Settembre, tempo di riflessioni? Per me sì, quest'anno, visto che durante l'estate sono riuscita a portare avanti alcuni progetti bellissimi. Il primo è stato - scusate il giro di parole - il mio primo summer camp come docente. Mi sono messa alla prova per cinque giorni di seguito, dalle 9 alle 16, e ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere due persone meravigliose, Lara e Caterina, che mi hanno fornito questa opportunità. Sicuramente un corso con due sole persone - due ragazze di prima media - è davvero sperimentale e il fatto che si conoscessero già e fossero amiche mi ha permesso di partire avvantaggiata.
L'idea era di lavorare sullo sguardo, in particolare sull'uso della fotografia come mezzo di espressione, ma un corso totalmente incentrato su questo medium - che mi affascina molto ma sul quale mi sento ancora molto ignorante - non avrei potuto tenerlo. Però, mi son detta, un percorso tra fotografia e illustrazione sì. Incentrato sulla sperimentazione. Per lavorare sullo sguardo sotto diverse diverse angolazioni, compreso il punto di vista.
Quello che mi è piaciuto di più è stato che il canovaccio che mi ero creata per le cinque giornate venisse rivoluzionato e stravolto anche in base agli imput che arrivavano dalle mie giovani "allieve".
E così partendo dal raccontarsi e descriversi attraverso un disegno - visto che entrambe ne sono appassionate - siamo arrivate a lavorare sulla loro foto (di fronte e di profilo) che poi veniva rielaborata artisticamente - con suggestioni dalle opere di Andy Wharol - utilizzando diverse modalità espressive e sperimentando diverse tecniche. Anche i travestimenti con parrucche e fotografie successive hanno aiutato sia a sbloccare sia a lavorare su fotografie in cui l'immagine era già trasformata in partenza e quindi, forse, più interessante e "neutra". Le due ragazze potevano decidere di lavorare sia sulla loro foto sia su quella dell'amica.
La proposta di spunti di artisti (sotto forma di immagini o di brani e testi letti insieme) o di tecniche veniva accompagnata dalla totale libertà di espressione, cercando di supportare o suggerire laddove ci fosse bisogno. Naturalmente nei suggerimenti non sono mancate proposte di albi illustrati, cercando di osservare le immagini e confrontarle anche con le fotografie. Per esempio uno sviluppo interessante è stato partire con Caterina da "Il raffreddore di Amos Perbacco" e arrivare agli elefanti di Gregory Colbert. In entrambi i casi si tratta di immagini poetiche e molto emozionanti. Lara è rimasta invece colpita dagli acquarelli di Marina Marcolin in "Poesie della notte, del giorno e di ogni cosa intorno" (di questo bellissimo libro edito da Topipittori avevo parlato qui) e ha provato a rifare un'immagine secondo il suo stile.
Io penso che il risultato di queste giornate sia sorprendente. Sicuramente ne sono uscita molto arricchita e rimango ancora dell'idea che dare spazio alle giovani menti, disposte a mettersi in gioco, non può che essere meraviglioso per tutti.
Ecco alcuni scatti che riprendono alcuni momenti significativi e alcuni dei lavori di Lara e Caterina. Cosa ne pensate?
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