Dopo tanto tempo oggi siamo qui di nuovo al Forlanini. Nel laghetto qualche anatide, il "solito" 'Airone cenerino e un non bene identificato cormorano (?) volato via troppo presto.
Passegin passeggiando, siamo andati a salutare gli alberi, a volte solitari, a volte inseriti in questi piccoli boschi urbani: quello dei bagolari, sarà perché lo sento a me affine, sembra raccogliere un'energia misteriosa. Quando ci entro mi sento circondata da giganti spogli, con il tronco bruno e verde per il muschio che ci vive sopra.
E andando osservo gli sghembi ma possenti e monumentali pioppi neri (quelli ormai rimasti) lungo canaloni che sono privati dell'acqua
e ancora il Boschetto dei Faggi che sono defogliati solo apicalmente e rimangono in tutto il loro colore acceso autunnale, spiccando in mezzo alle cortecce e ai tronchi spogli. Uno spazio per meditare e pensare ai caduti. Un luogo con una spiritualità che si sente nell'aria...
... e ancora spostarsi là dove giace in tutto il suo splendore il grande e maestoso Tiglio, cresciuto con delle branche basse che sembrano voler abbracciare chi ci passa vicino.
Avviarsi intorno a quella casa abbandonata misteriosa con gli alberi ormai caduti intorno... una cascina che riserva chissà quale misteri per i curiosi, con le sue finestre con le sbarre e i mattoni rosso vivo e avviluppata e ammantata dalla vegetazione di edera.
Qui e altrove, un'infinità dei funghi del legno da scoprire e osservare.
Proseguiamo avendo come compagni le cornacchie grigie e, in altri punti, le cinciallegre o gli storni che emettono quei loro versi striduli.
Osserviamo le nuove piante messe a dimora, un po' più grandi dei piccoli astoni senza vita osservati più lontano un anno fa e speriamo di ritrovarle ancora per lungo tempo.
Ormai non c'è traccia di acqua nel canale, ma restano solo le conchiglie vuote dei bivalvi a raccontarne la storia. Ed eccoci arrivati a una specie di piccola brughiera con cortecce abbandonate e tanti cespugli. È una specie di fortezza di rovi intricati, dove gli animali passano sotto in un corridoio a noi impedito. Di una bellezza struggente tra la vegetazione color ruggine e quei piccoli fiorellini bianchi mai ancora identificati.
E qui, su un cuore di muschio, decido di provare la mia mano ferita con il dito indice gonfio
Mi avvicino e ritorno al tappeto di aghi rossi e ai giovani ontani con gli amenti penduli pronti ad allungarsi e con le pignette dell'anno passato.
Oggi abbiamo compiuto un giro tra cortecce scoprendo gemme di forsizia che sta per esplodere (a meno che non ci siano sbalzi termici) e forse un luì che si lascia intravvedere tra un cespuglio con il suo corpo gonfio di piume che lo rendono tondeggiante e meraviglioso. Tempo di provare a osservarlo eccolo che fugge.
Ma vuoi mettere la gioia di questa escursione, nonostante un tempo uggioso, che valorizza il muschio verde brillante e bagnato, lo stupore di far esplorare per la prima volta la mia mano goffa e gonfia su una parete distesa di muschio morbida e fresca?
Eccomi carica per una giornata ancora ricca di altre emozioni.
Spero che anche la vostra lo sia, se volete raccontatemela nei commenti
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