Cara Paulonia,
sono qui accanto al tuo tronco a cui sono appoggiata e si sta avvicinando impavido un merlo. Saltella a caccia di lombrichi . Un gruppo di persone che stanno passando lo hanno fatto scappare. Peccato. Ora sento il suo canto a metà tra gorgoglio e avvertimento. Si è nascosto tra le fronde.
È strano tornare qui da te dopo tanto tempo. Con la mascherina e una mantella visto che non so se a breve pioverà. È anche un orario diverso. Sono le 15.15. È cambiata anche la stagione. Ho perso la tua fioritura e ora trovo per terra già alcuni frutti verdi appiccicosi. Sembrano folletti verdi con il cappuccio.
Il prato è pieno di paroline bianche
Le querce che avevo lasciate spoglie sono cariche e con i rami che sembrano appesantiti. Ma è solo la loro bellissima forma spontanea. Tra le nuance di verdi chiari e scuri si stagli il rosso di un tipo di prugno di cui devo approfondire l'esistenza.
Anche il gruppo di carpini mostra il chiaro dei suoi frutti verdi pendenti. Mentre l'albero di Giuda mostra le sue foglie globose simili a quelle delle ninfee, ma aeree, da cui spuntano mazzetti di legumi dal color verde rossiccio.
Il sole va e viene insieme a un timido venticello.
Il merlo continua a gorgogliare.
Qualche suono di pallone e i rumori dell'autofficina.
Sollevo la testa e vedo un rondone volare.
La tua chioma frondosa mi protegge e nasconde. Le tue foglie sono ampie. Ricordo ancora il piacere di toccare quel velluto peloso. Porti ancora i frutti secchi che sono aperti quindi quei semini bianchi tanto amati si saranno dispersi chissà dove?
Sento il gracchiare di una cornacchia grigia.
Il nespolo della scuola dell'infanzia silenziosa per il Covid mostra le foglie nuove verde chiaro.
È appena passata una farfalla bianca che svolazza nel prato.
Sento anche i passi sul sentiero di una persona che è già scomparsa.
In terra si tuoi piedi non solo i tuoi frutti, acerbi o secchi, ma anche pezzi di muschio.
Ho appena sentito il sibilo di uno storno. Sai che ne ho raccolto uno settimana scorsa? Lo abbiamo chiamato Cipì e mi manca tanto. Manca soprattutto ad Andrea che chiede spesso di lui.
Tocco la tua corteccia ruvida. È grigio cenere. Il muschio è secco e poco morbido. Cerco insetti ma non ne trovo. Dove saranno andati?
Ecco a terra una tua figlia insieme a quello che chiamo "chicco di caffe". Mi chiedo ancora a cosa serva nel tuo frutto.
La foglia è morbida e pelosa. Tutta bucherellata. È piccola rispetto a quelle che ti vestono. È caduta presto. Chissà come mai?
Intorno a te ci sono diverse "spighe" di qualche cereale a me sconosciuto di quelli che riempiono i campi.
Intanto mentre un merlo canta un altro zampetta nel prato mentre in fondo si sente fastidioso il suono di una sega. Sai che una grande conifera deve essere caduta per un temporale qualche mese fa e ora la stanno facendo a pezzi per portarla via? Che tristezza.
Con la coda dell'occhio ho visto il merlo imboscarsi su un albero da cui ora canta. Nessuna cinica.
In compenso sai che un po' più lontano da te, oltre la piazza, ho scoperto un cespuglio di Citrus spinosa che ospita una famiglia di codibugnoli? Spero di incontrarli anche oggi ma saranno diventati ormai indipendenti...
Appena mi voltò vedo svolazzare giù dall'albero due merli maschi. Ma le femmine dove saranno finite? Ad occuparsi dei piccoli?
Ora da lontano vedo forse anche lo scoiattolo grigio. Mi scusi se vado a provare a salutarlo?