mercoledì 19 giugno 2019

Come il soffione



Oggi il caldo è forte e anche sotto le fronde non ho pace.
Solo una lieve brezza viene ad accarezzarmi i capelli ogni tanto portando un fugace sollievo.
Intorno a me spighe alte e verdi, soffioni, sciami di moscerini in controluce. Si odono lontani il cinguettio di un fringuello e il melodioso richiamo del merlo. Per il resto è la quiete. Mi sovviene la poesia di Montale "Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto". L'atmosfera è più o meno la stessa anche se al posto di essere in Liguria sono in un parco milanese. La vita oggi si nasconde eccezion fatta per le piante: alcune mostrano già i frutti.
Il tronco è sempre lì e intorno a lui c'è un vuoto di vegetazione. Solo terra e foglie secche. Una ferita che appare ancora in tutta la sua gravità.
Due corridori lasciano traccia e sono del loro passaggio e una cornacchia sembra rispondere loro.
Dall'asilo silenzio.
Prendo in mano le foglie secche cadute e si sbriciolano nelle mie mani. Le spighe sono morbide ma fanno anche il solletico in faccia.
Finalmente un merlo maschio atterra di volata da un ramo e si nasconde nel prato. La brezza diventa venticello fresco. La vita intorno è in eterno movimento e cambiamento e cerco di cogliere qualche attimo fuggente.
Chissà che cosa proverà il mio alberotana con le formiche rosse che continuano incessanti a camminare su e giù per la sia corteccia tenace o il muschio che stenta a rinnovarsi sul tronco? Quali messaggi sotterranei si staranno inviando le radici di questi alberi che osservo fugacemente. Intanto sotto cosa accade?
Io mi sento come il soffione pronta a spiccare il volo e a perdere parte di me per ritrovarmi.

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