La copertina del libro "Istanti di luoghi", edito da Contrasto. |
Resterà aperta fino al 30 luglio "Istanti di luoghi", la personale del fotografo siciliano Ferdinando Scianna, in mostra allo Spazio Forma Meravigli, che raccoglie 50 immagini scattate in giro per il mondo (dalla Sicilia alla Costa d'Avorio, al Sudamerica, dal cuore dell'Europa alla Russia), e che rappresenta una sorta di "proiezione" dell'omonimo libro, che ne colleziona ben 94.
©Anna Pisapia |
New York, 1976 © Ferdinando Scianna/MagnumPhotos/Contrasto |
Scianna ha anche raccontato di aver "incontrato" i luoghi quando faceva tutt'altro (viaggiando, facendo reportage di vario tipo) e che "Ogni tanto un luogo ti "impone" di essere fotografato (per l'emozione che suscita, ad esempio)". Seppur grande, il fotografo rimane sempre e solo un interprete, perché "è come un musicista che suona una partitura di Bach. Solo che per il fotografo la musica l'ha scritta il mondo."
Interessante è anche la sua considerazione sul racconto: perché a suo modo di vedere il racconto c'è già nella testa del fotografo quando scatta la foto, c'è ancora nell'atto di scegliere o scartare una foto e, infine, c'è nella testa di chi guarderà la foto, "perché le immagini sono piene di testo". Infatti, non parla di "paesaggi" ma di "luoghi", anche se in mostra non ci sono quelli canonici (come il Partenone o le cascate del Niagara).
©Anna Pisapia |
Fare libri è stato, mi sembra, l’obiettivo principale di tutto il mio fotografare.
Ferdinando Scianna
Scianna ritorna sul concetto che "Le fotografie non si fanno solo nel momento in cui si scattano, ma anche dopo, quando scarti la foto: perché anche questo è un gesto fotografico." aggiungendo che "Scegliere le foto è come scrivere le frasi che insieme vanno a comporre un racconto. Nel caso delle fotografie crei un libro."
©Anna Pisapia |
Ma come mai le foto in mostra sono tutte in "Bianco e nero"? Il fotografo spiega che per questa domanda - che lo accompagna da sempre - ha una risposta breve e una lunga. La risposta breve è che sente più nelle sue corde il bianco e nero. Quella più lunga è che si tratta di due linguaggi diversi: lui è nato con il bianco e nero, la sua "lingua materna", nonostante poi abbia imparato a "parlare" il colore (avendo fatto il reporter per i giornali). Racconta anche di essersi portato spesso una macchina per sé, perché pur dovendo fotografare a colori vedeva in bianco e nero.
©Anna Pisapia |
Forma Meravigli, via Meravigli 5 Milano - tel: 02 58118067
Lunedì e martedì chiuso
Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00 - Giovedì dalle 12.00 alle 23.00
Ingresso: intero 8 euro - ridotto 6 euro
Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00 - Giovedì dalle 12.00 alle 23.00
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