Ci sono delle persone che hanno accompagnato e attraversato la mia preadolescenza fino all'età adulta, a cui sono eterna debitrice, e per cui ho un certo timor sacro, un ché di reverenziale e un certo pudore nel parlarne... Dunque, è solo per questo motivo, che ho aspettato le parole e il momento giusto per fare la recensione di "Tracce - riconoscere gli animali dai loro segni", scritto da Cesare della Pietà, con le illustrazioni di Franco Testa, pubblicato da Edizioni L'Erta (qui).
Cesare della Pietà del resto è stato uno dei primi giornalisti scientifici a scrivere di natura, un nome molto noto in ambito naturalstico.
Tradizione e innovazione caratterizzano questa giovane ma salda casa editrice. Ed è questo uno dei valori da considerare quando si prende in mano il volume.
Mettete insieme già tutte queste informazioni e capirete la mia reticenza. Reticenza per dare il giusto valore a un'opera che per fortuna potrà accompagnare chi la natura la esplora da tempo - come la sottoscritta, ma è sempre in cerca di comprendere nuove cose - e chi la vuole scoprire ex novo. Per esempio, tantissimi educatori e insegnanti e persone che ho conosciuto in questi anni, che si stanno riavvicinando alla natura e vogliono ri-scoprirla insieme ai bambini o ai ragazzi.
Ecco, quindi, il valore di questo testo: un libro introduttivo per i neofiti e una buona guida per chi ne sa già qualcosa (ma è rimasto curioso e vuole saperne di più).
Come sa bene chi cammina in natura è molto raro poterne scovare gli abitanti, a meno di non dedicarsi a muschi, felci, fiori, licheni e piante arbustive e arboree. Non solo per il rumore e il disturbo che si provoca anche involontariamente (non a caso i fotografi naturalistici o altri esperti fanno appostamenti di ore e ore in capanni e sono disposti a muoversi in orari anche particolari) ma anche per le abitudini elusive e spesso notturne di molti abitanti.
Occorre quindi diventare esperti di sguardo, e come detective sempre più allenati, riuscire a rinvenire le tracce del passaggio o della presenza degli animali.
Il volume è suddiviso in una serie di capitoli che offrono un panorama variegato. Il primo è dedicato alle tracce: dove e cosa osservare, quando è preferibile trovarle, dopodiché un approfondimento è riservato agli animali selvatici che camminano sulle unghie (es. cervo, capriolo, daino), sulle dita (es. volpe o lupo) o sulle piante dei piedi (es. orso, tasso, ermellino, nutria, riccio, scoiattolo, talpa). Di essi non solo vengono presentate le impronte ma anche la storia biologica e alcuni particolari, come i palchi (per cervi, daini e caprioli) o gli aculei (per gli istrici). A un occhio allenato non sfuggiranno prima o poi e trovarli in terra sarà un'emozione unica e a volte, irripetibile.
Non solo i mammiferi lasciano le loro impronte e si potrà imparare come distinguere quelle di alcuni tra gli uccelli più comuni o dalle impronte più particolari, e ancora quelle degli anfibi e dei rettili. Una sorta di vocabolario iconografico per poter dare un nome se non proprio a una specie precisa a una famiglia o un gruppo con determinate caratteristiche comuni.
La parte più interessante per gli anfibi è imparare a riconoscere le ovature che si raggruppano in lunghissimi nastri o in tondi accumuli gelatinosi.
Un altro spazio voluminoso è dedicato agli avanzi: i resti di cibo e segni di alimentazione possono raccontare tantissimo: qui si parla di uova o conchiglie rotte, di gusci spezzati e funghi mangiucchiati... senza dimenticare i segni di caccia e gli avanzi della predazione.
Con un po' di allenamento e anche molta fortuna, potrete incontrare le vostre prime spiumate, ovvero i resti di un pasto di un uccello predato. Quando vi capiterà scoprirete come allargare il campo per trovare da una prima penna quasi un cadavere intero. Pian piano potrete anche ritrovare in un bosco o in un campo, all'apparenza omogenei, piccole penne colorate e potrete cercare di risalire al proprietario.
L'osservazione potrà estendersi alle cortecce degli alberi - e alle parti sottostanti - e alle foglie trovando una serie di indizi interessanti (che continueranno anche nella sezione dedicata agli "Insoliti nidi di insetti & Co). Rimarrete stupefatti dalle "sculture" o architetture create, come quelle degli scolitidi, piccoli coleotteri che incidono il legno in modo così artistico da lasciare a bocca aperta (almeno la sottoscritta).
Per non parlare poi delle galle, proliferazioni cellulari che si riscontrano più facilmente nelle querce e che sono prodotte da una femmina di insetto Cinipide per creare un rifugio adeguato alle sue larve.
Una parte è dedicata alle fatte o escrementi dei mammiferi erbivori e carnivori e ai rigurgiti o borre dei rapaci notturni (es. civette, allocchi) o diurni (es. poiana o gheppio) e non solo.
Naturalmente un capitolo è riservato alle abitazioni: dalle tane dei mammiferi o degli invertebrati ai nidi di insetti o uccelli alle gallerie scavate da alcuni abili "architetti". Non vengono neanche tralasciati i buchi prodotti dai picchi o dai gruccioni.
Infine, a conclusione del volume, un "assaggio" dei maestri tessitori, i ragni, con le loro meravigliose e intriganti ragnatele.
Una volta terminata la lettura del libro sono sicura che la vostra curiosità non sarà esaurita ma sarete ancora pieni di domande. Del resto non è questo uno degli scopi più autentici di un libro di questo tipo?
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti è piaciuto questo articolo e pensi sia utile condividilo con i tuoi amici.
Grazie!