.
Oggi non sembra proprio inverno. Sembra primavera.
Mi disturbano le cicche di sigarette accanto a te, i tappi di birra, un pacchetto di sigarette abbandonato nel prato e una cannuccia di plastica. Le persone lo sapranno che sei l'albero della principessa? Ti dovrebbero ammirare non attorniare di spazzatura. Ho deciso che pulirò almeno attorno a te. Per il rispetto che ho. Oggi forse il non stare fermo ha anche una motivazione più nobile.
Ti saluto amica mia. Insieme ai canti delle cince. Ci vediamo settimana prossima.

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