sabato 3 aprile 2021

"Casa toracica" di Cristina Bellemo, Edizioni Anima Mundi

Sono lisca
che s'incarna
di parole
impastate a sudore e foglie
pazienze di sale
Sono scheletro 
che si rimpolpa
di facce
vicoli bui
trasparenze
di vetri e assenze
Sono intelaiatura
a fili
di memorie e santini
e musi di cani
e mani
callose
Sono cartilagine
che s'innerva
di sassi
risposte
cercate tazze
di colazioni e calzini
Sono schema di ossa
che si fa
vene di fiumi
e organi
di pane raffermo
inzuppato nelle stagioni
[Io sono 
minuscolo
magneticoniente
che s'ispessisce
di strati di storie]



Senza esserne consapevole ho conosciuto Cristina Bellemo anni fa, quando ho preso l'albo "La leggerezza perduta" edito da Topipittori e illustrato da Alicia Baladan (qui). Senza rendermene conto ero affascinata da quelle parole che raccontavano tanto, senza dire tutto, e lasciavano spazio all'immaginazione.



Ma il colpo di fulmine è arrivato a ciel sereno grazie a un incontro realizzato da Sara Costanzo con il supporto di Alberto Ardizzone nel ciclo degli incontri "Abitare poeticamente il mondo", una sera di gennaio. Sulla pagina facebook di "Fare anima in educazione" (qui) potete ritrovare la registrazione della serata, a cui ha partecipato anche la poetessa Silvia Vecchini, che seguo da ormai un decennio.

In questa serata, a dir poco emozionante, ho scoperto come Cristina abbia scelto di diventare poetessa, sin da piccola. E come il dolore a volte può trasformarsi in parole che curano e confortano.

Le poesie di Cristina Bellemo sono così, come quella che inizia con questi versi:

"Scegli per me
parole
silenziose nel chiasso
che ferisce le orecchie
..."

Una poesia che mi accompagna in questi tempi in cui tutto è sospeso, in cui "siamo / così esposti così / pelle / di carta velina". Tempi in cui valgono carezze più di tanti altri gesti.

Una lettura intensa e profonda, che cura le ferite di questo periodo. Parole che accudiscono il cuore. Parole che fanno riflettere a lungo.

Per finire, se non vi avessi ancora convinti, il libro fa parte della "collana piccole gigantesche cose". Per me questo è già sufficiente per renderla speciale.

L'editore è Anima Mundi, di Otranto (qui).

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