martedì 19 luglio 2016

Mamma anche le rondini sognano? Un libro poetico di Sandra Dema e Anna Curti, edizioni Abele


 "Mamma anche le rondini sognano?"  di Sandra Dema (link), con le illustrazioni di Anna Curti (link) edito da Edizioni Gruppo Abele nella collana "I bulbi" (link) è un libro molto poetico e al tempo stesso molto sfaccettato, che affronta tantissimi temi in modo delicato (perché parla di desideri, di diversità, della potenza del sogno). Al posto di raccontarvelo io stessa, ho sentito il desiderio di intervistare questa autrice e porle alcune domande su temi che mi avevano incuriosito o fatto riflettere.

Come sapete, mi piace trovare un file rouge nelle cose, è non so perché, ma questo libro mi ha fatto venire in mente alcuni altri albi che hanno a che fare con i sogni, racconti e con l'impossibilità di movimento: "L'albero e la bambina", di Arianna Papini (Fatatrac, qui una recensione, ma spero prima o poi di farne una io o intervistare questa meravigliosa illustratrice autrice e arteterapeuta), e "Album per i giorni di pioggia" di David Torrent (Edizioni Corsare, scoperto grazie alla mostra Ci sono anch'io organizzata da Lo Stampatello Editore di cui ho parlato qui; qui, qui alcune recensioni). Albi diversissimi tra loro ma che appunto possono fornire spunti diversi e vanno, a mio parere, nella direzione che ha intrapreso Sandra Dema nel suo libro.
 


Parto dal un pensiero postato di recente dall'autrice sulla sua pagina facebook "Senza tanti squilli di tromba né palmi di mano che applaudono, nei primi sei mesi di vita (giugno-dicembre 2015) abbiamo sfiorato le 1000 copie vendute".
Mi viene quindi da dire che sono molto felice di sapere che il libro sta avendo successo. Come si sente all'idea di questo traguardo che non è solo legato al numero di copie vendute ma all'interesse reale per il libro e per il tema che affronta?
Sandra Dema: Consapevole del fatto che si tratta di un libro particolare, un libro da accogliere tra le mani e nel cuore, la prima reazione nell'apprendere i risultati delle vendite è stata di stupore.
Poi, passata l'euforia iniziale, ho piantato i piedi per terra e ho detto a gran voce:” Ecco la dimostrazione tangibile che le persone vogliono e acquistano anche testi così... andiamo avanti!”


Come è nato e perché? Da una sua ricerca/esigenza personale o per altri motivi?
Sandra Dema: Questo, come molti altri miei libri, è nato da un pensiero rivolto a qualcuno o a qualcosa che mi interroga, con il desiderio di parlarne in modo non consueto, leggero ma profondo, poetico.
Credo che ai bambini (e agli adulti) si debba trasmettere la bellezza, lo stupore, la capacità di meravigliarsi, di sognare, di affrontare le difficoltà, di diventare RESILIENTI (
di resilienza ne ha parlato anche Marie-Aude Murail a Mare di Libri qui) e UORI ne è un esempio.

Le rondini sono il simbolo della primavera, della stagione nuova che segue al lungo periodo di buio.
Messaggere della vita che ricomincia esortano a rimettersi all'opera, come un segno di resurrezione, di cambiamento.
 

Uori le vede volare in cielo, sente l'arrivo della primavera con i suoi colori e profumi. Poi, rapita da quel volo, si distrae e perde il palloncino.
 
Entra nel suo sogno, nel suo volo.

Al risveglio, la bambina si sente rinnovata, una nuova forza-speranza fa muovere le sue membra verso un orizzonte inaspettato.

La domanda: "Mamma, anche le rondini sognano?” non fa che rimarcare il legame tra la piccola e quegli uccellini, tra il loro volo e il suo sogno, avvenuto proprio nella stagione della vita nuova.

Se lei, dopo il sogno, ha percepito un cambiamento, allora le rondini- messaggere di vita rinnovata- non possono non sognare!!!


Come è stato sviluppato il libro insieme all'illustratrice? E' un prodotto nato a quattro mani o quali sono stati gli andamenti?

Sandra Dema: Ho proposto il testo alla casa editrice. Dopo aver ricevuto la manifestazione di interesse, mi sono attivata per trovare la persona adatta ad illustrarlo. Un'attenta ricerca mi ha condotta a Anna Curti e le ho sottoposto la storia, in accordo con l'editore.

Il suo è stato un SI immediato. Nei mesi successivi ci siamo incontrate più volte per un confronto vis à vis, affinché entrambe fossimo parte del progetto che piano piano prendeva forma.

Anna, illustratrice di lunga esperienza e sensibilità, ha espresso, accompagnato e completato in modo sublime le mie parole. 


Che parte importante hanno i sogni nei bambini e qual è il modo migliore di alimentarli? Che importanza possono avere per chi ha un qualsiasi problema e in particolare nei bambini?

Sandra Dema: Il sogno è un”attività” utile, ricarica, supera i limiti, ammorbidisce la durezza del mondo, rendendolo meno aggressivo, permette di entrare in contatto con le parti più nascoste del proprio inconscio.

Durante il sogno il cervello crea immagini nuove che vanno oltre la realtà, parlano di una passione che può essere coltivata, diventano una spinta propulsiva carica di energia. Seguirne le tracce impegna la fantasia in un progetto di cambiamento.

Per questo è importante trovare le strade per alimentarlo, non cancellare il tempo del sogno sostituendolo con strumenti che solo apparentemente possono riempirlo, proporre buone letture che aiutano a “involarsi”...
All'inizio della storia, appena ripensa il sogno Uori (sarebbe interessante capire il significato di questo nome così strano che immagino sia una scelta precisa) piange. È un momento di consapevolezza - anche perché i suoi fratelli corrono sulla spiaggia - prima di lasciarsi trascinare dai sogni o cosa?

Il nome della piccola protagonista nasce da un pensiero, dal seme che ha dato vita alla storia. Ricordo che in quel periodo stavo meditando sui CUORI, metaforicamente parlando possono essere grandi, aridi, piccoli, invisibili, spavaldi... una miriade di cuori che si incontrano ogni giorno. È stato un gioco togliere la C e lasciare UORI, come simbolo della moltitudine di cuori che batte in ognuno di noi.

UORI piange, nel mio immaginario, solo perché ha perso il palloncino distratta dal volo delle rondini.


Non appena entra nel suo mondo fantastico Uori subisce una trasformazione, perché le sue perle si intrufolano nella bocca e sente il sapore del mare. ..

Sandra Dema: Il palloncino di UORI che vola via rappresenta la prima perdita, il distacco da qualcosa di concreto e vicino.

La figura del signore dal cuore grande appeso alla giacca a righe, reale o immaginaria, si inserisce nella scena in punta di piedi, come un fuori onda. Con un gesto semplice porge alla bambina un altro palloncino a forma di cuore, (metafora del dono incondizionato). Stringendo il filo tra le dita per non farlo scappare, UORI sente che qualcosa sta cambiando, si sente leggera e capace di muoversi, si invola in quella bolla del sogno accompagnata dal tutum tutum del cuore.


Un palloncino rosso come un grande cuore la porta a viaggiare con la fantasia e lei osserva le cose con occhio critico - quelle grigie che fanno parte del mondo - poi riparte felice in una completa immersione nella natura, meravigliandosi del mondo che scopre quasi per la prima volta.

Dall'alto riesce a vedere e sentire i battiti, a distinguerne il ritmo a seconda dell'ambiente in cui si immerge, a fare sue nuove esperienze che la aiutano a crescere e a operare un cambiamento.


Come nel libro di David Torrent, solo alla fine si vede che la bambina non può camminare: questo momento nel suo libro è preparato dal guscio in cui si rifugia la bambina, come un bozzolo, un involucro che da un lato la protegge anche. È una chiusa che è certamente scelta e però spiega. Spiega la diversità. Forse è l'unico modo per farla vedere o poteva esserci un'alternativa? È stata una scelta condivisa con l'illustratrice?

Sandra Dema: Quando scrivo una storia, vedo le immagini di ciò che sto raccontando, sento i rumori, percepisco i silenzi e le pause, entro nei personaggi e vivo con loro.

In questo caso, fin da subito, la carrozzina è stata quella conchiglia e ho chiesto ad Anna di tenere fede a quell'immagine. Entrambe abbiamo concordato che avremmo svelato il piccolo segreto di UORI solo alla fine, nelle ultime due pagine, per stupire, spiazzare il lettore. Un modo per raccontare in modo diverso la diversità.


Come è stato accolto il suo libro e da chi è stato particolarmente richiesto? Ci sono domande dei bambini che si è portata dentro e che mi vuole raccontare o disegni che le hanno inviato o hanno fatto durante magari qualche incontro?

Sandra Dema: Non ho dati precisi in merito a chi abbia acquistato il libro, ma so con certezza che è presente anche presso le biblioteche di alcuni ospedali o specializzate su certe tematiche, è stato diffuso da associazioni e gruppi che diffondono la lettura dei libri accessibili, da insegnanti per la lettura in classe...

Ricordo in particolare due frasi che mi hanno colpito.

Un bambino mi ha detto:”Sandra, hai fatto bene a non raccontarci che Uori è su una carrozzina, così non ci siamo concentrati sul suo problema, ma abbiamo viaggiato con lei nel sogno, senza limiti. Solo alla fine abbiamo capito dall'immagine cosa intendevi dire con la conchiglia con le ruote “.

Un altro bambino, apparentemente distratto durante la lettura, alla fine mi ha detto:”Mi è piaciuto questo libro, dico alla mamma di comprarmelo”.


Che impatto ha avuto il suo libro sui bambini che non possono camminare? Ha qualche riscontro?

Sandra Dema: Sinceramente devo dire che questo libro è stato letto/raccontato da me e, in alcuni casi insieme ad Anna, nelle classi, nelle biblioteche, in eventi organizzati ma non ricordo particolari reazioni da parte dei bambini. Si lasciavano trasportare nel mondo di Uori con leggerezza, esprimevano il desiderio di poter fare la sua stessa esperienza, parlavano dei loro sogni...

Ho visto che ha fatto anche interventi sull'uso del libro con i bambini con disabilità. Quale pensa possa essere il suo contributo a livello di formazione e consapevolezza negli adulti.
Sandra Dema:  Ho avuto l'opportunità di partecipare ad alcuni momenti di presentazione e formazione per adulti (perlopiù insegnanti) collaborando con associazioni che si occupano di disabilità (AREA.TO, qui il link al libro, Fondazione Carlo Molo link...).

Il confronto a più voci, anche con chi non vive da vicino o sulla propria pelle quella situazione, è una crescita personale importante e spero di aver potuto dare il mio piccolo contributo con parole e immagini lievi.

Grazie di cuore a Sandra Dema per le sue preziose risposte. Spero che questa intervista vi abbia fatto venire delle domande e soprattutto la voglia di scoprire questo libro in cui si entra piano piano e che ha bisogno di un suo tempo per essere amato e apprezzato e gustato. Dimenticavo, il libro è accompagnato da un'arricchente postfazione di Angela Articoni, esperta di letteratura per l'infanzia dell'Università di Foggia. Ps qui trovate una intervista molto carina fatta da alcuni ragazzi di 5° della scuola primaria.

venerdì 15 luglio 2016

Al Castello di Sarzano (Casina- RE), Tracce 16 primo movimento, un'esposizione artistica di Carla Bedini e Tamara Ferioli... e piccole escursioni

Resterà aperta fino al 31 luglio al Castello di Sarzano (Casina/Reggio Emilia, link) la decima edizione della biennale d'arte, organizzata dall'associazione Effetto Notte (link), che quest'anno festeggerà i suoi primi vent'anni di attività.

Per l'occasione è stata realizzata un'esposizione di una trentina di opere delle due artiste Carla Bedini e Tamara Ferioli che si snoda fra l’ex-Chiesa e i locali del Mastio e della Torre del Castello di Sarzano, con due installazioni create per l'occasione da Tamara Ferioli.

Per un'amante della Natura e una neofita dell'arte moderna e contemporanea come la sottoscritta, alla ricerca di un intreccio possibile anche a livello di laboratori con i bambini e i ragazzi, questa mostra ha rappresentato una esperienza molto forte ed emozionante.
La sede antica invita al raccoglimento e alla pura contemplazione delle opere, in cui il contesto rafforza questo intreccio tra arte e natura, presente nelle due artiste legate fra loro da questo filo rosso. Un filo rosso che continua nella pazienza con cui sono state prodotte alcune opere che hanno richiesto molta maestria, tempo e delicatezza.
Come ha raccontato poco prima dell'inaugurazione Gian Mario Margini, una delle anime della associazione (di cui fa parte da 19 anni!), "Abbiamo dato gli ultimi ritocchi e siamo pronti per Tracce16. 3500 campanelli, 600 ossa di pesce, 130 origami, 100 uova di quaglia, 70 soffioni, mezzo chilometro di filo da pesca, 100 metri di abete grezzo, garza, carta giapponese, lava islandese e tanta poesia..."


Carla Bedini, felinese, (qui il link al sito, qui la pagina fb) è stata presente sin dalla prima edizione della Biennale nel 1998, e tre anni dopo in esposizione, al Castello di Sarzano, con la sua prima personale, Il Filo delle Fate. Dopo tanti riconoscimenti, è tornata al Castello in compagnia di un’artista simile - mi verrebbe da dire che esistono delle affinità elettive tra le due, pur nelle loro specificità - nelle suggestioni che sa creare, anche in modo originale, la milanese Tamara Ferioli.

Di Carla Bedini mi hanno affascinato non solo i volti delle donne che lasciano intuire un mondo misterioso e al tempo stesso aperto a diverse narrazioni, ma la realizzazione delle tele, ricoperte da garze, l'uso di tecnica mista e l'essenza materica dei quadri, che si può osservare da vicino (che meraviglia l'assenza dei vetri! anche se devo dire che viene istintiva la voglia di toccarli anche se il rispetto per l'opera d'arte poi prevale).

Il vento delle cose. Tecnica mista su garza.
Blue birds. Tecnica mista su garza.
Inoltre, i richiami delicati alla natura, che si colgono pian piano spaziando dalla visione globale a quella più intima.
Questa realizzazione ha richiesto l'impiego di 130 origami a forma di farfalla.

Le due opere che mi hanno affascinato di più (qui ne mostrerò una, l'altra vi invito a visitarla di persona, non a caso ci sono ben due week end che potete programmare per andare in questo territorio ricco di storia e natura, dove perdersi tra le bellezze dell'Appennino Reggiano) sono le due nelle teche, così delicate e preziose ed effimere da esigere di essere protette.
Quest'opera è costituita da un nido sostenuto da una base di 70 soffioni (intatti). Delicatezza e poesia.



Leave me now - 2015 matite, capelli, sabbia lavica islandese su carta giapponese intelata.
In Tamara Ferioli (qui il link al sito, qui a instagram) la natura ha un ruolo preponderante, anche nella sua vita; mi ha raccontato di essere sempre vissuta a contatto con la natura, in modo "immersivo", tanto da avere giocato con gli elementi naturali sin da piccola al posto che con i giocattoli veri e propri. Questo, inconsciamente, le è rimasto dentro con tale forza che quando è diventata artista, andando alla ricerca di una propria modalità espressiva, le è venuto naturare tornare a quelle che erano le sue origini e ai materiali che istintivamente si sentiva di utilizzare, quelli provenienti dalla Natura, che conosceva meglio.
Volendo ricercare fili rossi tra gli artisti, le opere delle due artiste mi riportano alla memoria la mostra Crisalidi di Chiara Carrer che ho visto lo scorso anno alla Galleria Nuages e di cui ho parlato qui.
Hurricane love - 2015 - matite, capelli, sabbia lavica islandese su carta giapponese intelata.

Nei quadri quello che colpisce è l'impiego ricorrente dei capelli (i quadri in mostra sono del 2015, l'artista sta ultimamente abbandonando l'impiego della figura umana). Ho chiesto di più a Tamara perché ero curiosa di capire cosa rappresentassero per lei. L'uso dei capelli è sempre stato un modo per esprimere la sua identità, per nascondere al tempo stesso il volto della persona, ma contemporaneamente, mostrandolo: giocando dunque sull'ambiguità e il contrasto; infatti solo apparentemente il volto è nascosto, quindi di fatto la persona in qualche modo si svela. L'uso del contrasto è una sua caratteristica, spesso li usa anche sulle foto del paesaggio; in quel caso usa i capelli per mostrare la sua identità nel paesaggio, modificandolo.


Una cosa che si nota è l'impiego diverso delle lingue nelle didascalie. L'artista mi ha spiegato che il titolo lo "vede nella sua mente" in una certa lingua, quella che in cui risuona meglio o che si avvicina meglio al significato del suo lavoro: l'impiego di lingue diverso è, quindi, una scelta voluta e consapevole, che dipende dall'effetto sonoro delle parole. Il lavoro sul titolo non è affatto secondario.

Il vasto mare arriva ogni mattina
Questa installazione prodotta per la biennale ha richiesto la realizzazione di moltissimi fiori attraverso l'uso di lische di pesce del Mar del Nord Atlantico di dimensioni variabili: merluzzo nordico (Gadus morhua), eglefino (Melanogrammus aeglefinus) e pesce lupo (Anarhichas lopus).
A Tamara Ferioli piace, infatti, girare il mondo, soprattutto i luoghi più sperduti e “di confine”, e da queste esperienze porta emozioni, ricordi, sensazioni che mette nel concreto delle sue opere, anche con l’utilizzo di tecniche quanto mai originali.
Colonna sonora 14giugno2016

A volte il progetto nasce tutto in una volta, a volte l'artista sente l'esigenza di riempire uno spazio. Quando ha visitato il campanile, dove c'è questa installazione sonora, l'idea iniziale di Tamara era quello di riempirlo completamente di campanelli (l'area è quella dove un tempo esistevano le campane). Poi ha compreso che sarebbe stato troppo dispersivo e decorativo.
Dopo una fase di riflessione e di esplorazione dello spazio circostante, ha deciso di creare una colonna sonora.
Tanto per darvi un'idea, per riuscire a creare questa installazione ci sono voluti 3300 campanellini e 500 metri di filo da pesca, su legno. I campanellini sono stati meticolosamente montati in lodo uno a uno con un singolo nodo: Tamara arrivava al mattino alle 8 e smontava alle 21. L'esperienza è immersiva e totalizzante e spesso un visitatore non riesce a comprendere tutto il lavoro, il tempo, la pazienza impiegata per creare un'installazione di questo tipo. Un'intallazione cangiante, che si sta modificando a opera del vento, tanto che inizialmente era una colonna di fili precisi, mentre il vento forte dell'altro giorno, quando l'ho vista ieri, l'ha resa più attorcigliata. Un'opera che si va a modificare quindi nel corso del tempo, effimera.

Questo è un breve video che ho fatto, ma sul profilo instagram di Tamara Ferioli ne potrete vedere altri due. Naturalmente l'invito è ancora una volta quello di andare a visitare la mostra: perché dal vivo, salire le scale impervie, arrivare in cima, osservare il panorama mentre il tintinnio dei campanellini risuona nell'aria fa tutto un altro effetto che nessuna foto o video potranno mai farvi vivere. Insomma immergersi in un'atmosfera esperienziale unica. Per ciascuno di noi.


La mostra di Sarzano sarà solo il primo appuntamento di una doppia esposizione, differente non solo negli allestimenti ma anche, in parte, nelle opere, che si concluderà a fine estate al Palazzo Ducale di Castelnovo Monti, dal 14 agosto a fine settembre. Con l’occasione saranno presentatii due originali e eleganti “quaderni/catalogo”, arricchiti da testi originali, costruiti anche con immagini della prima delle due mostre. I volumi saranno editi dalla casa editrice Abao Aqu, partner dell’evento espositivo.

Informazioni pratiche
Castello di Sarzano, via Graziani 1, 42034 Casina (RE). Tanto per darvi un'idea, circa due ore e mezza da Milano
La mostra - a cura di Paolo Belli - è aperta fino al 31 luglio: sabato (dalle 15 alle 19) - domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19). Info: tracce2016.effettonotte.it - http://www.distesaestiva.it/ -
Qui potete trovare un comunicato del Comune.

Accanto al Castello di Sarzano è possibile pranzare o pernottare a Il falco pellegrino (qui link), bar, ristorante locanda che ospita mettendo a disposizione alcune camere (Sabrina T. 333 2110379) - locanda@ilfalcopellegrino.it


Effetto Notte
L'associazione culturale che festeggia quest'anno i suoi primi vent'anni, è riuscita a presentare al territorio sempre proposte culturali di grande qualità. Nata sulla spinta di rassegne cinematografiche  (Effetto notte è un film  realizzato nel 1973 dal regista francese François Truffaut), si è poi indirizzata a mostre figurative e al rilancio del Parco Pineta, ora fulcro delle attività estive (fitto è il calendario anche per questa estate) mi spiega Filippo Gregori uno dei 30 volontari dell'associazione che si sono specializzati in diverse attività: c'è chi si occupa più di esposizioni, chi delle attività nel parco... Sicuramente l'associazione si è ben integrata sul territorio - lo scorso anno è stato proposto un aperitivo multiculturale molto apprezzato - e la risposta è sempre stata favorevole, tanto che ora che sono finiti i fondi delle Comunità Montane (ora abolite) e altri sostegni finanziari, parte del supporto è dato dagli esercenti locali con cui hanno sempre mantenuto un dialogo aperto.

Attualmente l'associazione sta creando rete con i Comuni di Castelnuovo nei Monti e di Villa Minozzo attraverso il progetto Il nido nell'erba (link qui). 

Le altre mostre di Tamara Ferioli in giro per l'Italia
Chi si fosse appassionato all'approccio artistico di Tamara Ferioli potrà "assaporare" altre sue opere in altre esposizioni collettive presenti in diversi posti.

Learning From Lascaux
Dove:  Firenze, Museo Fiorentino di Preistoria "Paolo Graziosi", a cura di Fabio Carnaghi

Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze e con il supporto di ARK Cultural Property and Contemporary presentano “Learning from Lascaux”, una mostra d’arte contemporanea in dialogo con la raccolta preistorica del museo.
La mostra collettiva si concentra sulla pratica di artisti italiani che individuano nella cultura materiale un punto focale della loro ricerca, privilegiando i caratteri primari, quasi rudimentali del gesto, della collocazione nello spazio, della restituzione del preesistente sotto forma di sopravvivenza
.




Informazioni:
Quando: Fino al 31 Ottobre
Orari di apertura: lun: 15.30-18.30/ mart, giov: 9.30-12.30 e 15.30-18.30/ merc, ven, sab: 9.30-12.30
ingresso libero
Tel. 055 295159 - info@museofiorentinopreistoria.it- www.museofiorentinopreistoria.it
www.accademia.firenze.it - www.arkmilano.com


Biennale Arte Dolomiti 2016 
Alla Ex Caserma Monte Rite, a Cibiana di Cadore (BL) artisti internazionali provenienti da diverse parti del mondo (Australia, Austria, Brasile, Africa, Finlandia, Germania, Georgia, Grecia, India, Italia, Palestina, Polonia, Russia, Slovenia, Singapore, Turchia, Stati Uniti d'America, Uruguay) esporranno le loro opere a 2183 metri.
La biennale si snoda tra pittura, fotografia, installazioni, video proiezioni, performance di danza, musica, architettura, design, con il filo conduttore di rappresentare il loro Paese attraverso le loro opere, il legame fra le arti e la natura incontaminata.  
Gli ideatori e gli organizzatori (
Ideatore e Organizzatore: Paivi Hannele Tirkkonen/ Partners: Alberto Gersich, Andrea Zinato/ Curatore: Loredana Trestin) hanno pensato di ottimizzare lo spazio dell’ex Caserma a Monte Rite, Cibiana di Cadore facendolo divenire scenario di un evento di indimenticabili emozioni. La Caserma, in passato teatro di sofferenze umane  diventa, un secolo dopo, luogo di aggregazione culturale, al di là di ogni confine.
Un interloquire tra le forme d’arte e la natura incontaminata che sembrano comunicare tra loro: la natura è sempre fonte d’ispirazione sia quando è incontaminata che quando è ferita dalle armi o dagli abusi dell’uomo.
Il pensiero è di unire Arte, Cultura e Natura in una esposizione internazionale, proprio nei luoghi della Grande Guerra, come inno all’amore. L’arte permette di dare spazio alla libertà, alle idee, alla propria sensibilità: tutti aspetti che sono in antitesi alla violenza, alla sopraffazione, al conflitto.

Informazioni:
info@biennalearte.com - Paivi Tirkkonen (paiviproarte@ymail.com) Italia - www.biennalearte.com

 

Linea continua: moltitudini del disegno contemporaneo
Domani è l'ultimo giorno per vedere invece alla Galleria Interno 18 arte contemporanea, via E.Beltrami 18, a Cremona la collettiva: un allestimento a prisma, volutamente ipertrofico e prolisso, per di più “costretto” in uno spazio decurtato (l’ingresso e una sola sala anziché due), con lo scopo di ottenere maggiore immediatezza e intensità d’insieme. È l’idea di trovarsi alle prese con la circolarità.
Il confronto tra i vari disegni si declina nei modi più disparati: una calligrafia come gesto irripetibile o il suo annullamento nelle forme dell’immagine, embrione presagio di altri approdi o opera compiuta e autonoma, registrazione immediata di pensiero, appunto automatico.
Ogni nozione individuale è come un automa spirituale, ovvero ciò che essa esprime è interiore a essa, essa è senza porte né finestre; essa è programmata in tal modo che ciò che essa esprime sia in compossibilità con ciò che un’altra esprime.” GILLES DELEUZE in "DELEUZE / LEIBNIZ Cours Vincennes - 15/04/1980

Info
Orario di apertura: Sab 10:30-13:00 16:00-20:00 / www.galleriainterno18.it

Mini zoom: una collana ad alta leggibilità per lettori in erba di Biancoenero edizioni



La casa editrice indipendente Biancoenero presenta la nuova collana MINIZOOM, testi brevi ad alta leggibilità per lettori in erba. Freschi di stampa, i due libri firmati da Davide Calì, sono dedicati a chi ha iniziato da poco a leggere, per apprezzare la gioia della lettura in autonomia. 


I libri ad alta leggibilità (ne parlerò in un altro post) sono hanno un timbro di approvazione da una redazione di ragazzi che sono giovani lettori del centro CRC -Balbuzie dell'Università di Roma che hanno partecipato arrivamente alla redazione e revisione del testo per renderlo più chiaro e leggibile (tutti sono citati e ringraziati).


La rapina del secolo
Appena ho letto "La rapina del secolo" non so perché ma mi è venuto in mente subito il collegamento a due "I soliti ignoti" di Mario Monicelli del 1958, (che ha tra i protagonisti Totò, Vittorio Gasmann e Claudia Cardinale) e "Operazione San Gennaro" di Dino Risi del 1968 (che vede come interpreti Nino Manfredi e Totò). Non so se Davide Calì abbia pensato anche loro nel creare questo libro - pare che abbia preso come riferimento il libro "Furto in una pasticceria" di Italo Calvino - ma l'atmosfera che si respira e ironica ed esilarante, ma non banale, proprio come questi film e comunque di alto livello. Non a caso Davide Calì è un autore di spicco nel panorama degli albi e dei libri per bambini e ragazzi. Autore raffinato che sa cogliere ironicamente o poeticamente alcune situazioni che in altri casi risulterebbero semplicemente banali.

Per vedere il collegamento basta inquadrare i tre personaggi: il furbo (si chiama così ma non si sa perché), il genio, Carlone, quello che mangia sempre e serve per i lavori di fatica, Luigino (la voce narrante) chiamato così perché piccoletto ma soprannominato svelto, perché quando c'è da correre lo fa. Il libro si dipana in una serie di scene esilaranti dove per arrivare alla meta c'è un lungo percorso da fare, strano ma pensato (eh sì, perché il Furbo è intelligente e gli altri non si pongono domande ma eseguono gli ordini).

L'azione e il movimento sono intercalati da momenti di profumi, profumi dell'infinita serie di cibi che si è portato dietro Carlone. Il piano del Furbo è un piano geniale e si svela sul finale solo che il finale ha un altro finale. Naturalmente esilarante, ma tutto da scoprire. Forse i bambini leggendo il libro ci arriveranno prima degli adulti. Metteteli alla prova. Io lo farò di sicuro con i miei...



La casa di riposo dei supereroi
Il mondo del bambini di oggi è pieno di super eroi con super poteri. Capaci di compiere atti strabilianti. Solo negli Incredibili li avevano fatti tornare alla vita reale... e si erano viste le conseguenze.
Però nessuno aveva pensato che potessero andare in pensione.
Già questa idea è a mio parere geniale.
Tutti possono invecchiare e vivere questo momento come un periodo di disfatta della propria esistenza se non si trovano le energie per trovare qualcosa da fare. Come tutte le persone normali, che si ritrovano in un ospizio "Viale villa del tramonto" (chissà se anche qui c'è qualche riferimento nel nome a qualche noto film del passato) sentono l'afflizione di essere diversi da quando erano giovani e ognuno anzi ha perso parte delle qualità che li contraddistingueva:


Fulmine era l'uomo più veloce della terra Acciaio, l'uomo più forte dell'Universo, Tritone, capace di parlare con i pesci, Siceria, capace di suscitare una tempesta di neve al semplice schiocco delle dita
 
I Vendicativi con Falco e la sua mira infallibile, Testa di ferro con l'armatura scintillante, Capitan Ametista, coraggiosissimo, Vipera, esperta in arti marziali, Formicone, alto come una formica.

Tutti erano capaci di grandi cose, ora sono appesantiti, accecati, acciaccati. La vita non è più divertente e piacevole come una volta... tranne fare gli scherzi all'unico cattivo ospite della casa, il Dottor Nefasto.

Nel mondo ci sono nuovi supereroi che hanno preso il loro posto.
Ancora più triste.

Poi, accade un imprevisto, un imprevisto che farà cambiare tutto.
Un imprevisto talmente imprevedibile da sconvolgere tutta l'esistenza e far trovare la chiave per creare finalmente l'amicizia anche con un cattivo come Dottor Nefasto.

Il finale è da colpo di scena e, come molti libri, di Calì ironico e divertente. Un Calì che ritorna con questi due libri al suo antico amore, il fumetto.

I due libri sono consigliati sia a chi è alle prime armi nella lettura ma anche ai più esperti che vogliono farsi tante risate, magari in famiglia. Del resto non c'è che un libro per stare bene in famiglia, specie in estate, quando si ha più tempo per diventare complici con i nostri figli.
Qui una bella recensione su Scaffale Basso (testata da chi di dovere).

Con questo post partecipo alla bellissima iniziativa Il Venerdì del libro ideato da Paola (HomeMadeMamma), il cui link trovate qui.

mercoledì 13 luglio 2016

Alla scoperta del "Pianeta Terra" con Editoriale Scienza


I bambini iniziano ad acquisire una cognizione temporale a partire dal secondo anno della scuola primaria, poi in terza vanno alla scoperta della nascita della Terra. Si tratta di un processo lungo ed elaborato in cui tanti pezzetti di informazioni raccolti quà e là si raccolgono e dipanano in un filo conduttore, fino a formare una narrazione organica che inizia a dare loro un'idea del tempo e dello spazio. Sicuramente un ruolo importante è associare alla teoria una buona pratica costituita da piccoli e semplici esperimenti che accompagnano alla scoperta di questa storia emozionante. "Pianeta Terra" di Jen Green e con le illustrazioni di Shaw Neilsen Dynamo, con la traduzione di Eugenio Melotti (un naturalista/giornalista molto competente e preparato, garanzia di qualità) e una supervisione tecnica, edito da Editoriale Scienza (link) può essere un modo stimolante per avvicinare i bambini a questo mondo affascinante.


La Terra è un pianeta complesso e in questo volume ci viene presentato pian piano e scomposto nei suoi elementi, ognuno dei quali viene associato a un esperimento pratico: si passa dal Pianeta ai suoi strati, dall'elemento temporale a cosa sono vulcani e terremoti, a come nascono le montagne; si parla di minerali, oceani e mari, aria e venti; nuvole e pioggia, ghiaccio (quindi tutto il ciclo dell'acqua)...
 
Ogni pezzetto è accompagnato da un diversi testi concisi ma essenziali associati a una proposta di esperimento/i, fino ad arrivare a comporre un vero e proprio globo terrestre che ha associato anche la sua parte interna (nucleo interno, nucleo esterno e mantello), spesso difficili da concepire a livello concettuale e visualizzare in modo corretto.

Per capire, ho provato a mettermi alla prova insieme a mio figlio per valutare quanto gli esperimenti fossero a portata di bambino.

La Terra è magnetica
Per iniziare ci vuole tanta curiosità e un po' di voglia di sperimentare e mettersi in gioco. Il libro indica chiaramente quali sono gli "ingredienti" necessari per svolgere l'esperimento. In questo caso, basta tagliare un tappo di sughero (in questo modo si lavora anche sulla manualità del bambino, spesso trascurata, e lo si rende protagonista dell'esperimento).
 Dopodiché, si magnetizza un ago con un magnete (anche uno di quelli che si hanno attaccati al frigo)

Poi si appoggia l'ago sul turacciolo, che galleggerà in una vaschetta d'acqua e.., magicamente si osserverà l'orientamento dell'ago che andrà a indicare il Nord (si può poi controllare con una bussola, volendo).


Come ti creo un fossile
Il mondo dei fossili affascina da sempre i più piccoli, ma l'idea di poter riprodurre la sagoma di un oggetto può essere un esperimento divertente e illuminante al tempo stesso.

Come pasta da modellare abbiamo usato della farina con acqua, ma se uno ha in casa del pongo o didò forse è ancora meglio (nel libro si parla di "pasta da modellare").


Dopo aver steso uno strato, la conchiglia (nel nostro caso molto semplice, sarebbe meglio utilizzare un oggetto con una superficie zigrinata per coglierne tutte le sfaccettature)


 viene fatta aderire all'interno della pasta da modellare per creare un'impronta

Poi si prende del gesso che viene sciolto con acqua in modo da avere un impasto denso e lo si versa nel calco
Poi si lascia asciugare, in attesa di "rivelare" il fossile (nel nostro caso nella foto in alto al capitolo)


Come potete notare gli esperimenti sono semplici, possono essere fatti anche dai bambini ma penso che a 8/9 anni, una supervisione dell'adulto possa sia servire a effettuare correttamente gli esperimenti sia a mettersi insieme in gioco trovando una modalità alternativa di relazionarsi. In particolare penso  che questo libro potrebbe essere felicemente adottato da una maestra di scienze/geografia (solitamente si tratta di due insegnanti diverse) del terzo anno e a procedere in avanti.


Il mio mappamondo
Il mappamondo è sicuramente un elemento che affascina molto i bambini che ancora non hanno ben idea della disposizione dei continenti, ma li studiano sui libri o sugli atlanti dove spesso li vedono solo in forma appiattita. Trovo quindi interessante la proposta di costruirne uno, anche se in questo caso il bambino va seguito dall'adulto per essere sicuro di far combaciare tutte le parti (anche se i collegamenti sono indicati nei diversi passaggi di montaggio).

Alcuni fogli fungono da spiegazione per il montaggio dei vari pezzi che sono contrassegnati da lettere che devono combaciare. L'aiuto dell'adulto è perlopiù nel mantenere insieme i pezzi e aiutare nella fase di incollaggio che può risultare un po' laboriosa, ma, alla fine, appagante.
 Pian piano le parti assemblate prendono la forma del globo terrestre...


Vorrei sottolineare che tutti gli esperimenti sono fatti impiegando materiali facilmente reperibili e questo è un valore aggiunto del volume.
Non mi resta che invitarvi a sperimentare voi stessi e insieme ai vostri figli o alunni e diventare  scienziati alla scoperta dell'affascinante evoluzione della Terra.